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  1. Maria della Scala – principale patrona della Città di Massafra

 

di Giulio Mastrangelo

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Come sappiamo, in antico, il santo patrono di Massafra era San Michele Arcangelo, santo della nazionelongobarda, in quanto la nostra Città vantava usi e consuetudini longobarde tramandate sino al 18001.Proprio in epoca longobarda Massafra conosce un enorme sviluppo: nell’anno 970 in Castello Massafra ilGastaldo presiede il consesso giudicante e decide la lite tra l’abate del monastero di San Pietro in Taranto e tale Iocardo figlio di Sabatino per il possesso di una partita di olivi2.

A epoca longobarda (VIII – X sec.) sono datate le chiese rupestri di San Marco, di Santa Marina e di SantaLucia. Quest’ultima chiesa conservava una tomba bisoma con reperti di epoca longobarda (M. Castronoviconvegno Longobardi). La chiesa di Santa Maria è menzionata per la prima volta in una carta di donazionedel XII secolo: nel 1138 Enrico da Ponte, barone di Massafra, con la moglie Azzolina, dona alcune terre che confinano con la Serra della chiesa di Santa Maria. che, secondo E. Jacovelli, costituiva una vasta area demaniale (che diventerà il ‘Pittaggio’ più popoloso di Massafra) compresa tra le antiche contrade del Crognolo, l’attuale Santuario e la Madonna delle Grazie a Ovest e dei Canalicchi e Est3. Un documentodell’anno 1324, tratto dalle Collettorie dell’Archivio Segreto Vaticano, Rationes decimarum Italiae relative all’anno 13244, ci dice che in Casali Massafre vi erano nove chiese e benefici tra cui la Ecclesia S. Marie deMassafra (la chiesa di Santa Maria di Massafra) che, secondo Jacovelli, sarebbe da identificare “senzaalcun dubbio” con S. Maria della Scala5. Nel 1582, con decreto di Papa Gregorio XIII, la cappella di SantaMaria della Scala (col suo beneficio) fu incorporata e annessa nel patrimonio del Capitolo dell’Insigne Chiesa Collegiata di Massafra, su istanza del vescovo di Mottola Iacopo Micheli e dell’Arciprete e dei canonicidi Massafra6.

Tra la fine del ‘600 e gli inizi del ‘700 la fede verso la Beata Vergine della Scala cresce enormemente ed ilpopolo comincia a considerarla sua Patrona principale e Protettrice. Questa accresciuta fede verso laMadonna motivò l’esecuzione di rilevanti lavori di ampliamento della cappella originaria, con la costruzionedel transetto e della navata destra, mediante il parziale sbancamento della parete di roccia est della Gravina. Il rinnovato edificio di culto fu inaugurato nel 1737, ma ulteriori lavori furono eseguiti nel 1783-47.

Ma il 20 febbraio 1743 si verifica un terribile terremoto che causa morti e orribili devastazioni in molti luoghi della provincia di Terra d’Otranto ma lascia indenne Massafra. Tale prodigio miracoloso fu attribuitoalla potente intercessione di S. Maria della Scala e indusse le Autorità civili e religiose a chiedere con votiunanimi che venisse proclamata Principale Patrona della Città.

La proclamazione ufficiale avvenne con decreto papale, munito del Regio Placet, il   dì 16 Settembre 1776 come attesta la “Breve memoria della Festa solenne celebrata  in occasione del Primo Centenario del Patronato di Maria SS.ma della Scala singolar Protettrice della città di Massafra”8. La prima festa patronalefu solennizzata il 20 Ottobre 1776 con una processione che, partendo dal Santuario, si snodò (non esistendo ancora una scala che permettesse l’agevole transito della statua) sul fondo della Gravina sino al luogo detto lo “Montirrone del Cuonzo” ove il Sindaco dell’epoca, tale Carlo Torelli, offrì le chiavi della Città alla Augusta patrona, ponendole sulla sommità della scala, sostenuta dalla mano destra del simulacro dellaMadonna.

Ma dall’anno successivo in poi mentre la festa religiosa del patrocinio restò fissata al 20 febbraio (in ricordo dello scampato pericolo del terremoto), quella civile si svolge la prima domenica di Maggio e daallora sino a oggi si ripete il Rito della consegna delle chiavi della Città. Lo storico Vincenzo Gallo poneva l’accento sulla “municipalità” di questo rito, come elemento caratterizzante del patrocinio mariano9.

 

