La galleria dei Bassi di Palazzo Nicolaci carica di storia, ma con una straordinaria contemporaneità è la cornice perfetta per questo gruppo di artisti che dal 31 maggio all’11 giugno esporranno le proprie opere nella mostra dal titolo “Passaggi”.
Non si tratta di un evento culturale collettivo nell’usuale accezione del termine, ma di un unico armonico progetto.
Pittori e scultori si sono confrontati nell’analizzare e nell’individuare il significato profondo della parola “Passaggi “.
Collettivo è lo sforzo, l’impegno, il desiderio di relazionarsi e amalgamarsi.
Così prende vita questo evento, un vero fermento creativo di interpretazione.
La stessa realizzazione di ogni singolo lavoro è un attraversamento, un viaggio senza limiti di direzione.
L’atto del passaggio si scompone in un caleidoscopio di sensazioni, muta diventando ora gesto libero nello spazio del foglio, senza premeditazione né seduzione, sino alla profondità del colore, ora l’intimo invito a guardarsi dentro, a scavare nelle proprie contraddizioni, a sciogliere pregiudizi, enigmi, chiusure.
Passaggio è materia viva che muta nelle mani dello scultore, la vitale determinazione al raggiungimento di una metamorfosi completa attraverso una transizione; è il coraggioso elogio dell’ambizione, dello stimolo creativo, della passione nella quale lo smarrimento è potenzialità non limite, oppure ci racconta un viaggio alla ricerca della verità non più corrotta dall’utile e dal materiale e dalle sirene del sentimentalismo.
Passaggio è nel tratto deciso del pennello, nella modulazione di pigmenti terrosi quale strumento imprescindibile per descrivere l’impronta emozionale, le ferite e le lacerazioni, la potenza dello scontro/incontro con altri esseri umani; è vibrazioni di gialli, di toni freddi e morbidi blu che si muovono liberi dentro dimensioni spaziali e temporali, dove presenza e assenza, dissolvenza e unione si alternano.
È riuscire a catturare con una pennellata materica l’essenza del dinamismo attraverso la sovrapposizione di piani visivi e lo sdoppiamento delle figure e nelle infinite intersezioni e connessioni superare l’io.
Passaggio è nello spazio introspettivo, saper coprire la distanza tra il punto di partenza e quello di arrivo alla ricerca della propria interezza e forza.
È carezzare l’anima e la pelle.