Libano: Save the Children, almeno 12.000 bambini sfollati nel campo di Ein el-Hilweh mentre si entra nel quinto giorno di violenze
L’Organizzazione chiede a tutte le parti di dare la priorità a una de-escalation delle violenze in modo che i bambini e le loro famiglie possano essere protetti e i servizi, comprese le scuole, possano riprendere in sicurezza.
Circa 20.000 persone, tra cui quasi 12.000 bambini, sono state costrette a lasciare le loro case durante cinque giorni di violenza nel più grande campo profughi del Libano, con molti bambini che mostrano segni di angoscia ed ansia. È l’allarme che lancia oggi Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.
Alcune famiglie del campo profughi palestinesi di Ein el-Hilweh hanno dichiarato a Save the Children di essere troppo spaventate per lasciare le proprie case, nonostante abbiano solo scorte limitate di cibo e acqua, a causa della minaccia di spari che imperversa da domenica.
Altre famiglie sono fuggite dal campo, il più grande dei 12 campi profughi in Libano, che ospita fino a 80.000 persone, e si stanno rifugiando nelle scuole vicine. Anche le famiglie sfollate si trovano ad affrontare condizioni difficili, con molti bambini che vengono temporaneamente separati dai genitori e da chi si prende cura di loro mentre cercano sicurezza.
Malak Joudi è un addetto alla protezione e all’advocacy che lavora con il partner di Save the Children, Nabaa, un gruppo libanese che sostiene i rifugiati, in una scuola che ospita famiglie sfollate. “Attualmente stiamo sostenendo circa 76 famiglie che sono fuggite da uno scontro a fuoco – più di 300 persone – nelle scuole fuori dal campo. Con risorse limitate, le scuole sono alle prese con il sovraffollamento mentre ci sforziamo di accogliere e prendersi cura di queste famiglie e bambini sfollati. Nonostante le sfide, ci impegniamo a fornire loro cose essenziali di cui hanno bisogno, come kit per l’igiene e coperte” dice Malak Joudi che prosegue “Una famiglia di cui ci prendiamo cura ha una figlia che ha riportato ferite a causa dei violenti scontri nel campo, e la loro figlia più giovane ha assistito all’incidente. Di conseguenza, la figlia più giovane sta vivendo sentimenti di forte angoscia e paura, chiedendo costantemente informazioni sulle condizioni di sua sorella. Stiamo fornendo il supporto necessario per aiutare la ragazza ad affrontare le sue esperienze ed emozioni”.
Le famiglie sfollate sono preoccupate anche perché non sanno dove torneranno e cosa potrebbe essere successo alle loro case durante gli scontri.
“Stiamo assistendo all’aumento continuo del numero di bambini e famiglie che stanno vivendo angoscia e incertezza a causa dei continui scontri. Molte famiglie sono fuggite dalla violenza senza il tempo di fare i bagagli o prepararsi allo sfollamento. Abbiamo fornito assistenza in denaro alle famiglie colpite dall’escalation delle violenze, per garantire che siano in grado di soddisfare i loro bisogni primari” ha dichiarato George Jreij, Area Manager di Save the Children. “Le famiglie hanno indicato i pannolini e i materassi come le loro necessità principali in questo momento, così come il supporto psicologico ed emotivo. Abbiamo anche consegnato quasi 200 kit igienici di emergenza e siamo pronti ad aumentare la nostra risposta”.
I tentativi di garantire un cessate il fuoco non hanno ancora abbassato la tensione. Save the Children chiede a tutte le parti di dare la priorità a una de-escalation delle violenze in modo che i bambini e le loro famiglie possano essere protetti e i servizi, comprese le scuole, possano riprendere in sicurezza.