CENTERGOSS MODELLO PER L’UNIONE EUROPEA IN VISTA DELLA STRATEGIA PER UN TESSILE SOSTENIBILE E CIRCOLARE
Apprezzamento unanime da parte dei parlamentari europei Alessandra Moretti, Carlo Fidanza e Sabrina Pignedoli per le best practices del polo bolognese. “Il Proto Moda è un modello di produzione da imitare per una sostenibilità ampia rivolta sia all’ambiente che alla tutela delle imprese”
L’unione europea tira dritto verso una strategia per il tessile sostenibile e circolare. L’iter per regolamentare il mercato è avviato e si lavora alle nuove norme europee per contrastare le degenerazioni del Fast-Fashion e tutelare il Made in Italy. Venerdì scorso Centergorss Bologna, il più importante polo europeo del Pronto Moda Made in Italy ha ospitato l’incontro “La strategia dell’Unione europea per un tessile sostenibile e circolare” organizzato da Money.it in collaborazione con il Parlamento Europeo e moderato da Gianluca Papa. Sono intervenuti, Piero Scandellari, Presidente Centergross, Alessandro Nardone Communication manager Centergross, in collegamento dal Parlamento Europeo per la tavola rotonda “Moda circolare, verso una produzione sostenibile” gli europarlamentari Alessandra Moretti, Carlo Fidanza e Sabrina Pignedoli, Maurizio Molinari, capo dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano, Antonio Franceschini responsabile CNA Federmoda, Riccardo Collina Phygital Export manager Centergross, Roberto Corbelli Art director, Alessandro Santi ceo Souvenir e Francesca Boni founder ilvestitoverde.com.
L’Unione Europea si impegna nella promozione di una strategia per il tessile sostenibile e circolare, un passo fondamentale per affrontare le sfide del settore e proteggere l’industria tessile italiana ed europea. I punti sollevati dai vari partecipanti all’incontro sottolineano l’importanza di considerare la sostenibilità, la sicurezza dei trattamenti e dei materiali, nonché la tutela dei diritti dei lavoratori come criteri discriminanti nella definizione delle regole e delle normative per le aziende. Questo approccio etico ed equilibrato è fondamentale per garantire un futuro sostenibile. Inoltre, la proposta di creare un marchio di garanzia per il Pronto Moda e il riconoscimento di Centergross come modello di sostenibilità sono passi positivi nella direzione giusta. La combinazione di sostenibilità e innovazione, come evidenziato da Centergross, dimostra che le aziende possono crescere economicamente senza compromettere l’etica e la qualità, valori riconosciuti a Centergross e al Pronto Moda dal Ministro a Imprese e Made in Italy Adolfo Urso in occasione della sfilata Winter Melody.
“Il nostro distretto è in prima fila nel favorire nuove norme – ha affermato il Presidente Piero Scandellari -. Con questo incontro abbiamo sollevato un punto importante riguardo alla necessità di promuovere la sostenibilità nell’industria tessile e limitare il fast fashion. Dobbiamo adottare regolamenti equi e restrittivi per garantire che le aziende italiane ed europee abbiano la possibilità di competere in modo equo altrimenti rischiamo di favorire ulteriormente le multinazionali del fast fashion a scapito delle aziende locali. La sostenibilità e la tutela delle imprese europee dovrebbero essere priorità nella formulazione di politiche industriali all’interno dell’unione europea limitando o, addirittura, bloccando quanto non in linea con i nostri regolamenti”.
