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Un incontro tra Oriente e Occidente nel Canto del Muezzin di Pierfranco Bruni

 

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Franca De Santis*

 

 

Ci sono libri da leggere tutto d’un fiato, in genere romanzi la cui trama è talmente avvincente e dinamica . Non è questo il caso di “Al canto del Muezzin” ultima pubblicazione di Perfranco Bruni per Pellegrini Editore.
È un narrare che io ho bevuto a sorsi. Troppo forte l’impatto emotivo che l’autore ha trasmesso , forse volontariamente non so, nell’usare la parola PUNTO. Il punto come chiusura o fede nella ripartenza.
Le date non sono cifre, sono il proporsi ed il riproporsi del tempo e vita che scalfiscono il nostro percorso che siamo tenuti a viaggiare nel terreno. Questo romanzo è arrivato a me in una cifra che potrei identificare con zero porta a zero, non disperazione, non rassegnazione ma accettazione.
Un incontro fra Oriente e Occidente , negli angiporti dell’illusione con la mente che vaga e rotea tra i granelli di sabbia, aspettando di andare via davvero. A volte si può dire con gli occhi scortando il passo ad un volere incerto
, si può mentire mentre la bussola punta a seconda di come ci posizioniamo. Un incontro prevede un luogo e un tempo, non c’è luogo e non c’è tempo se non nell’immaginario di un viaggio nella ricerca di fondere l’un l’altro. Un romanzo in cui l’Oriente penetra l’Occidente, o no, forse il contrario o forse non c’è proprio superamento.
Pierfranco Bruni, mente illuminata e illuminante di nuovo ci pone sempre al cospetto di un mosaico la cui realizzazione spetta al lettore con la propria interpretazione e sensibilità.

 

*Presidente Terra dei Padri

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