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Marco Rovelli in concerto a Roma
con Portami al confine
16 febbraio, ore 20, 30 a Zazie nel metrò

 

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Il 16 febbraio, alle ore 20,30, a Zazie nel metrò (via Ettore Giovenale 16), Marco Rovelli in concerto con il suo ultimo cd, Portami al confine, il quarto album da solista del cantautore toscano, già frontman della band Les Anarchistes.

Intellettuale multiverso e poliedrico -poeta, scrittore, autore di fortunati reportages sociali e di memorabili spettacoli teatrali, musicista e cantante oltre che docente di filosofia- Rovelli ha posto questo suo ultimo lavoro all’ombra tutt’altro che consolatoria di Samuel Beckett che dà il titolo al primo brano del CD e che compare fin dall’immagine di copertina, opera dell’artista cileno Alfredo Jaar.  I can’t go on, I’ll go on, le parole che compaiono in copertina, sono infatti le ultime de L’innominabile, il romanzo che chiude la Trilogia di Beckett: la chiude, la riapre, la spalanca all’infinito. Nessuna fine corsa, mai. Se non possiamo andare avanti, allora andiamo avanti: suggestioni che emergono fortissime anche dal video realizzato da Francesco Bartoli in una cava dismessa delle Apuane in una mattina freddissima, in un luogo senza sole, per provare a raccontare l’inumano al cuore dell’umano, cercando, beckettianamente, di “distruggere l’immagine”.

A differenza del precedente lavoro, Tutto inizia sempre, che era prevalentemente acustico, Portami al confine, pubblicato da Squilibri nella collana Crinali, è un album decisamente elettrico in cui risaltano le architetture spazio-temporali della chitarra drone di Paolo Monti (The Star Pillow) che dissemina svariati spettri sonici, il violoncello di Lara Vecoli con le sue ariose e profonde tessiture, il basso poderoso e le varie stanze sonore di Rocco Marchi (ex Mariposa), e, infine, la batteria avantjazz di Massimiliano Furia, con la sua incredibile presenza ritmica, che fa parlare i suoi strumenti percussivi, riuscendo a dare un nome e un volto a ogni sequenza ritmica. Ne viene fuori un sound potente che conferisce una trama unitaria a canzoni con strutture diverse, animando così una sorta di concept album dedicato al confine, che è il tema fondamentale del mondo quotidiano.

Il confine, va da sé, è quello politico che separa gli “Stati” e che quanti hanno come patria il mondo intero, cercano a buon diritto di valicare senza posa. Ma il confine è anche quello dei rapporti personali, dei rapporti d’amore, dove il confine è mobile, dove è in perpetuo messo in questione; lì, anzi, non c’è che confine. Il confine, inoltre, è quello della morte, che non bisogna temere, maledicendo chi la infligge, e benedicendo la vita. E a chiudere il disco, ma per aprire altri mondi, il dono straordinario della voce di Claudio Lolli nella cover a due voci di una delle sue canzoni più potenti, La giacca, commovente lascito del cantautore bolognese in quella che è stata purtroppo la sua ultima incisione su disco.

 

Qui il video di “Beckett” di Francesco Bartoli con Sonia Cortopassi

https://www.youtube.com/watch?v=0020E3SkQVk&t=9s

 

Qui il video de “La giacca” di Chiara Abastanotti con la voce di Claudio Lolli

https://www.youtube.com/watch?v=rdqIJBePb-k&t=6s

 

Il 16 febbraio a Roma, a Zazie nel metrò, Marco Rovelli sarà accompagnato dalla chitarra Paolo Monti 

                                                                      Ingresso gratuito

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