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DAKAR 2024 IN ARABIA, LA QUINTA VOLTA IN GARA DEI FRATELLI TITO E SILVIO TOTANI

L’equipaggio aquilano pronto a vivere le emozioni del più famoso Rally al mondo

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L’AQUILA – Grande pubblico e grande entusiasmo ieri sera nel vasto salone del Centro auto e veicoli “off road” Totani Company, a Pianola alle porte dell’Aquila, per la presentazione della quinta spedizione alla Dakar dei fratelli Tito e Silvio Totani e del loro equipaggio. Amici, conoscenti e clienti della Totani Company hanno riempito il grande autosalone per questa vetrina della nuova impresa, con la partecipazione al Rally più famoso del mondo, il Dakar 2024, che si svolgerà interamente sul territorio dell’Arabia Saudita dal 5 al 19 gennaio 2024. Lo storico rally Parigi-Dakar, abbandonata l’Africa a causa del terrorismo, lasciato il Sud America (Argentina, Cile, Perù) per via del difficile andamento economico in quell’area, da qualche anno si tiene in Arabia.

 

I due piloti aquilani e il loro equipaggio partiranno a gennaio prossimo per vivere per la quinta volta le emozioni e gli sbalzi di adrenalina della più famosa gara fuori strada al mondo. Felice e orgoglioso il patron dell’azienda, Orazio Totani, vero anfitrione della serata, alla guida dell’impresa fondata nel 1947 ed ampiamente affermatasi nel campo del commercio e dell’assistenza di grandi marchi automobilistici, ma soprattutto tra le prime nel Paese nella preparazione di auto e motori off road sotto il brand Totani Motors, con clienti da tutta Italia e anche dall’estero.

 

All’evento di presentazione, condotto dal giornalista Marco Signori, è intervenuto il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, a portare il suo saluto e quello della comunità aquilana quale miglior auspicio a questa nuova impresa del team Totani. Ha anche richiamato, nel suo intervento, le doti dei fratelli Silvio e Tito – evocando Nietzsche – l’uno dall’indole apollinea, l’altro di indole dionisiaca. Silvio, stimolato dalle domande di Marco Signori, ha espresso soddisfazione per la preparazione dell’imminente nuova avventura nel deserto, sottolineando gli interventi tecnici effettuati sull’auto (la loro “storica” Nissan Patrol), rivisitata nel motore e rinnovata in molte parti meccaniche, anche ricordando la sua prima volta alla Parigi-Dakar, in gara con un camion. L’auto, partita ieri mattina per Barcellona, dove avrà le analisi di omologazione, partirà in nave insieme a quelle degli altri team in gara alla vota dell’Arabia Saudita.

 

“Siamo pronti alla nuova sfida. Il percorso è leggermente diverso da quello di due anni fa e la nostra auto è sempre la stessa. L’obiettivo? Resta quello di arrivare al traguardo!”, così in estrema sintesi lo spirito di Tito e Silvio Totani nell’apprestarsi a correre la Dakar 2024, la più prestigiosa, dura e suggestiva gara di Rally al mondo. “Abbiamo fatto diversi lavori sulla macchina”, dicono, “abbiamo rivisto motore, trasmissione e raffreddamento. Il percorso è più difficile, essendoci due nuove tappe Marathon. In gara ci sono 434 partecipanti, un record assoluto, e tra le auto noi siamo tra i pochissimi che partecipano ancora con una macchina di vecchia generazione”. Tito ha sottolineato l’eccezionale messa in prova per ogni concorrente, e particolarmente di se stesso, del sistema psicologico e fisico, per lo stress adrenalinico che accompagna la gara, che non consente di pensare ad altro se non alla prova stessa.

 

Per i due imprenditori aquilani, come si diceva, si tratta della quinta partecipazione, due in assistenza e tre in gara, al Rally che fino al 2007 prevedeva la tappa finale a Dakar, capitale del Senegal nell’Africa occidentale. L’auto, salvo appunto alcuni adeguamenti, è la stessa con cui hanno corso nel 2022: una Nissan Patrol GR Y62, 4.800 cc benzina, 6 cilindri, 320 cavalli, allestita con cerchi Braid, ammortizzatori Oram, pneumatici Toyo M/T Open Country. L’equipaggio, tutto abruzzese, partirà ad inizio d’anno per l’Arabia Saudita e sarà impegnato nell’impresa dal 5 al 19 gennaio prossimo.

 

L’equipaggio è uno dei pochissimi italiani iscritti nella categoria “T1 quattro ruote motrici” e i Totani hanno alle loro spalle i successi della Dakar 2012 in Sud America e della Dakar 2022 in Arabia: nel primo caso furono gli unici italiani a tagliare il traguardo della terribile gara che li vide affrontare i picchi andini del Cile fino alle spiagge oceaniche del Perù, mentre nell’ultima partecipazione si sono piazzati al sessantesimo posto in classifica generale, primi tra gli equipaggi italiani e primi tra le auto a ponti rigidi. Questa è la quinta volta che l’Arabia Saudita ospita l’evento. La gara inizierà dalla millenaria città di Al Ula, attraversando il Paese in direzione dell’Empty Quarter e arrivo a Yanbu sulle rive del Mar Rosso. Un prologo, 12 tappe e 14 giorni di corsa su un percorso che coprirà una distanza equivalente di 9.000 chilometri, con il 60% di tratti completamente nuovi. Un totale di nove bivacchi saranno allestiti su un’ampia fascia che corre da ovest a est, incrociando il percorso in entrambe le direzioni fino all’arrivo finale a Yanbu.

 

La gara nacque nel 1976 da un’idea di Thierry Sabine il quale, dopo essersi smarrito nel deserto durante il percorso da Abidjan a Nizza, decise di creare un Rally che percorresse la direzione inversa. Nel 1979 la corsa debuttò sotto la denominazione di Oasis, salvo poi prendere il nome di Parigi-Dakar dall’edizione successiva. Nei primi anni il rally fu caratterizzato da un’organizzazione molto semplice: ai concorrenti veniva garantita un’assistenza minima tra una tappa e l’altra e, mancando le grandi case automobilistiche e motociclistiche in quanto non erano a conoscenza della competizione, concorrevano esclusivamente piloti privati. L’edizione 1982, invece, fu caratterizzata dalla costosissima missione internazionale di ricerca e salvataggio di Mark Thatcher, figlio dell’allora Primo Ministro britannico Margaret Thatcher, smarritosi nel deserto del Sahara mentre partecipava alla competizione. Mark, per interessamento della madre, il 14 gennaio 1982 fu ritrovato grazie all’avvistamento di un aereo dell’aviazione militare algerina. La notizia ebbe immediata e vastissima eco nei mass media di tutto il mondo e questo permise alla Dakar di assurgere agli onori delle cronache. Nell’edizione del 1992, la corsa arrivò in Sudafrica, a Città del Capo, attraversando quasi tutti i paesi dell’Africa occidentale. Dopo l’annullamento dell’edizione 2008 a causa di potenziali attentati terroristici, la corsa ha spostato il suo percorso dapprima in Sud America e poi, dal 2020, in Arabia Saudita, conservando comunque la denominazione Dakar. Alla gara partecipano autovetture, motociclette, camion, quad, e side by side. I mezzi che intraprendono questa durissima gara sono dotati di sistema Gps e vengono opportunamente rinforzati a livello meccanico per resistere alle alte temperature e alle forti sollecitazioni.

 

Goffredo Palmerini

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