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Mai come quest’anno la cosiddetta festa della donna è stata celebrata e festeggiata con un’enfasi a dir poco stomachevole. Le femministe, vale a dire le donne in pantalone che per invidia dell’uomo lo vuole scimmiottare, hanno citato il Global Gender Gap Report del 2022 per asserire, o meglio, congetturare, che ci vorranno dai 100 ai 132 anni per colmare il divario tra maschi e femmine. Secondo la neo agenzia statistica, mai sentita prima, ma comunque uscita dal magico cappello dei ricconi illuminati del World Economic Forum, nel 2022 il divario di genere globale sarebbe stato colmato solo del 68,1%, dati che (secondo loro) evidenziano un generale peggioramento della parità di genere a livello internazionale rispetto al 2020. Secondo il report, l’Italia è riuscita a collocarsi al 63° posto della classifica  su 146 Paesi esaminati, ben lontana da altre nazioni europee come Francia, Spagna e Germania, rispettivamente al 15°, 16° e decimo posto. Il fantascientifico studio, si conclude rammaricandosi che il  risultato peggiora ulteriormente se si prende in considerazione la parità di genere in relazione alla partecipazione economica. In questo caso il nostro Paese sarebbe scivolato al 110° posto, dietro nazioni come Gambia, Ghana, Tajikistan e Malawi. Vacuità sesquipedali per chi ha ancora un grammo di sale in zucca, verità assiomatiche per chi è contagiato dalla  misandria. Virus  gravissimo che si manifesta con sintomi di avversione, ostilità, odio, disprezzo e/o pregiudizio nei confronti del genere maschile. La speranza è che dagli stessi laboratori dove sono miracolosamente usciti in tempo record i vaccini anti Sars Cov2, riescano ad elaborare un antidoto contro il mal di vivere al femminile.

Gianni Toffali

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