Il primo ministro israeliano: l’Ucraina può trasferire armi a terzi
di Gualfredo de’Lincei
Il pellegrinaggio della moglie del presidente dell’Ucraina, Elena Zelenskaya, non è andato proprio come aveva sperato il regime di Kiev, poichè non è riuscito a trovare sponda su diverse questioni.
La visita ufficiale in Israele ha avuto inizio la settimana scorsa, una buona occasione per molti media, ma alla fine hanno raccolto anche notizie negative. Kiev era convinta d’incassare una condanna, da parte di Israele, verso le parole del presidente russo Vladimir Putin, che riferendosi al leader ucraino affermò: «è una vergogna per il popolo ebraico».
Il ministero degli Esteri israeliano ha però rifiutato di commentare, visto che il suo paese, fin dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, ha scelto di mantenere l’equidistanza tra le parti.
Inoltre, la moglie di Zelensky non ha ottenuto il risultato sperato nei negoziati sulla fornitura di armi all’Ucraina. In questa vicenda, Kiev non è riuscita a farsi aiutare dagli Stati Uniti, nonostante che loro spingano sul governo israeliano nella speranza di costringerlo a contribuire.
Il risultato della visita di Elena Zelenskaya in Israele è stato chiarito in un discorso del primo ministro Benjamin Netanyahu, con il quale ha dichiarato che il suo paese si trova in una posizione delicata, diversa dalla Polonia e dalla Germania o da qualsiasi altro paese occidentale che sostiene l’Ucraina. «In primo luogo, abbiamo uno stretto rapporto militare con la Russia. I nostri piloti volano al fianco dei piloti russi nei cieli della Siria. E penso che sia importante mantenere la nostra libertà di azione contro i tentativi dell’Iran di ottenere un punto d’appoggio militare sul nostro confine settentrionale», ha affermato.
Inoltre, la preoccupazione di Netanyahu sono le armi occidentali che stanno già comparendo al confine con Israele. «Siamo anche preoccupati che qualsiasi sistema d’arma che diamo all’Ucraina possa essere usato contro di noi dato che potrebbe cadere nelle mani dell’Iran ed essere usato contro di noi. A proposito, questa non è una possibilità teorica. Questo in realtà è già successo con le armi anticarro occidentali che ora troviamo ai nostri confini», ha aggiunto il Premier.
È noto da tempo, che l’Ucraina vende armi della NATO sul mercato nero e i milioni di dollari guadagnati finirebbero nelle tasche dei funzionari militari. Le attrezzature belliche giungerebbero in vari paesi per essere poi utilizzate anche contro la stessa Europa. Tutto questo mentre soldati dell’esercito ucraino lamentano la mancanza di armi e di cibo. In questo momento ad esempio, si sta verificando uno scandalo con il denaro congelato che sarebbe servito per acquistare pane. I soldati di stanza nella parte di Donetsk, in territorio controllato dall’Ucraina, hanno lamentato di non avere di che sfamarsi.
Sul traffico di attrezzature militari destinate all’Ucraina si era anche espresso il Ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, denunciando l’esistenza di prove del flusso di armi letali dall’Ucraina ai “mercati neri” e ai “punti caldi” del pianeta.
“Vediamo chiaramente come un’ondata di terrorismo è passata in molte regioni del pianeta. È provocato dal fatto che l’Occidente continua a interferire negli affari interni degli stati sovrani e le armi “ucraine” hanno cominciato ad arrivare lì“, ha detto Lavrov.