UN ESEMPIO, FRA LE TANTE ALTRE, DI ALIENAZIONE MODERNA
Ognuno di noi ha il sacrosanto diritto di riposarsi ed a maggior ragione quando l’impegno lavorativo quotidiano dice di fermarti un attimo allo scopo di ripristinare qualche risorsa per riprendere. Su questo, credo che nessuno possa eccepire alcunché, a meno che non esista una forma di masochismo che ti gratifica quando respiri CO2, quando sprechi denaro, quando ti fermi in mezzo ad un a bolgia infernale accompagnato da una temperatura intorno ai 40 gradi, ma quest’ultimo aspetto, almeno a casa mia, va visto in chiave psichiatrica. C’’è anche chi, paradossalmente, si diverte in situazioni della specie, forse perché – ma questa è una mia presunzione – gli piace vivere l’orrido, altra giustificazione non la vedo…
In questi giorni, tra l’altro ancora in clima pandemico, il film si ripete come gli anni passati e non comprendo come non intervenga qualcuno in difesa della salute, del pericolo sempre latente, ma anche perché soprattutto gli intasamenti possono avere gravi risvolti della medaglia per le urgenze.
L’altro giorno mi sono trovato “imbottigliato” in una galleria del bellunese e, credetemi che, al di là della mia sofferenza vicina alla claustrofobia, si è aggiunta anche la mancanza d’aria, mentre quella rimasta mi consentiva di respirare solo biossido di carbonio allo stato puro. Per fortuna, il disagio è durato solo qualche minuto, ma penso cosa potrebbe succedere su gallerie più lunghe di quelle detta tratta Belluno-Venezia, o quelle per Cortina d’Ampezzo e vicine… ove, durante le giornate festive, l’intasamento è quasi una normalità, infatti succede spesso, specie di domenica sera, di dover triplicare il tempo di percorrenza, trasformando una giornata festiva in un calvario per il rientro, vanificando così il piacere della giornata trascorsa.
Detto questo, mi vien da pensare che, come si sta facendo o si è fatto di Venezia attraverso visite contingentate ed a pagamento, se non sia il caso di pensare con anticipo, peraltro molto tardivo, ad una soluzione del problema; e ciò in quanto, malgrado gli alti costi del carburante, il traffico sta aumentando in dismisura e si corre il rischio di passare una giornata in macchina per stare al mare o in montagna qualche quarto d’ora.
Da esperienza vissuta, io penso che, già dal prossimo anno il problema sarà raddoppiato, e per il gran numero di macchine in potenziale circolazione, ma anche e soprattutto perché manca una necessaria nuova formulazione del concetto di vacanza. A meno che, come detto dianzi, non si voglia intendere per vacanza un’altra cosa.
Arnaldo De Porti
Belluno Feltre
Ognuno di noi ha il diritto sacrosanto diritto di riposarsi ed a maggior ragione quando l’impegno lavorativo quotidiano dice di fermarti un attimo allo scopo di ripristinare qualche risorsa per riprendere. Su questo, credo che nessuno possa eccepire alcunché, a meno che non esista una forma di masochismo che ti gratifica quando respiri CO2, quando sprechi denaro, quando ti fermi in mezzo ad un a bolgia infernale accompagnato da una temperatura intorno ai 40 gradi, ma quest’ultimo aspetto, almeno a casa mia, va visto in chiave psichiatrica. C’’è anche chi, paradossalmente, si diverte in situazioni della specie, forse perché – ma questa è una mia presunzione – gli piace vivere l’orrido, altra giustificazione non la vedo…
In questi giorni, tra l’altro ancora in clima pandemico, il film si ripete come gli anni passati e non comprendo come non intervenga qualcuno in difesa della salute, del pericolo sempre latente, ma anche perché soprattutto gli intasamenti possono avere gravi risvolti della medaglia per le urgenze.
L’altro giorno mi sono trovato “imbottigliato” in una galleria del bellunese e, credetemi che, al di là della mia sofferenza vicina alla claustrofobia, si è aggiunta anche la mancanza d’aria, mentre quella rimasta mi consentiva di respirare solo biossido di carbonio allo stato puro. Per fortuna, il disagio è durato solo qualche minuto, ma penso cosa potrebbe succedere su gallerie più lunghe di quelle detta tratta Belluno-Venezia, o quelle per Cortina d’Ampezzo e vicine… ove, durante le giornate festive, l’intasamento è quasi una normalità, infatti succede spesso, specie di domenica sera, di dover triplicare il tempo di percorrenza, trasformando una giornata festiva in un calvario per il rientro, vanificando così il piacere della giornata trascorsa.
Detto questo, mi vien da pensare che, come si sta facendo o si è fatto di Venezia attraverso visite contingentate ed a pagamento, se non sia il caso di pensare con anticipo, peraltro molto tardivo, ad una soluzione del problema; e ciò in quanto, malgrado gli alti costi del carburante, il traffico sta aumentando in dismisura e si corre il rischio di passare una giornata in macchina per stare al mare o in montagna qualche quarto d’ora.
Da esperienza vissuta, io penso che, già dal prossimo anno il problema sarà raddoppiato, e per il gran numero di macchine in potenziale circolazione, ma anche e soprattutto perché manca una necessaria nuova formulazione del concetto di vacanza. A meno che, come detto dianzi, non si voglia intendere per vacanza un’altra cosa.
Arnaldo De Porti
Belluno Feltre