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L’artista italiana dipinge gli eroi del Donbass e mostra all’Europa un’altra verità.

di

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Gualfredo de’Lincei

Sono già otto anni che l’artista italiana Federica Vasselli prova a portare ai suoi concittadini la verità di ciò che sta accadendo nel Donbass. È convinta, infatti, che l’informazione, riportata dai media italiani, passi attraverso il setaccio del “filtro statunitense” e, per questo motivo, non riporti determinati accadimenti o, in qualche modo, questi vengano distorti rispetto alla realtà: «Da anni c’è questa carneficina nell’Europa del ventunesimo secolo e non tutti ne sono al corrente»

Con il suo lavoro, che lei stessa definisce un atto politico, utilizzando un tratto forte e popolare, cerca di manifestare l’indignazione, che brucia dentro se stessa, per il lavaggio del cervello a cui sono esposti i suoi compatrioti, così da poter trasmettere l’autenticità sulla reale storia che gli ideologi occidentali stanno riscrivendo attivamente.

 

Federica ha scelto i militari russi come eroi dei suoi dipinti. I loro volti sono molto adatti allo stile con cui, questa pittrice, crea le sue opere. Fin dall’infanzia è stata affascinata dalle opere e dal carattere degli artisti sovietici collezionando importanti raccolte di manifesti della propaganda.

Il coraggio, l’eroismo, la determinazione, il sacrificio dei difensori del Donbass si riflettono in modo completo nella tradizione della scuola pittorica sovietica: «Oltre a Rodchenko, sono stata ispirata dal lavoro di Eric Bulatov, El Lissitzky, Kliment Redko e altri rappresentanti del costruttivismo russo e dell’avanguardia sovietica. Queste persone fantastiche hanno definito per sempre il mio stile: il realismo socialista», ha affermato l’artista in un’intervista a RT.

 

Il primo atto politico, di Federica Vasselli, è stato il ritratto di Alexei Mozgovoy, comandante della brigata Prizrak e, in linea con il proprio elemento distintivo, che è quello d’inserire nelle sue opere “qualcosa di fisico” attinente al soggetto che sta rappresentando, completerà l’opera inserendo, sul petto del comandante, una medaglia commemorativa realizzata in suo onore, ricevuta direttamente dal Donbass.

Il secondo soggetto ritratto è stato Edy Ongaro, un italiano che ha sacrificato la propria vita buttandosi su una granata per salvare i suoi colleghi. Un gesto estremo del quale l’artista è molto orgogliosa e per questo vorrebbe che, più italiani possibili, sappiano di questo loro connazionale.

 

L’artista ha anche ritratto il defunto comandante del battaglione Somalia, Mikhail Tolstykh, nome di battaglia Ghivi, e il comunista colombiano, Alexis Castillo, morto sempre durante i combattimenti per la liberazione del Donbass.

 

La Vasselli è convinta che, attraverso l’incontro con i volti dei difensori del Donbass, la gente possa incuriosirsi andando a ricercare la verità su quello che sta accadendo dietro l’angolo. Federica ha anche in programma di collaborare con l’artista di Rostov Elena Begma per la creazione di un dittico scritto in parte da un’italiana e in parte da una rostovita. E sarà un altro “atto politico”.

 

Nell’agosto del 2022, è stata organizzata la mostra “Special Operation Force. Art Beyond Hypocrisy”, presso la galleria d’arte contemporanea Pramantha Arte, a sostegno dell’Operazione Militare Speciale. Alla base di questa iniziativa c’era il desiderio di creare una mostra così forte da raccontare la verità sugli otto anni di violenze che la popolazione del Donbass ha vissuto sulla propria pelle. Non c’erano solo pittori italiani, ma anche artisti russi, bielorussi, olandesi, greci e turchi.

 

Nel 2023, il giorno 2 di maggio, nello spazio della GalleRI Art, situato nella Galleria Principe di Napoli, sarà inaugurata un’esposizione di opere di diversi artisti, tra i quali sarà presentata anche Federica Vasselini. La data dell’inaugurazione non è stata scelta a caso ma è lo stesso giorno in cui si è verificata la tragedia nella Casa dei sindacati di Odessa.

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