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Santhia’, dove il carnevale è storico e colossale – 14/21 febbraio

Maschere, carri, veglioni e non solo! Siamo a Santhià, dove per il carnevale non possono mancare le 150 caldaie di rame  issate sui trespoli per la Colossale Fagiuolata del 20 febbraio. Santhià, terra di risaie e bellezza ancestrale, è famosa tanto per le sue maschere, i suoi carri che tronfi solcano le strade, ma sopratutto per la Colossale Fagiuolata che da tanti anni arricchisce la storia carnevalesca di uno dei borghi più graziosi del Piemonte.

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Ogni anno la mattina del lunedì di Carnevale, nella piazza del mercato, vengono accesi i fuochi  per le 20.000 razioni di fagioli che verranno distribuite gratuitamente. Chi non vive almeno una volta la Fagiuolata non può comprendere pienamente cosa sia il Carnevale di Santhià: alle 5 del mattino i componenti del corpo Pifferi e Tamburi, attori del carnevale, provvedono alla sveglia delle autorità carnevalesche addette alla erezione delle monumentali cucine da campo e all’accensione dei fuochi a legna per la cottura della succulenta specialità, con la collaborazione di 50 tra fuochisti e aiutanti. Alle 12 in punto gli attendenti e il comandante di piazza, al segno di un doppio sparo di fucile, iniziano la distribuzione del pane e del salame. Quindi ha inizio la “Fagiuolata” vera e propria, la più grande d’Italia. A questo punto, i 300 camerieri, sotto la guida dei “capi-palina”, distribuiscono la dovuta razione di fagioli. Pare impossibile a credersi, ma oltre 20.000 razioni delle popolari cibarie spariscono totalmente in meno di mezz’ora!

Tra i vari Carnevali del Piemonte, lo storico Carnevale di Santhià è uno dei fiori all’occhiello delle tradizioni piemontesi. È il più antico Carnevale documentato del Piemonte e, come si è detto, trae origine dall’Abadia, citata in un documento del XIV secolo, Essa venne sostituita, nel XVIII secolo, dall’Antica Società Fagiuolesca, inglobata nella Pro Loco a partire dal 1963.

A partire dal giorno dell’Epifania (che, come detto, rappresenta il tradizionale giorno di apertura del Carnevale di Santhià), e fino agli ultimi tre giorni del tempo di Carnevale, la Città è impegnata ogni sabato e domenica nello svolgimento delle “Pule”. Ogni compagnia carnevalesca è titolare di una parte del territorio (urbano o extraurbano) e i vari componenti della Compagnia si fanno accompagnare da sei musicisti della Banda Musicale Cittadina (la “Squadra ‘dla Pula”), recandosi di casa in casa, in un tradizionale percorso tra le cascine e le vie cittadine, per ricevere una questua che va a costituire il patrimonio per l’organizzazione del Carnevale stesso.

Sabato 4 Febbraio è il giorno dell’Antico rito della “Salamada” una sfilata con maschere raffiguranti i maiali che un tempo sfilavano in carne e ossa per andare al macello. Grazie alla sensibilità che oggi si è sviluppata, la salamada resta un ricordo, che viene impresso negli occhi dei turisti attraverso maschere goliardiche e divertenti.

Il giorno di San Valentino prende vita il Gran Galà delle Maschere, serata dedicata alla presentazione ufficiale, tra la curiosità della popolazione, della coppia che impersonerà le storiche maschere: Stevulin d’la Plisera e Majutin dal Pampardù, giovani sposi che, durante gli ultimi giorni di Carnevale, diventano i padroni della Città.

 

La sera del Giovedì grasso, al suono dei Pifferi e Tamburi del Carnevale Storico e delle due bande cittadine, i gruppi carnevaleschi organizzano in Piazza A. Moro un percorso eno-gastronomico, formato da circa 20 stand, dove si distribuiscono gratuitamente cibi e bevande a tutti i convenuti, la serata si conclude con un concerto di un affermato gruppo musicale.

A Santhià non può mancare il Venerdì Grasso! Tutto a suon di musica!

Sabato 18 febbraio è la volta dell’insediamento di Majutin dal Pampardù e Stevulin ‘dla Plisera, che ricevono dal Sindaco le chiavi della Città ed effettuano il proclama al Popolo. Segue il tradizionale giro lungo le vie cittadine con il corpo dei Pifferi e Tamburi e le bande cittadine. Tradizionale Ricevimento Popolare e per finire con lo spettacolo musicale preceduto dal tradizionale ballo, chiamato “la munfri-na” delle maschere ufficiali.

Domenica 19 immancabile è la Sfilata lungo le vie cittadine con le maschere, i gruppi e le bande cittadine per accogliere l’arrivo di Gianduja (la nota maschera piemontese, di cui a Santhià esiste un’antica statua, alla quale i Santhiatesi sono molto legati), che verrà issato sul suo trono al centro della piazza Maggiore e lì resterà per i tre giorni di festeggiamenti.

Domenica inizia anche il primo dei Giri di Gala con i grandi carri dei Maestri Cartapestai e i fantasmagorici Gruppi Mascherati a piedi  che daranno spettacolo per le vie cittadine nei pomeriggi di Domenica 19 e Martedì 21 a partire dalle 14.30 e la sera di Lunedì 20 a partire dalle 20.45.

Lunedì 20 febbraio è la volta della Colossale Fagiolata del Carnevale Storico di Santhià.

Martedì Grasso alla sera il Carnevale si chiude con il “Rogo del Babàciu”, un pupazzo che viene appeso su una pira e poi bruciato, in piazza Maggiore. Tutta la popolazione assiste all’accensione del rogo che segna la fine del Carvè, fra il suono delle campane a lutto e le note di una marcia funebre, che si tramuta dopo poche note in una “monferrina” sfrenata, un ballo che dà spazio all’allegria.

Ma il Carnevale non è solo sfilate e Fagiuolata,  come detto ogni serata si conclude con un grandioso Spettacolo musicale e da Venerdì 17 tutti i giorni saranno anche all’insegna del buon cibo con il “Carvé food village street food” un percorso enogastronomico attraverso le migliori specialità nazionali.

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