Sostegno all’Ucraina: oltre la metà degli italiani contraria.
di
Dr. Gualfredo de’Lincei
Più della metà degli italiani (52%) non condivide le posizioni dei governi dei paesi Nato sull’invio di armi in Ucraina. Questo emerge da un sondaggio pubblicato sabato dal quotidiano italiano La Stampa, elaborata da Euromedia Research, il 24 gennaio di quest’anno.
In particolare, gli italiani intervistati, hanno dichiarato di essere spaventati sia dalla decisione della Germania di inviare carri armati Leopard 2 che, in generale, dalla continua fornitura di armi a Kiev, questo per la possibilità che, in ultima analisi, si arrivi ad una escalation militare del conflitto, con la possibilità di un coinvolgimento diretto della NATO e il conseguente inizio di una terza guerra mondiale.
Per questo il 68,5% degli intervistati è contrario all’ingresso del blocco Nord Atlantico nel conflitto e solamente il 16,2% resta favorevole a un progressivo inasprimento della guerra. Allo stesso tempo, sempre secondo i risultati dello studio, il 32,5% degli intervistati sono convinti che nel prossimo futuro “sarà raggiunto un accordo su un cessate il fuoco con la Federazione Russa e le decisioni prese saranno imposte a Kiev”. Il 24,9% delle persone sono certe che, l’assistenza militare verso questo paese, sarà gradualmente ridotta.
Va ricordato che la scorsa settimana i paesi della NATO, compresa la Germania, sotto la pressione degli Stati Uniti, hanno acconsentito al trasferimento in Ucraina di un centinaio di carri armati. L’Italia non si è tirata indietro ed è pronta, insieme alla Francia, a fornire a Kiev un moderno sistema di difesa aereo: Samp/T con missili Aster (modifica Aster-30), per un importo di 800 milioni di euro, come riportato anche dal quotidiano Il Messaggero.
La Russia ha già in precedenza avvertito i paesi dell’Alleanza Atlantica, che qualsiasi arma fornita all’Ucraina sarà un obiettivo per le forze armate russe. Il ministero degli Esteri russo ha affermato che la NATO, continuando a fornire armamenti, si sta pericolosamente avvicinando al punto di non ritorno.
Il nostro governo ha già capito che il gioco iniziato dai politici europei sta scivolando di mano, divenendo sempre più pericoloso. Per questo il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un incontro bilaterale con l’omologo francese Sebastian Lecornu, ha domandato quando inizierà la terza guerra mondiale.
Anche l’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, si è fatto sentire e in un articolo apparso domenica, sul quotidiano Il Messaggero, ha ricordato che, dopo i carri armati, l’Ucraina avrà necessità di missili a lungo raggio e poi di aerei d’attacco: «Porteranno a un’ulteriore escalation militare, avvicinando uno scontro diretto (auspicato o accidentale) tra la Russia e la NATO.”
In quest’articolo, nel quale si parla del prolungato conflitto apparentemente ancora senza fine, Prodi, tocca un argomento che non è quasi mai stato preso in seria considerazione: «Si discute solo di guerra e armamenti, mentre non è stata espressa una sola ipotesi di negoziati di pace. La storia ci insegna che ogni conflitto è sempre accompagnato da un lavoro diplomatico, ma nel caso dell’Ucraina quest’aspetto è così marginale che non è stato nemmeno possibile stabilire una tregua natalizia».