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DEBITO PUBBLICO e INTERESSI,CORRUZIONE,SPESE PUBBLICHE PAZZE. (dal 2011)

 

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1 –    eliminare il DEBITO PUBBLICO (circa e. 2800 mld) e interessi sul debito (73 mld) con una patrimoniale, con una fascia di esenzione per chi ha redditi annui e attività finanziarie al disotto di euro 70.000, e con esenzione 3 case; gli italiani posseggono capitali per 4500 mld, se fuggono, gli immobili, 5000 mld, possono essere confiscati,e, comunque, il debito col fisco, da far rispettare nel mondo, rimane!

 

2 – dato che il “sistema degli appalti” non funziona (troppi casi di corruzione), bisognerebbe commissariare Italia, regioni, province, comuni, e costituire aziende pubbliche (è possibile evitare di ricostituire dei “carrozzoni” ?!?), senza dover fare gare, in cui si inserisce la  CORRUZIONE, con un risparmio, a regime, di 237 mld.di cui la metà vanno alla mafia!

 

3 – per la riforma della giustizia, un addetto del comparto ha invocato il ricorso ad un organo terziario: tale organo c’è: sono i senati accademici, che in consesso fra loro, vengono ad esporre ciò che hanno definito in Senato, ne discutono con le commissioni parlamentari, e alla fine, i testi definitivi vengono votati in Parlamento;  ma anche per tutte le riforme di cui il Paese ha bisogno! Dalle cronache dei lavori, i cittadini potrebbero adeguatamente informarsi!

 

I politici siano coerenti con quanto hanno fatto con la riforma della costituzione, referendum del 2016: hanno sentito gli accademici, costituzionalisti, lo facciano sistematicamente! Anche nei parlamenti locali si potrebbe operare con tale metodo.

 

4 –  abbiamo preso atto che un integrale razionalizzazione della SPESA PUBBLICA non la si vuol fare, e quindi, perché la definizione delle spese, sia a livello locale che nazionale non la facciamo fare ai senati accademici,e poi votate nei Parlamenti, almeno fino a quando le loro riforme non vanno a regime? I professori universitari hanno tutte le soluzioni ai nostri problemi nei cassetti; non è un caso che viene affermato che la società civile, rispetto al mondo accademico, è indietro di 20 anni!  Il risparmio stimato potrebbe arrivare a 200 mld.

 

Sommando i risparmi annui (73+237+200), si ha 510 mld, coi quali si può mandare in pensione chi ne aveva maturato il diritto, prima della famigerata riforma Fornero; dare pensioni che siano adeguate, e non da fame; abbassare il cuneo fiscale, e, quindi stipendi più ricchi; dare un assegno di cittadinanza a chi ne ha davvero bisogno; potremmo avere in tasca denari da spendere nei negozi,e, con i riordini, mettere in moto le aziende di produzione, creando lavoro, sprigionando investimenti e creando risorse per tante necessità che abbiamo, aiutare i poveri del mondo. Il governo.Monti, nel 2011, disse che non c’erano i 2,5 mld di euro per le nuove pensioni: peccato che la politica costava 24 mld, di cui 12 di affitti, troppo!. E si dovrebbero vergognare tutti, anche perchè hanno negato a tanti il diritto/dovere di dare assistenza ai propri genitori anziani.

 

Mi meraviglio che il mondo accademico non si sia già proposto, vista l’incapacità, l’inerzia, dei politici, per metter “a posto” l’ Italia! Se ci sono situazioni o ostacoli che impediscono il coinvolgimento degli accademici, si faccia uno sforzo, una tantum, ponendo “il cuore oltre l’ostacolo”, “per una volta”, come disse papa Vojtyla!  Difendiamo gli accademici come facciamo per i magistrati! Esortiamoli a fare!Quantomeno all’affacciarsi della crisi, nel 2007, approfittando degli annuali rinnovi di 400 mld del debito pubblico, bisognava fare una patrimoniale (no bazooka!), con fascia di esenzione di e. 70000,di reddito annuo e di capitale) e 3a casa (noi italiani /europei non possiamo stampare moneta!). Bisogna coinvolgere tutti gli accademici, confidando nella loro deontologia, che promuoverebbero leggi che abbiano tutte le sfaccettature possibili e “in progress”. Chi non investirebbe in un Paese “normale”, che da troppo tempo hanno fatto “ammalare”!

 

Mobilitiamoci, perchè è necessario rimediare ai danni e metterci nelle condizioni di marcia ottimali !

 

Forse, i sindacati potrebbero portare in piazza il popolo e tener duro fino all’ottenimento dei suddetti

 

provvedimenti.L’evasione fiscale la ricalcoliamo dopo le suddette razionalizzazioni,nel rispetto dell’art. 53 della Costituzione e tassando i lavoratori subordinati anch’essi con dichiarazione dei redditi, così si accorgerebbero di quanti soldi gli sottraggono in busta paga e chiederebbero le soluzioni di cui sopra.

 

Non abbiamo bisogno di fare altro debito col PNRR, facendo le suddette operazioni!!!! Basta debiti!

 

Il Senato potrebbe diventare il senato dei senati accademici! Altro che task force! BASTA LUTTI!

 

MAURO TROIANO DI BOLOGNA

 

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