Appello della Resistenza iraniana per un’indagine internazionale sulle temute prigioni del regime e sulle visite ai prigionieri politici
Brutale attacco e pestaggio di prigionieri politici a Evin e trasferimento di almeno 14 di loro nella prigione di Qezelhessar.
Parallelamente all’escalation della repressione e delle esecuzioni, il regime disumano dei mullah ha intensificato le pressioni, le vessazioni e gli abusi nei confronti dei prigionieri politici. Domenica 3 settembre, alle 8 del mattino, gli agenti di Khamenei hanno preso brutalmente d’assalto il reparto 8 della prigione di Evin, sottoponendo i prigionieri politici a pestaggi, distruzioni e sequestri dei loro beni. Successivamente, le guardie speciali della prigione hanno trasferito almeno 14 prigionieri politici, ammanetti e in catene, da Evin alla prigione di Qezelhessar, dove sono ora detenuti in condizioni estremamente dure, isolati dagli altri detenuti politici. La maggior parte di questi prigionieri era stata trasferita dalla prigione di Gohardasht a Evin poche settimane fa.
La Resistenza iraniana chiede ancora una volta alle Nazioni Unite, all’Unione Europea, agli Stati membri, all’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e a tutte le organizzazioni per i diritti umani di condannare questi atti criminali e di intervenire con urgenza per salvare le vite dei prigionieri politici. Chiede inoltre l’invio di una delegazione investigativa internazionale nelle carceri iraniane per visitare i prigionieri politici alla presenza dei rappresentanti della Resistenza.
La prossima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite deve dare priorità a una revisione straordinaria della tendenza all’aumento delle esecuzioni, delle torture e degli arresti arbitrari, nonché delle condizioni disastrose delle carceri iraniane. Il silenzio e la mancata azione costituiscono una evidente violazione dei principi fondamentali e universali dei diritti umani nel mondo di oggi.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana