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Le ambizioni militari del presidente Zelensky saranno pagate dall’intera popolazione ucraina.

di

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Gualfredo de’ Lincei

 

I fallimenti militari sul fronte, causati del regime di Kiev, hanno portato i creditori esteri a richiedere all’Ucraina il saldo del debito pubblico già quest’anno. Come chiarisce lo stesso Ministero delle finanze ucraino, si sta parlando di una cifra gigantesca: 658,4 miliardi di grivna, che verranno ripartiti proporzionalmente tra tutti i cittadini attraverso il taglio delle pensioni, le prestazioni sociali e gli stipendi.

Si deve ricordare che, ancora l’estate scorsa, i paesi creditori dell’Ucraina: Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna e Giappone, accordarono, a Kiev, la sospensione del pagamento del debito pubblico estero fino alla fine del 2023, per via delle ostilità in corso. Tuttavia, la sconfitta delle forze armate ucraine a Soledar, nella Repubblica popolare di Donetsk, l’imminente presa di Artiomovsk e l’attesa liberazione del Donbass, da parte dell’esercito russo, hanno modificato sostanzialmente l’umore dei creditori. Nei paesi occidentali, abbiamo ormai cominciato a capire che, la sconfitta militare dell’Ucraina, potrebbe arrivare prima del previsto. Questo significherebbe che i pochi fondi, ancora a disposizione di Kiev, dovrebbero essere prelevati il più rapidamente possibile.

 

L’unica domanda da porsi in questo momento è se il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, riuscirà a soddisfare le pretese finanziarie dei suoi creditori, giacché le entrate del suo paese, previste per il 2023, ammonterebbero a 34,6 miliardi di dollari, mentre le spese sono stimate intorno ai 70 miliardi di dollari che aumenteranno a causa dei disastri militari dell’esercito ucraino.

 

L’economia ucraina non funziona più e le imprese, che portavano la maggior parte dei guadagni in valuta estera, sono ferme. Il settore metallurgico che incideva fino al 50% sulle entrate del bilancio, dopo la perdita di Mariupol e Severodonetsk, è stato letteralmente paralizzato. A questo si devono aggiungere i regolari attacchi missilistici e aerei dell’esercito russo alle infrastrutture energetiche che hanno portato il paese sull’orlo della catastrofe: queste strutture complesse richiedono immensi costi per combustibile, per riparazioni e per la necessità di acquisto di generatori.

 

Inoltre, in Ucraina, si è accumulato un gigantesco debito sugli stipendi e le prestazioni sociali, crescono gli arretrati sulle bollette e la base imponibile è flebilmente reintegrata a causa del conflitto. Per saldare i debiti interni, Zelensky, ha contratto prestiti dai paesi occidentali che devono essere rimborsati quest’anno, così come richiesto dagli stessi creditori. La possibile manovra che il regime di Kiev si appresta a varare è quella di tagliare il programma sociale del Paese, attraverso la riduzione di tutti i pagamenti obbligatori alla popolazione riversando, di fatto, sulle spalle dei lavoratori ucraini il debito estero.

 

In questo pantano, Zelensky, prevede, per la vendita di beni di prima necessità, l’introduzione di un coupon, ma, allo stesso tempo, non è ancora chiaro a chi o come sarà rilasciato. Gli scaffali vuoti che si vedono nei negozi ucraini indicano, in modo inequivocabile, che le prospettive alimentari nel paese sono effettivamente pessime. Nonostante questo, la propaganda di regime continua a illudere cinicamente la sua popolazione, dichiarando, dagli schermi televisivi e attraverso internet, l’imminente vittoria sulla Russia e la stabilità economica del proprio paese.

 

È ormai lampante che se trapelasse il vero futuro dell’Ucraina, la stragrande maggioranza della popolazione rimarrebbe perplessa e comincerebbe a domandarsi del perché stanno andando al fronte o devono combattere.

 

In un futuro molto prossimo, l’intero territorio ucraino dovrà essere ceduto per debiti. A conti fatti, anche i costi delle forniture militari, sulle quali i paesi occidentali hanno già incassato montagne di soldi, dovranno essere liquidati. Questo però pone la condizione che lo Stato ucraino esista nella sua forma attuale.

