“A SANGUE FREDDO” le taglienti verità di Enomi
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“A sangue freddo” invita a mostrare le proprie cicatrici con orgoglio e soddisfazione, ad essere spudorati e veri, conservando sempre una cinica umiltà ed eleganza, e dimostrando che ognuno è in grado di prendere in mano qualsiasi tipo di situazione, utilizzando la propria vita e la propria forza, come un manifesto della conquista di sé stessi.
A volte baste scegliere se rimanere in bilico in cima al burrone, soccombere ad una realtà parallela, o lasciarsi andare alla determinata sincerità, fatta di sensazioni, pensieri ed emozioni appartenenti a quella fase di vita in cui ci si ritrova da soli ma liberi da una situazione che ci faceva sentire in trappola e soffocati.
Quella fase in cui ritorniamo a sentirci forti e riusciamo finalmente a ritrovare
noi stessi dopo esserci sentiti persi e vulnerabili, in cui finalmente prendiamo in mano la situazione e dirigiamo tutto con estrema sicurezza e determinazione.
ASCOLTA “A SANGUE FREDDO”
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“A sangue freddo” è una pallottola di verità sparata senza pietà nei confronti di coloro che ci hanno arrecato dolore agendo lucidamente ma soprattutto “A sangue freddo”, dimostrando di che pasta si è fatti realmente: è la presa di consapevolezza del proprio io insieme al riconoscimento dei propri limiti, guardarsi improvvisamente allo specchio dopo un lungo e sordo periodo di silenzio con sé stessi.
Un dolore che lascia delle cicatrici che non sono altro che una dimostrazione di forza e di resilienza: un’immagine quella della cicatrice, non solo metaforica ma anche estremamente intima e reale come quella mostrata sulla copertina di questo brano appartenente all’artista stesso: una prova di coraggio la sua in cui letteralmente mette a nudo pubblicamente la parte più delicata del suo corpo a servizio dell’arte per rendere ancora più impattante il titolo e il significato di questa canzone. Una copertina dalla grande potenza evocativa che conserva l’eleganza del rock, intrisa di elementi accattivanti: la rosa secca simbolo di un amore ormai spento e segnata dal dolore, ma che ancora resiste tra le mani di Enomi conservandone i colori tenui e delicati che accompagnano perfettamente quelli sgargianti di una camicia dal motivo tigrato aperta, pronta a mostrare la ferita di una vita, con a fianco il cappello da cui l’artista non riesce a separarsi.
Un invito a lasciare andare la tempesta, e smettere di ricoprire di terra le ferite, per lasciarle respirare affinché possano cicatrizzare.
Il brano prodotto da Marcello Forlani guarda senza troppi fronzoli al Rock anni ‘70, e lo fa attraverso le sonorità essenziali – ed è il caso di dirlo vere – di chitarre, Rhodes, wurlitzer che insieme al basso ripetono quasi ossessivamente il riff portante del brano.
Un arrangiamento che punta da una parte a far emergere la polivalente attitudine canora di Enomi, dall’altra a seguire la tensione emotiva crescente di un testo crudo, vero e “cinico”.
In altre parole questo brano può essere definito da tutti i punti di vista un vero e proprio “momento verità”.