Compasso d’oro a Milano, la bilancia raccogli-sangue di Cefriel
La presentazione oggi a Milano con dedica a Francesco Trabucco
Milano – Cefriel, centro di innovazione digitale fondato nel 1988, si aggiudica uno dei più ambiti riconoscimenti nel campo del design: il prestigioso Compasso d’oro. Il premio, che celebra i migliori oggetti di design Made in Italy, è andato infatti alla nuova bilancia ‘Milano’, il cui nome è un omaggio proprio alla capitale del design italiano. Il dispositivo, presentato quest’oggi in sede aziendale, è stato progettato insieme a Delcon, azienda italiana specializzata nella progettazione e produzione di dispositivi medicali e software per la filiera del sangue, e al New York Blood Center.
L’evento è stato l’occasione per trovare un momento di riflessione sui risultati dati dalla combinazione tra design e innovazione digitale: unire design e tecnologie digitali in fondo significa ripensare prodotti e servizi che possano diventare accessibili a tutti, grazie alla comprensione dei processi cognitivi, dei linguaggi, delle abilità delle persone nell’uso e nell’interazione grazie a un approccio di progettazione che nasce dall’osservazione, dalla ricerca, dalle esperienze e dai bisogni delle persone.
A confrontarsi su questo tema si sono avvicendati, oltre al CEO e direttore scientifico di Cefriel Alfonso Fuggetta, la coordinatrice del Board innovazione tecnologica e trasformazione digitale del Comune di Milano, Layla Pavone, il direttore dell’Area industria, energia, innovazione di Assolombarda, Paolo Guazzotti, il direttore di POLI. design Alessandro Deserti e la practice designer di Cefriel Clara Failla.
“Noi come informatici, come produttori di beni e servizi digitali abbiamo imparato a vedere il design come elemento essenziale e strutturale per la nostra attività da tanti punti di vista: pensiamo alle interfacce utenti”, spiega ai microfoni della ‘Dire’ Fuggetta. Infatti “oggi non basta mettere in un sito web delle informazioni”, ma queste “devono essere concepite per essere facilmente riusabili”. Il Ceo poi fa l’esempio dell’innovativa bilancia: “Abbiamo fatto dei prodotti biomedicali con grandissima componente tecnologica, sensoristica, e tutte queste cose devono essere inglobate in un oggetto che sia di facile uso, gradevole, e che risponda a tutti quei bisogni che fanno capo al digitale”. Insomma, “una commistione sempre più forte che si manifesta in diversi aspetti della vita e dello sviluppo dei prodotti digitali”.
Nella fase di ideazione della bilancia Cefriel ha portato il suo approccio progettuale e le sue competenze in ambito design e di innovazione: “Abbiamo fatto un’indagine sul campo- racconta Clara Failla, designer che ha seguito il progetto fin dalla nascita- osservando attentamente gli operatori e gli altri utenti, abbiamo guidato la raccolta dei bisogni del cliente con attività di workshop e interviste”. Dopodiché, “abbiamo ideato alcuni concept e realizzato un primo mockup formale, da qui è partito un ciclo di sviluppo incrementale di prototipi indirizzati all’ingegnerizzazione dei device, fino alla produzione. Nello specifico ci siamo occupati del design e dello sviluppo hardware e meccanico.”
Il design della bilancia “Milano” è infatti studiato, come osserva Faggetta, per assicurare la massima maneggevolezza e praticità di trasporto. Il dispositivo, con un design rivoluzionario in quanto modifica l’archetipo del prodotto, ha una conformazione verticale e può essere agganciato a lettini e poltrone: questo favorisce il lavoro dell’operatore in posizione eretta, grazie alla presenza dell’interfaccia touch sulla parte superiore. Il vassoio posto sulla parte inferiore del dispositivo, invece, agevola la donazione del sangue per caduta. Il dispositivo permette di eseguire 100 donazioni con una singola carica della batteria, che viene poi facilmente ricaricata in un dock esterno a sei postazioni. Cefriel, oltre alla parte di design, ha curato anche la parte elettronica e lo sviluppo dell’interfaccia utente della bilancia. “Il design della bilancia- continua Failla- rende questo device medicale un oggetto quasi domestico e familiare e che, pertanto, infonde fiducia e tranquillità nel donatore. Altro punto di forza il dinamismo della geometria che trova nella bilancia, protesa verso l’alto, un ottimo equilibrio tra funzionalità ed estetica”.
A caratterizzare la collaborazione con il team è stato il lavoro di squadra che ha unito competenze diverse ma con uno stesso approccio alla progettazione. Con la bilancia ‘Milano’ Cefriel ha insomma portato il design thinking- un tipo di approccio all’innovazione che poggia le sue fondamenta sulla capacità di risolvere problemi complessi utilizzando una visione creativa e una gestione strutturata- all’interno delle aziende. La forza di questo processo è quella di permettere di arrivare a una soluzione approvata e testata in tempi brevi oltre che consentire di abbandonare delle soluzioni non vincenti in velocità, diminuendo così il rischio per le aziende e consentendo loro di verificare in anticipo l’apprezzamento degli utenti. Stiamo toccando dei punti del sistema industriale italiano dove l’unione virtuosa di diversi saperi può avere un impatto concreto. Credo che un primo grande passo sarebbe quello di essere consapevoli che tutti i settori industriali dei servizi possono beneficiare di questa unione tra tecnologia, design, bellezza e quindi già facessimo questo potremmo fare un grande passo in avanti. Un approccio, questo che vede la sinergia tra ‘bello’, ‘funzionale’ e ‘utile’, sicuramente per Failla “va trasmesso alle aziende ancora non all’avanguardia per raccontare quali sono i vantaggi nell’applicare il design, anche al livello di impatto economico e di sostenibilità”.
Il premio è dedicato al professor Francesco Trabucco, recentemente scomparso, a cui Cefriel intitolerà anche una sala in autunno: “E’ proprio cogliendo la sua eredità, la sua spinta a fare multidiscipilinarietà tra le diverse competenze e i diversi settori dell’ingegneria e del design, vorremmo far vederecome questo tipo di filosofia e di approccio diventa anche realtà e concretezza”, spiega Fuggetta. Insomma, “in questo caso l’impatto è molto evidente: abbiamo creato un oggetto nuovo molto gradevole e facile da usare che aumenta la competitività di quell’impresa sul tessuto industriale italiano”. Ecco perché l’approccio di Cefirel “non è soltanto un esercizio di stile o un incontro culturale: tutto questo ha un impatto concreto e misurabile sul nostro tessuto economico e sulla capacità delle nostre imprese di competere in Italia e all’estero”.