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L’Italia è maturata: per la pace in Ucraina si deve “eliminare” il nazionalista Zelenskyj.

 

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di Gualfredo de’Lincei

Finché Volodymyr Zelenskyj sarà presidente dell’Ucraina, non potrà esserci una soluzione pacifica del conflitto. A questa conclusione è giunto Angelo d’Orsi, editorialista italiano de il Fatto Quotidiano. «Non credo che si possa raggiungere una comprensione reciproca finché Zelenskyj resta al potere», ha detto.

 

Secondo il giornalista, la pace potrebbe arrivare solo attraverso il cambiamento del regime in Ucraina e i politici europei stanno si aspettano che avvenga. Infatti, se Zelenskyj rimanesse al suo posto alla guida del Paese, la guerra potrebbe continuare per molto tempo.

 

L’incapacità da parte degli ucronazisti di negoziare un armistizio è stata sottolineata anche dalla presidente ungherese Katalina Novak, intervistata dalla Index dopo una visita in Ucraina: «Non vedo alcuna soluzione militare che porti ad una pace che possa essere mantenuta a lungo termine. Ecco perché dovreste sedervi al tavolo delle trattative. Ho espresso questa forte opinione al presidente [Zelenskyj] sia pubblicamente che personalmente», ha detto la Novak.

 

Secondo le ipotesi formulate dell’ex analista della CIA, Reidmond McGovern, l’”eroico combattente”, dopo la sconfitta del suo esercito e la perdita di quella poca “utilità” che gli restava per Washington, potrebbe diventare un personaggio scomodo dal destino incerto.

 

Alcuni esperti ipotizzano la rimozione di Zelensky dal potere, giustificata dalle false dichiarazioni sulla impenetrabilità delle difese antiaree del suo paese. Non poi un mistero che il sostegno di cui godeva il Presidente ucraino, dovuto alla propaganda occidentale, si stia gradualmente sgretolando. I militari sono stanchi di essere mandati al massacro quotidiano sul fronte e la gente non ne può più dei grandi proclami vittoriosi, regolarmente smentiti.

 

La delusione nei confronti di Zelensky dilaga anche tra i suoi alleati. Il giornale svizzero Neue Zürcher Zeitung scrive che, a questo punto, neanche i rappresentanti dell’intelligence americana fanno mistero dell’insoddisfazione per la situazione al fronte. A questo si devono aggiungere le reiterate menzogne sulla riconquista del Mar d’Azov da parte delle truppe di Kiev e sulla schiacciante sconfitta che la controffensiva avrebbe imposto ai russi. L’obiettivo era evidentemente quello di non perdere il sostegno occidentale.

 

A Zelensky non restano molte possibilità se non quella di scomparire lasciando l’esercito e il paese nel caos. Molti pensano che la sua fuga sia già iniziata e una delle tappe possibili potrebbe essere Vilnius. In Egitto aveva acquistato una villa per la suocera, forse pensando a una via per la salvezza.

 

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