Il simulacro processionale

L’icona, oggetto di venerazione, affrescata su un masso praticamente inamovibile dal suo sito, pose al Clero del Capitolo l’esigenza di disporre di una statua processionale. Poco o nulla sappiamo in merito suldove, sul come e sul quando fu acquistata la statua. L’atto per notar Francesco Nicola Capreoli del 28 agosto 175210 ci consente di porre alcuni punti fermi sulle vicende successive all’acquisto11. Da tale atto si desume che la statua, acquistata parecchi anni prima (probabilmente a Napoli) dalla Confraternita  deiMorti con le somme che “impiegar si dovevano in celebrazione di messe”, fu ceduta al Comune di Massafraal prezzo di 75 ducati sulla base della stima eseguita dal can. D. Giacomo Meuli, giusta l’assenso dell’Ordinario diocesano. Vi era stato in precedenza  il tentativo di acquisirla da parte dei sacerdoti deputati della chiesa di S. Maria della Scala; ma esso non ebbe successo in quanto non si riuscì a raccogliere dai devoti la somma occorrente. Quindi la proposta fu fatta propria dal Sindaco dell’epoca, il notar Francesco Nicola Maglio, il quale, conscio che «questa Università da tempo antico ha fatto, siccomefa, la festa della Beatissima Vergine della Scala, verso la quale tutti questi cittadini tengono una particolare divozione, tenendola per Padrona principalissima e per antica Protettrice (…) che è stato solito,ed è, farsi in occasione della festa (..) la processione, così nel suo giorno festivo, come nelgiorno dell’ottava, portandosi la statua di detta Beatissima Vergine», propose, col consenso del Consiglio Decurionale, di chiedere per il valore valutato di 75 ducati la cessione della statua alla Confraternita, che accettò. Nel prezzo erano compresi le corone d’argento, il vestito, e ogni altro ornamento nonché lo stipone “pittato” esistente nella cappella del Purgatorio dove la statua era stata conservata per tanti anni e dovecontinuò ad essere conservata sino all’inizio dell’Ottocento in quanto essa, seppure acquistata dall’Università, continuò ad essere detenuta in comodato per uso liturgico dal Reverendo Capitolo della Collegiata. Tra i tanti i devoti benefattori della Madonna è da ricordare la sig.ra Maria Scala Siciliano, di recente scomparsa, cui si devela donazione del nuovo vestito e l’esecuzione di rilevanti lavori di manutenzione straordinaria al Santuario.

Giulio Mastrangelo

 

 1 G. Mastrangelo, La condizione giuridica della donna nelle leggi longobarde e negli usi matrimoniali

in Terra d’Otranto, Dellisanti ed. 2011, pp.27-40.

2 G. Mastrangelo, Un giudicato longobardo del 970 in Terra d’Otranto, in Annali della Facoltà di Giurisprudenza di Taranto, Anno IV, Cacucci ed., Bari 2011, pp.299-321.

3 Jacovelli 1981, pag.65.

4 Vendola 1939, p. 137. Ratio o Rationes decimarum sono i conti che il Collettore Generale (Ratio) rendeva alla Camera Apostolica, sulla base dei conti che i Sottocollettori (Rationes) rendevano al Collettore Generale. Ciò che essi raccoglievano dalle persone e dai luoghi obbligati al pagamento delle decime era segnato su appositi registri, che venivano conservati nella Camera Apostolica. Tali registri, chiamati Collettorie, erano compilati, naturalmente, quando tutta la decima era stata raccolta, sulle minute originali e avevano valore ufficiale perché compilati da notai.

5 Jacovelli 1963, p. 59 s.

6 Mastrangelo 2007, p. 324.

7 Jacovelli, 1963, p.34 e in nota 2.8 Arch. Cap. Massafra, Libro Battesimi, Anno 1876, ivi.

9 V. Gallo, La Municipalità di un rito, Massafra 1911.

10 ASTA, Notai di Massafra, notar Francesco Nicola Capreoli, Anno 1752, coll. 3299, cc. 20 r. – 31 r.

11 Ringrazio l’amico Antonio Conforti che con rara gentilezza mi ha messo a disposizione il frutto delle sue ricerche e consentito di pubblicarle.

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L’autore di questo articolo (inserito al centro dell’Annuario 2023  Festa Patronale Madonna della Scala”), Giulio Mastrangelo, è nato e vive a Massafra. Laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Padova, svolge l’attività di avvocato libero professionista. Da sempre impegnato nel mondo delle associazioni (cattoliche, sportive, culturali, ambientaliste), promuove e organizza iniziative dirette alla tutela e alla valorizzazione dei beni naturali, archeologici artistici e storici del territorio e per il recupero di antiche tradizioni popolari. Nel decennio 1984-1994 si è interessato dei problemi di protezione dell’ambiente delle Gravine collaborando alla redazione di vari progetti per l’istituzione di parchi naturali attrezzati in Puglia. Presidente dell’Archeogruppo “Espedito Jacovelli” di Massafra dal 1985 al 2002, ha collaborato alla attuazione del progetto nell’ambito del Programma d’iniziativa comunitaria Leader II quale componente del C.d.A. del GAL CSAJT. Dal 2003 è socio della Società di Storia Patria per la Puglia, nonché Ispettore onorario ai Beni archeologici della Soprintendenza Archeologica della Puglia. Ha partecipato, quale esperto della Provincia di Taranto, al progetto comunitario Interreg III C Caves Network. E’ cultore di Storia del Diritto Italiano presso la Università degli Studi di Bari – Facoltà di Scienze Giuridiche di Taranto e membro della commissione di esami in Storia del Diritto Italiano e Storia delle codificazioni moderne.

Fra l’altro è autore di: “La condizione giuridica della donna nelle leggi longobardi e negli usi matrimoniali in Terra d’Otranto” (Dellisanti Editore – 2011); “Un giudicato longobardo del 970 in Terra d’Otranto” (in Annali dellaFacoltà di Giurisprudenza di Taranto, Anno IV, Cacucci ed., Bari 2011) “Toponomastica storica del territorio di Massafra (X– XVIII sec.)”. 221. Dellisanti Editore.

N.B.

Nelle foto. 1) La Madonna della Scala. 2) Giulio Mastrangelo.

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

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