FARMACO VETERINARIO: SCHEMA DI DECRETO LEGGE METTE A RISCHIO LA CURA DI CANI E GATTI
LAV: CHIEDIAMO AL GOVERNO E ALLA COMMISSIONE AFFARI SOCIALI DELLA CAMERA DI NON FARE UN PASSO INDIETRO NELLA TUTELA DELLA SALUTE ANIMALE
La possibilità per tanti animali di essere curati è a rischio. Nel 2023, secondo i dati di Eurispes, il numero di italiani che hanno scelto di rinunciare a cure o interventi chirurgi per i loro animali è il 28,5%, con un animale su tre che rischia di non essere curato.
Eppure, nello di Schema di decreto legislativo sul medicinale veterinario che la prossima settimana proseguirà l’esame alla Commissione Affari Sociali della Camera è esclusa ingiustamente la possibilità per il medico veterinario, in scienza e coscienza, di prescrivere un medicinale a uso umano per la cura di cani e gatti che vivono in contesti di fragilità sociale. Medicinale che ha lo stesso principio attivo, ma risulta meno costoso di quello veterinario.
La salute degli animali desta forte preoccupazione. Basti pensare che tre anni fa, con la Legge di Bilancio 30 dicembre 2020, n. 178, il Parlamento aveva introdotto questa norma di civiltà che – assieme al Decreto del Ministero della Salute che stabiliva i criteri in base a cui il medico veterinario poteva prescrivere il medicinale a uso umano – era stata salutata con favore da tante persone che, a causa della crisi economica o per fragilità economica pregressa, non avevano la possibilità di curare i cani e i gatti. Purtroppo, però, questa disposizione è destinata a decadere con l’entrata in vigore del nuovo Decreto legislativo sul farmaco veterinario.
“Per garantire il diritto alla cura degli animali che vivono nelle famiglie in situazioni di difficoltà economica, è necessario mantenere per il futuro quanto era stato voluto dal Parlamento e quanto già in vigore da tre anni” dichiara Ilaria Innocenti, Ufficio Rapporti Istituzionali LAV. “Farne perdurare gli effetti positivi e renderli più efficaci avrà una ricaduta positiva su animali che altrimenti non potrebbero essere curati”.
Non possiamo credere che Governo e Parlamento vogliano compiere un grave passo indietro. Per questi motivi abbiamo scritto all’Esecutivo e alle Commissioni di Camera e Senato – dove il provvedimento è in esame – per chiedere di non spazzare via la possibilità di curare gli animali con un medicinale umano che abbia lo stesso principio attivo di quello veterinario, ma sia meno costoso, e abbiamo proposto ulteriori misure per rendere economicamente accessibili i medicinali veterinari.
La positiva disposizione, fortemente voluta da LAV, del cosiddetto “blisteraggio”, ovvero la possibilità di cessione frazionata del medicinale veterinario – contenuta nel provvedimento che diventerà Legge – da sola non basta per rendere realmente accessibile il medicinale veterinario. Sono necessarie ulteriori misure, tra le quali un meccanismo che ne controlli il prezzo e lo renda concretamente acquistabile, così come avviene per il farmaco umano, e a fronte delle fragilità economiche mantenere la prescrizione in deroga del medicinale a uso umano.
La necessità di rendere accessibile il medicinale veterinario è stringente anche alla luce del fatto che, come stabilito dalla giurisprudenza, non garantire agli animali l’accudimento e le cure dovute configura la violazione del Codice penale in tema di maltrattamento (articolo 544 – ter del Codice penale). Violazione che lo Stato, ai sensi del novellato articolo 9 della Costituzione, ha il dovere di prevenire in quanto esso attraverso la Legge “disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
“Chiediamo dunque con forza al Governo e alla Commissione Affari Sociali della Camera di sostenere le nostre richieste e di inserirle nel nuovo Decreto legislativo sul medicinale veterinario”, conclude Innocenti di LAV.