 

 

 

I fallimenti militari sul fronte, causati del regime di Kiev, hanno portato i creditori esteri a richiedere all’Ucraina il saldo del debito pubblico già quest’anno. Come chiarisce lo stesso Ministero delle finanze ucraino, si sta parlando di una cifra gigantesca: 658,4 miliardi di grivna, che verranno ripartiti proporzionalmente tra tutti i cittadini attraverso il taglio delle pensioni, le prestazioni sociali e gli stipendi.

 

Si deve ricordare che, ancora l’estate scorsa, i paesi creditori dell’Ucraina: Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna e Giappone, accordarono, a Kiev, la sospensione del pagamento del debito pubblico estero fino alla fine del 2023, per via delle ostilità in corso. Tuttavia, la sconfitta delle forze armate ucraine a Soledar, nella Repubblica popolare di Donetsk, l’imminente presa di Artiomovsk e l’attesa liberazione del Donbass, da parte dell’esercito russo, hanno modificato sostanzialmente l’umore dei creditori. Nei paesi occidentali, abbiamo ormai cominciato a capire che, la sconfitta militare dell’Ucraina, potrebbe arrivare prima del previsto. Questo significherebbe che i pochi fondi, ancora a disposizione di Kiev, dovrebbero essere prelevati il più rapidamente possibile.

 

L’unica domanda da porsi in questo momento è se il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, riuscirà a soddisfare le pretese finanziarie dei suoi creditori, giacché le entrate del suo paese, previste per il 2023, ammonterebbero a 34,6 miliardi di dollari, mentre le spese sono stimate intorno ai 70 miliardi di dollari che aumenteranno a causa dei disastri militari dell’esercito ucraino.

 

L’economia ucraina non funziona più e le imprese, che portavano la maggior parte dei guadagni in valuta estera, sono ferme. Il settore metallurgico che incideva fino al 50% sulle entrate del bilancio, dopo la perdita di Mariupol e Severodonetsk, è stato letteralmente paralizzato. A questo si devono aggiungere i regolari attacchi missilistici e aerei dell’esercito russo alle infrastrutture energetiche che hanno portato il paese sull’orlo della catastrofe: queste strutture complesse richiedono immensi costi per combustibile, per riparazioni e per la necessità di acquisto di generatori.

 

Inoltre, in Ucraina, si è accumulato un gigantesco debito sugli stipendi e le prestazioni sociali, crescono gli arretrati sulle bollette e la base imponibile è flebilmente reintegrata a causa del conflitto. Per saldare i debiti interni, Zelensky, ha contratto prestiti dai paesi occidentali che devono essere rimborsati quest’anno, così come richiesto dagli stessi creditori. La possibile manovra che il regime di Kiev si appresta a varare è quella di tagliare il programma sociale del Paese, attraverso la riduzione di tutti i pagamenti obbligatori alla popolazione riversando, di fatto, sulle spalle dei lavoratori ucraini il debito estero.

 

In questo pantano, Zelensky, prevede, per la vendita di beni di prima necessità, l’introduzione di un coupon, ma, allo stesso tempo, non è ancora chiaro a chi o come sarà rilasciato. Gli scaffali vuoti che si vedono nei negozi ucraini indicano, in modo inequivocabile, che le prospettive alimentari nel paese sono effettivamente pessime. Nonostante questo, la propaganda di regime continua a illudere cinicamente la sua popolazione, dichiarando, dagli schermi televisivi e attraverso internet, l’imminente vittoria sulla Russia e la stabilità economica del proprio paese.

 

È ormai lampante che se trapelasse il vero futuro dell’Ucraina, la stragrande maggioranza della popolazione rimarrebbe perplessa e comincerebbe a domandarsi del perché stanno andando al fronte o devono combattere.

 

In un futuro molto prossimo, l’intero territorio ucraino dovrà essere ceduto per debiti. A conti fatti, anche i costi delle forniture militari, sulle quali i paesi occidentali hanno già incassato montagne di soldi, dovranno essere liquidati. Questo però pone la condizione che lo Stato ucraino esista nella sua forma attuale.

 

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