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COP27, GREENPEACE: «I PAESI PIÙ RICCHI SOSTENGANO ECONOMICAMENTE GLI STATI E LE COMUNITÀ PIÙ VULNERABILI AI CAMBIAMENTI CLIMATICI»

 

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SHARM EL-SHEIK (EGITTO), 04.11.22 – Greenpeace ritiene che, nell’ambito del vertice sul clima (COP27) che prenderà il via tra pochi giorni in Egitto, sia possibile e necessario compiere progressi significativi e positivi nei confronti dei Paesi più colpiti dalla crisi climatica e dai disastri ambientali, sia in termini di giustizia che di supporto economico con impegni finanziari reali.

 

Secondo Greenpeace, il summit dell’ONU sul clima avrà successo solo se saranno stipulati i seguenti accordi:

 

  • L’istituzione di un meccanismo di finanziamento delle perdite e dei danni (loss and damage) che sostenga economicamente i Paesi e le comunità più vulnerabili ai cambiamenti climatici;
  • Garantire che l’impegno preso dagli Stati Uniti per 100 miliardi di dollari, da destinare a misure di adattamento e per aumentare la resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici, venga attuato e sostenga i Paesi a basso reddito, onorando così l’impegno assunto dai Paesi più ricchi durante la COP26 di raddoppiare i finanziamenti per l’adattamento entro il 2025;
  • Vigilare affinchè tutti i Paesi adottino un approccio di transizione giusta ed equa e un rapido abbandono delle fonti fossili, compresa la cancellazione di tutti i nuovi progetti di sfruttamento dei combustibili fossili, come raccomandato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia;
  • Chiarire che il limite di aumento della temperatura media globale di 1,5 gradi entro il 2100 è l’unica interpretazione possibile e accettabile dell’accordo di Parigi. Allineare inoltre a questo obiettivo il phase out globale della produzione e consumo di fonti fossili;
  • Riconoscere il ruolo centrale della natura in diversi ambiti: nella mitigazione e nell’adattamento, come simbolo culturale e spirituale e come dimora di flora e fauna. La protezione e il ripristino della natura devono essere perseguiti parallelamente all’eliminazione dei combustibili fossili e con la partecipazione attiva delle popolazioni indigene e delle comunità locali.

 

«Sentirsi al sicuro è vitale per il benessere di tutti e tutte noi e per il Pianeta. Questo dovrebbe essere il senso della discussione di questa COP27 . La giustizia climatica, le responsabilità di chi inquina e il supporto finanziario ai Paesi più colpiti dalla crisi climatica passata, presente e futura sono i tre ingredienti fondamentali per il successo del vertice», dichiara Yeb Sano, Direttore Esecutivo di Greenpeace East Asia e Capo della delegazione di Greenpeace presente alla COP27.

 

«Questa conferenza è un momento cruciale per ascoltare le voci e risolvere le istanze dei Paesi del sud del mondo, delle popolazioni africane che si stanno ribellando contro gli inquinatori e l’eredità coloniale dell’estrattivismo», afferma Melita Steele, direttrice delle Campagne di Greenpeace Africa.

 

Gli stessi governi africani devono andare oltre le loro giuste richieste di finanziamenti per il clima e disinvestire dall’espansione dei combustibili fossili. Secondo Greenpeace questi Paesi dovrebbero promuovere un percorso socio-economico alternativo, basato sull’espansione di energie pulite e rinnovabili, che dia la priorità alla protezione della natura per migliorare il benessere della popolazione africana.

 

Un briefing dettagliato sulle richieste di Greenpeace alla COP27 è disponibile (in inglese) a questo link

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