Allarme social: attenti ai test di autodiagnosi per adolescenti
Nell’introduzione alla terza stagione di Imagine, denunciati i pericoli della sovraesposizione mediatica di comportamenti fatti passare per patologie
Roma. Nel corso della puntata di presentazione della terza stagione di Imagine, la professoressa Palmieri, intervistata dalla giornalista Valeria Biotti, ha affermato: «Nelle prossime puntate di Imagine si cercherà di chiarire in che modo, recentemente, la Filiera Psichiatrica si sta trasformando, indossando un nuovissimo vestito, tramite una sovraesposizione mediatica di comportamenti che vengono fatti passare poi per patologie. Il messaggio, diretto soprattutto ai genitori e agli insegnanti, è una sorta di: “Tuo figlio non è svogliato, tuo figlio non è incapace di stare seduto, è semplicemente malato. Non c’è niente di male, è malato.”
E ultimamente i social sono diventati estremamente pericolosi. La Filiera Psichiatrica, usando questi canali, si sta collocando sia nelle fasce che raccolgono i genitori ma anche nelle fasce adolescenziali.
Sui social abbiamo visto i test per autodiagnosi degli adolescenti: “Non ti preoccupare se non vai bene a scuola, fai questo test: sicuramente hai un disturbo dell’apprendimento per cui non approfondire, non passare tutto il pomeriggio a studiare, sei semplicemente malato.”
Quando questo messaggio arriva ai nostri giovani stiamo inficiando quello che può essere il futuro delle prossime classi dirigenti e non solo, anche il futuro della popolazione tutta, dei ragazzi, dei giovani, di tutta la società. Questo è sicuramente un soggetto che sarà trattato ampiamente.»
Nel corso della trasmissione, la professoressa ha portato all’attenzione del Popolo dei Diritti Umani come si stiano raggiungendo dei traguardi probabilmente mai visti prima, sia in termini numerici sia di consapevolezza e conoscenza della tutela dei minori.
Ha poi enunciato alcuni degli argomenti che saranno approfonditi:
sicuramente si tornerà sul grande tema che è stato sempre tenuto caldo nelle altre stagioni: le sottrazioni dei minori in Italia;
del sistema scuola e dei decreti che stanno attraversando la scuola, in particolare del decreto Caivano che, entrando a gamba tesa nel sistema scolastico, ha prodotto una serie di norme a carattere punitivo, più che educativo e preventivo;
non ci dimenticheremo poi dei nuovi manicomi per bambini e dell’abuso diagnostico; e
un po’ di tutta l’area dei minori dove sembra che il silenzio, anche di quelle istituzioni che dovrebbero garantire il benessere, soprattutto dei minori, sia assordante.
Laddove tutto tace, noi, con Imagine, col nostro popolo, con i nostri bambini, con le nostre famiglie e con tutto lo staff dell’INPEF, ovviamente, cercheremo di essere presenti.
Si parlerà anche di medicalizzazione in relazione al diritto all’apprendimento. Secondo la legge, di fronte a delle semplici difficoltà, si devono mettere in campo delle adeguate attività di recupero didattico mirato. E se lo studente migliora, non si tratta di persistenti difficoltà e bisogna continuare a lavorare sull’apprendimento senza medicalizzare.
Imagine è un programma online, ma nel corso del 2023 questi temi sono stati portati anche sul territorio con la presentazione dell’ultimo libro della professoressa, Non so se sai… di Bibbiano – la grande battaglia del Popolo dei Diritti Umani, Armando Editore. Tra le località visitate: Cisterna di Latina, Borgo Valsugana, Catania con l’associazione La Forza delle Donne dove il focus è stato sulle donne che subiscono violenza e che poi perdono i figli quando denunciano. In modo particolare, l’evento di Verona che è stato organizzato da un gruppo di mamme molto coraggiose e combattive in una parrocchia; un fatto straordinario perché c’era anche il parroco di quartiere. In Valle D’Aosta abbiamo avuto un’esperienza straordinaria a Pont-Saint-Martin dove è stato stabilito un concetto importante, cioè che i servizi territoriali non sono i padroni delle famiglie: «Le famiglie non sono di proprietà di quella rete territoriale che abbiamo tanto cercato e costruito anche attraverso battaglie politiche negli anni, e che poi purtroppo è diventata una rete composta da privati. Bisogna ribadire che esiste la libertà di scelta per cui le famiglie, le madri, i padri, le ragazze e i ragazzi possono scegliere da chi farsi aiutare, da chi farsi curare e da chi farsi seguire. E questo è davvero molto importante proprio perché è un diritto umano ed è fondamentale per evitare quell’abuso diagnostico che ci attanaglia.»
La Professoressa ha anche anticipato il tema del suo prossimo libro in cui si occuperà del diritto delle persone ad essere felici attraverso l’apprendimento: il Diritto all’Apprendimento.
Questo diritto non c’è in caso di sanitarizzazione, se viene emessa una diagnosi in base alla quale poi non si insegna più niente, se c’è questa “stampella” che poi serve solo ad emarginare il ragazzo. Servono invece docenti credibili e l’Italia è fatta di tantissimi docenti credibili che spendono ben oltre quello che è il loro tempo di lavoro per fare un intervento di tipo educativo sui ragazzi.
Imagine è un format particolarissimo perché, mentre le trasmissioni televisive giornalistiche o d’approfondimento tengono fissa la figura dell’intervistatore che sceglie poi con chi confrontarsi, con Imagine è sempre Vincenza Palmieri che dialoga con personalità intellettuali di ogni natura del giornalismo, dell’arte e dello spettacolo.
Imagine ha l’ambizione di fare la “rivoluzione”, una rivoluzione che è trasformazione. Le grandi rivoluzioni sono state la scuola dei diritti umani nel mondo. Gli studenti usavano la risata per seppellire un vecchio sistema: “Una risata vi seppellirà.”
La professoressa ha concluso la puntata con queste parole: «Io credo che dovremmo ritornare, urgentemente, a creare biblioteche di quartiere, centri per i ragazzi, perché altrimenti se noi non costruiamo campi sportivi, campi di calcetto, sedi per andare a imparare a suonare la chitarra, posti per andare a leggere e studiare insieme, perché imparare assieme è più bello.
Non dobbiamo sanitarizzare tutto all’interno del servizio territoriale e dei centri di diurni.
Ragazzi bisogna fare una rivoluzione. Ma cosa aspettiamo ancora a dire che non funzionano? Che i ragazzi non ci vogliono andare? Che somministrano psicofarmaci anche di nascosto?
Noi siamo rivoluzionari, siamo educatori, siamo sostenitori dei diritti umani.»
Per le prossime puntate di Imagine ci sono amici, professionisti, artisti e giornalisti che hanno già accettato di condurre qualche puntata. Sono davvero dei grossi personaggi che hanno già fatto tanto in questa direzione e si sono anche spesi per i diritti umani.
A marzo, quindi subitissimo, ci vedremo con una bellissima puntata, assieme a un personaggio molto amato.
Ufficio stampa INPEF