IL PARLAMENTO EUROPEO CONDANNA IL BLOCCO AZERO AL NAGORNO KARABAKH
LA PRESIDENTE VON DER LEYEN PRENDA ATTO O SI DIMETTA
Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” esprime grande soddisfazione per la votazione odierna al parlamento europeo di una risoluzione che condanna il blocco azero della strada lungo il corridoio di Lachin, unico collegamento tra il Nagorno Karabakh (Artsakh) e l’Armenia.
La criminale politica dell’Azerbaigian che dal 12 dicembre scorso ha isolato la regione armena spingendo sull’orlo di una crisi umanitaria 120.000 persone è stata duramente stigmatizzata dai parlamentari europei che hanno altresì denunciato il taglio delle forniture di gas, elettricità e connessione internet.
Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” sottolinea l’importanza del voto politico odierno che è un chiaro messaggio a quelle istituzioni europee e internazionali che, per mera opportunità economica, stanno avallando la politica di Aliyev (definito “partner affidabile” dalla presidente Von der Leyen).
Ad avviso del “Consiglio”, la presidente Von der Leyen dovrebbe prendere atto di questa importante votazione e agire di conseguenza sensibilizzando nel merito il “partner” azero, esprimendo pubblica solidarietà alla popolazione armena del Nagorno Karabakh, intervenendo con una urgente missione umanitaria di soccorso.
O, in alternativa, rassegnando le proprie dimissioni.
Il ““Consiglio per la comunità armena di Roma” invita il governo italiano a prendere in considerazione quanto indicato nella risoluzione e ad agire di conseguenza attivandosi per quanto del caso.
CONSIGLIO PER LA COMUNITA’ ARMENA DI ROMA
Segreteria
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TESTO DELLA RISOLUZIONE VOTATA
P9_TA(2023)0012
Risoluzione del Parlamento europeo del 19 gennaio 2023 sulle conseguenze umanitarie del blocco nel Nagorno-Karabakh (2023/2504(RSP))
- A) considerando che l’unica strada che collega il Nagorno Karabakh con l’Armenia e il mondo esterno, il corridoio Lachin, è stata bloccata da sedicenti ambientalisti dell’Azerbaigian dal 12 dicembre 2022; che ciò ha ostacolato l’accesso a beni e servizi essenziali, compresi cibo, carburante e medicine, per i 120 000 armeni che vivono nel Nagorno Karabakh, ponendoli di fatto sotto blocco;
- B) considerando che il blocco ha portato a una grave crisi umanitaria, che colpisce in modo significativo le popolazioni più vulnerabili; considerando che il trasferimento di pazienti in condizioni critiche è quasi impossibile, in conseguenza della morte di una persona dovuta a tale situazione; che centinaia di famiglie sono ancora separate;
- C) considerando che questa crisi umanitaria ha continuato ad aggravarsi a causa dell’interruzione da parte dell’Azerbaigian della fornitura di gas naturale al Nagorno Karabakh, che ha portato case, ospedali e scuole senza riscaldamento;
- D) considerando che se continua a sostenere il blocco del corridoio di Lachin, l’Azerbaigian violerà i suoi obblighi internazionali secondo la dichiarazione trilaterale di cessate il fuoco del 9 novembre 2020, secondo la quale l’Azerbaigian deve garantire la sicurezza delle persone, veicoli e merci che si muovono lungo il corridoio in entrambe le direzioni;
- E) considerando che gli ostacoli all’utilizzo del corridoio di Lachin hanno ostacolato il processo di pace tra Armenia e Azerbaigian e indebolito la fiducia internazionale;
- deplora le tragiche conseguenze umanitarie del blocco del corridoio di Lachin e del conflitto del Nagorno Karabakh;
- esorta l’Azerbaigian a rispettare e attuare la dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 e a riaprire immediatamente il corridoio di Lachin per consentire la libertà di movimento e garantire l’accesso a beni e servizi essenziali, garantendo così la sicurezza nella regione e salvaguardando il sostentamento dei residenti;
- sottolinea la necessità di un accordo di pace globale, che deve garantire i diritti e la sicurezza della popolazione armena del Nagorno Karabakh; invita l’Azerbaigian a tutelare i diritti degli armeni che vivono nel Nagorno Karabakh e ad astenersi dalla sua odiosa retorica che invoca la discriminazione contro gli armeni e incoraggia gli armeni a lasciare il Nagorno-Karabakh;
- esorta l’Azerbaigian a non indebolire in futuro il funzionamento dei trasporti, dell’energia e dei collegamenti di comunicazione tra l’Armenia e il Nagorno-Karabakh;
- condanna fermamente l’Azerbaigian per aver incolpato i difensori dei diritti umani e le organizzazioni della società civile e invita le rappresentanze dell’UE e degli Stati membri a sostenere il loro lavoro;
- condanna l’inerzia delle “forze di pace” russe; ritiene che la loro sostituzione con le forze internazionali di mantenimento della pace dell’OSCE, secondo un mandato delle Nazioni Unite, dovrebbe essere urgentemente negoziata;
- chiede che alle organizzazioni internazionali sia concesso un accesso senza ostacoli al Nagorno Karabakh per valutare la situazione e fornire la necessaria assistenza umanitaria;
- richiede una missione d’inchiesta dell’ONU o dell’OSCE nel corridoio di Lachin per valutare la situazione umanitaria sul campo;
- chiede che i negoziati basati sui principi dell’Atto finale di Helsinki riprendano urgentemente, senza precondizioni;
- esorta l’UE a impegnarsi attivamente e a garantire che gli abitanti del Nagorno Karabakh non siano più tenuti in ostaggio dall’attivismo di Baku, dal ruolo distruttivo della Russia e dall’inattività del gruppo di Minsk;
- incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d’Europa e i Presidenti, i Governi e ai Parlamenti dell’Armenia e dell’Azerbaigian.