Ucraina: Save the Children, International Rescue Committee e CARE chiedono di fermare il rimpatrio nel Paese tuttora in conflitto dei bambini attualmente ospitati nei centri di assistenza istituzionali in Polonia
Le tre organizzazioni umanitarie internazionali sottolineano l’esigenza di una valutazione del superiore interesse dei minori, anche in considerazione che molti sono vulnerabili- con disabilità, precarie condizioni di salute e ritardi nello sviluppo – e provengono da zone dell’Ucraina colpite dal conflitto e dai bombardamenti, ed evidenziano che la prima risposta dovrebbe essere quella di garantire assistenza familiare ai bambini nei Paesi ospitanti
Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, International Rescue Committee e CARE chiedono la sospensione immediata del ritorno dei bambini dai centri di assistenza istituzionali della Polonia all’Ucraina.
Le tre organizzazioni umanitarie internazionali, che sostengono i rifugiati in Polonia, sono profondamente preoccupate dalle notizie secondo cui i minori dei centri di assistenza istituzionali vengono rimandati in Ucraina senza una valutazione se ciò sia nel loro interesse[1] e senza una preparazione e una pianificazione coordinate.
Molti dei bambini che dovranno rientrare nelle prossime ore e giorni hanno disabilità, precarie condizioni di salute e ritardi nello sviluppo che richiedono un alto livello di supporto, che non può essere garantito durante il viaggio senza un’attenta pianificazione e un sostegno adeguato da parte di esperti di protezione dei minori.
Inoltre, molti dei bambini sarebbero rimpatriati in zone dell’Ucraina colpite dal conflitto e da continui bombardamenti aerei (come Odessa, Zaporizhzhia e Dnipro) e dove infrastrutture e servizi sono danneggiati e carenti.
Save the Children, International Rescue Committee e CARE, in una dichiarazione congiunta, chiedono pertanto l’immediata sospensione dei rimpatri in Ucraina dei bambini affidati al governo polacco, fino a quando non saranno stabilite procedure e meccanismi di superiore interesse in collaborazione con le organizzazioni internazionali competenti.
La prima risposta dovrebbe essere quella di migliorare la situazione e la condizioni in cui i bambini vivono in Polonia piuttosto che trasferirli in un Paese con ostilità in corso. Le organizzazioni hanno sottolineato come dare priorità all’affidamento dei bambini a forme di assistenza familiare nei Paesi ospitanti ridurrebbe i rischi delle cattive condizioni e del trattamento dei minori negli istituti e di un potenziale ritorno nelle aree non sicure. I bambini non dovrebbero subire le decisioni politiche e l’orientamento dovrebbe essere quello del dare priorità all’assistenza familiare.
Le tre ONG stanno lavorando per stabilire quanti bambini siano attualmente coinvolti, pronte a sostenere le autorità e altri attori per intraprendere azioni immediate e coordinate per raggiungere i seguenti obiettivi: lavorare in modo congiunto sulle procedure per garantire che qualsiasi rimpatrio in Ucraina avvenga solo quando è sicuro, volontario e nell’interesse superiore del singolo minore; garantire che a ogni bambino venga assegnato un assistente sociale governativo o di un’organizzazione non governativa (Fondazione) che lo visiti regolarmente per attuare un piano di assistenza individuale che soddisfi le sue esigenze specifiche; istituire un programma di formazione e supporto per sviluppare la capacità di assistenti e tutori legali che si prendono cura dei bambini; promuovere un’assistenza familiare di qualità basata sui bisogni e sui desideri individuali del minore che preveda un programma transfrontaliero di tracciamento e ricongiungimento familiare in coordinamento con gli attori di riferimento e la garanzia che i bambini, a partire dai più piccoli, possano usufruire dell’assistenza de-istituzionalizzata e familiare.
Firmatari:
- Save the Children International (Polonia)
- International Rescue Committee
- CARE International