Janet Fischietto: “A Rimini il mio omaggio a Fellini”
La celebre burlesquer milanese sarà la guest-star venerdì 5 maggio della serata de “Les Folies” del Mamì Bistrot: “Il mio nome è ispirato al grande maestro del cinema…”
Femme fatale come Greta Garbo, ribelle come Marlene Dietrich, a volte melanconica come Judy Garland ed algida come Ava Gardner, ma in fondo morbida e “sciantosa” come la Bardot.
E’ un’emblema di carnalità ma sembra uscita da un’antica locandina di Pigalle Janet Fischietto, protagonista venerdì prossimo (5 maggio) al Mamì Bistrot della serata de “Les Folies”, la rassegna di cabaret che, anche quest’anno, ha portato nel teatrino di Rivabella (Rn) le più celebrate artiste del mondo (il calendario si chiuderà il 9 giugno con la 33ª serata!).
E’ la prima volta che la “diva del burlesque” (originaria della Brianza) si esibisce a Rimini, “una città – dice – che ho sempre avuto nel cuore soprattutto per il mio grande amore per Federico Fellini. Non a caso, il mio nome d’arte deriva proprio dal clown ‘Fischietto’, il personaggio iconico del suo film del 1970”.
Un po’ pin up e un po’ circense, senza dubbio donna “d’altri tempi”, erede vivente dei “Side Show”, Janet Fischietto è una delle burlesquer più famose d’Italia, grazie ad una carriera folgorante che l’ha portata ad esibirsi in tutti i palcoscenici del mondo, in particolare in Cina, Giappone, Germania e a Los Angeles: “Mi sono sempre ispirata alla Golden age del burlesque e agli spettacoli di cabaret della vecchia Hollywood – prosegue Janet – sono, da sempre, una ragazza interessata alla storia del costume, affascinata dal bizzarro e dal nuovo. Sono una viaggiatrice curiosa, un’instancabile sognatrice, una donna devota all’arte che cerca di portare la sua essenza in giro per il mondo”.
Grazie alla postura ipnotizzante e ad un corpo di porcellana elegantemente tatuato come un tazebao circense, Janet è oggi una delle artiste più apprezzate della scena mondiale. Ecco perché al Mamì l’attesa è altissima: “Venerdì porterò due spettacoli entrambi ispirati al mondo del circo degli anni ’20 e ’30. Due performance dal sapore antico, come se riaccendessimo, dopo tanti anni, la ballerina di un carillon”.
Janet Fischietto ha nella poliedricità artistica il suo tratto distintivo: ha iniziato come danzatrice classica, poi ha studiato flamenco, danza del ventre, trapezio fino ad arrivare, dopo un intenso percorso di crescita e di ricerca, all’arte alchemica del butoh: “Personalmente sono sempre stata affascinata dalle infinite possibilità comunicative che il burlesque dà, alla meraviglia delle emozioni che suscita. Tra accademie e stage, ho studiato tanto nella mia vita e ancora oggi investo tempo nella ricerca. E, in fondo, i miei spettacoli altro non sono che la sintesi suprema del mio percorso…”.
Nel corso della sua carriera ha girato tutto il mondo, ma l’Italia resta sempre nel suo cuore: “Quando parli di live-show pensi subito ad Hollywood, ma in realtà, come dico sempre, il mondo è in un palmo di mano e dunque, a volte, il ‘dove’ non è prioritario. La mia arte, che non ha confini, è soprattutto energia e fusione e dunque oggi dico che anche l’Italia, culla della civiltà e della grande bellezza, resta un terreno fertile nel quale continuare a creare qualcosa di magico”.