Alessandro Nardone, Communication manager di Centergross sottolinea come “il distretto di Bologna, creato 46 anni fa, è una realtà nata sostenibile che, non a caso, ha incubato il modello di business del Pronto Moda. Sappiamo bene che il tema della sostenibilità debba andare di pari passo con l’innovazione e la transizione digitale, anche come driver di crescita e competitività attraverso un’adeguata comunicazione di tutto il buono che i nostri imprenditori producono ogni giorno. Chiedo ai parlamentari presenti oggi di portare il Pronto Moda Made in Italy in Europa come modello virtuoso e argine Made in Italy e sostenibile al Fast-Fashion”
Unanime l’apprezzamento degli europarlamentari intervenuti all’incontro e impegnati nell’iter per arrivare a nuove norme europee per contrastare le degenerazioni del Fast-Fashion e tutelare il Made in Italy. Alessandra Moretti, eurodeputata del Partito Democratico e membro della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, al lavoro su un regolamento per la progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili, sostiene che “il regolamento europeo è ad un punto di svolta. Dobbiamo sostenere le aziende per affrontare le sfide climatiche proteggendo e valorizzando il tessuto economico locale. La transizione verso pratiche più sostenibili non dovrebbe mettere in difficoltà le imprese, piuttosto offrire opportunità di crescita e innovazione. Un approccio bilanciato che tenga conto delle esigenze climatiche che delle necessità economiche, è fondamentale per creare un futuro sostenibile per tutti”.
Per Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli d’Italia e membro della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, “è importante sottolineare la necessità di considerare non solo la sostenibilità ambientale ma anche la sicurezza dei trattamenti e dei materiali utilizzati nonché la tutela dei diritti dei lavoratori. Questi fattori dovrebbero essere discriminanti per stabilire regole normative per le aziende. Le multinazionali che non rispettano questi standard dovrebbero affrontare conseguenze significative, perché il prezzo della sostenibilità non può gravare tutto sulle tasche degli imprenditori italiani e sul consumatore finale. Se così non fosse favoriremmo ulteriormente chi produce non rispettando norme di sicurezza e diritti umani fondamentali, cosa che ovviamente impediremo”.
Sabrina Pignedoli, eurodeputata del Movimento Cinque Stelle sottolinea che “il prezzo è un fattore determinante, spesso cruciale per i consumatori ma non dovrebbe mai essere a scapito della qualità e dei diritti dei lavoratori. La sostenibilità ha un prezzo sul breve termine, mentre in prospettiva è un guadagno per tutti. Quindi bisogna procedere gradualmente sostenendo questa transizione affinché sia durevole e conveniente”. Avere in Italia una realtà quale è Centergross da proporre come modello all’Unione Europea rappresentano una grande soddisfazione e motivo di orgoglio per l’Italia anche per Maurizio Molinari, capo dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano.
Il fattore prezzo è al centro dell’intervento anche di Antonio Franceschini, responsabile CNA Federmoda, secondo cui “il fast fashion ha drogato il mercato favorendo l’acquisto di abbigliamento a basso costo alle condizioni negative che conosciamo. Centergross e il suo modello del Pronto Moda dimostra che le aziende possono avere successo economico senza sacrificare l’etica e la qualità, mezzo offrendo abbigliamento accessibile senza compromettere la qualità e il benessere dei lavoratori”.
“Sarebbe importante realizzare un marchio di garanzia del Pronto Moda come esiste nel food, una sorta di certificazione per chi rispetta i criteri a cui dovrebbero andare i sostegni europei”. E’ la proposta avanzata da Riccardo Collina, Phygital Export manager Centergross mentre per Roberto Corbelli, Art Director, “le nuove regole devono avvantaggiare i produttori e non ostacolare il loro lavoro, soprattutto quello dei più piccoli. Se la sostenibilità presuppone grandi investimenti, questi devono essere favoriti e sostenuti, non possono essere solo o tutti a carico dei produttori”.
Positivo e ottimista Alessandro Santi, CEO Souvenir, brand che ha da tempo abbracciato il tema della sostenibilità nel processo produttivo. “Stare all’interno di un distretto come Centergross rappresenta un valore aggiunto perché aiuta a fare sistema. Secondo me le aziende italiane raggiungeranno gli obiettivi a favore della sostenibilità e dell’innovazione anche prima del 2030.”
All’incontro ha partecipato anche Francesca Boni, founder de “Il Vestito Verde” – piattaforma per rendere più accessibile la moda sostenibile con centinaia di marchi di moda – che ha spiegato il modello di business e e le linee guida del progetto.