Salvini ha i nomi, ma il dopo Zaia lo decide FDI (Meloni)
Donazzan apripista partito alle europee, intanto si ‘scalda’ Zoppas
Roma – C’è ancora tempo per decidere chi prenderà il posto di Luca Zaia come presidente del Veneto. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha già detto che ha 10 nomi in testa, che però le carte sarà Zaia a darle. Ma il vento è già cambiato e la direzione pare segnata: se anche le prossime elezioni europee vedranno il partito di Giorgia Meloni al primo posto allora il Veneto sarà governato da Fratelli Italia, con un presidente di area e sul quale c’è già il gradimento della leader del partito.
Sentendo alcune fonti venete del Centrodestra a livello trasversale, ecco il quadro che sta emergendo. “Dentro Fratelli d’Italia- spiegano- c’è l’assessora regionale al Lavoro, Elena Donazzan, che già pensa di candidarsi alle prossime regionali”. Ma non è candidata alle elezioni Europee? “Vero, ed è proprio che da lì vuol partire. Donazzan sta dicendo in giro che prenderà minimo 80.000 preferenze, e che quel forte consenso lo utilizzerà quando verrà il momento di decidere il candidato presidente”. Ma c’è un problema, a quanto risulta Donazzan non è considerata di stretta osservanza con la leader di Fratelli d’Italia. Dentro il partito di Meloni, infatti, invitano a girare le antenne in direzione “del ministro Adolfo Urso nato a Padova”.
Che c’entra? “Urso ha già adocchiato il candidato- spiegano- tra le sue prime nomine, infatti, ha scelto Matteo Zoppas come presidente dell’Ice. E lui ha tutte le caratteristiche dell’uomo giusto per la nuova fase politica di Fratelli d’Italia in Veneto”.
Nato nel 1974 a Pordenone, Matteo Zoppas si è laureato in Economia Aziendale all’Università Luigi Bocconi di Milano, e tra le tante cariche significative quelle che fanno riferimento a Confindustria. Zoppas è stato membro del Consiglio centrale di Confindustria nazionale, poi Presidente di Confindustria Venezia e dal 2017 al 2019 Presidente di Confindustria Veneto. Esponente non dichiaratamente di partito, di area, con visione imprenditoriale e di raccordo forte con l’economia regionale. Con lui, dicono, “Fratelli d’Italia farebbe un gran salto di qualità, con persona di alto profilo e non meramente di partito”.
E la Lega di Salvini? In Veneto, come già ha fatto intendere il Governatore Zaia, la candidatura del generale Vannacci ha creato grande scontento, e molti temono che ci sarà gran travaso d voti leghisti in direzione Fdi e Forza Italia perché, spiegano, “il Veneto è terra democristiana e moderata non ama gli estremismi”. C’è pure Flavio Tosi, a suo tempo leghista ora in Forza Italia, “che sta già lavorando a crear scompiglio e spazio per se – spiegano- qualcuno pensa che nel caso il Centrodestra dovesse ‘spaccarsi’ lui potrebbe giocarsela in proprio, magari creando una sua lista e confidando anche dei possibili voti che arriverebbero dal Centrosinistra, spaccatissimo e fuori da ogni partita, che a quel punto potrebbe giocarsi almeno una vittoria a margine”. Ma altri interpellati pensano siano soltanto pensieri degli interessati.
Ma che dentro la Lega del Veneto ci siano grossi problemi lo si vede seguendo il consiglio di una fonte “di guardare a che cosa sta accadendo a Bassano del Grappa, grande e significativo comune. Lì la sindaca uscente della Lega di Salvini, Elena Pavan, non è stata ricandidata dal partito che ha
invece puntato su Nicola Finco, vicepresidente del Consiglio regionale e, udite udite, che si presenta appoggiato da Forza Italia e liste civiche. Fratelli d’Italia, invece, ha fatto sua e voterà per la sindaca uscente Pavan insieme a Coraggio Italia del sindaco Brugnaro. Per completare il quadro manca proprio lui, Luigi Brugnaro. Che farà il sindaco di Venezia il cui mandato, toh che coincidenza, finirà proprio con le prossime elezioni regionali? “Il sindaco Brugnaro – spiega una fonte veneziana- è già attivo, a sorpresa è apparso e ha sfilato all’adunata degli alpini a Vicenza, un segnale visto che non partecipava dal 2017. E’ un grande imprenditore, ha sue risorse finanziarie per l’eventuale campagna elettorale, è un moderato e potrebbe essere l’uomo giusto nel caso il centrodestra non trovasse un candidato comune. Ma ha un problemino…”. Quale? “Non risponde a nessuno, rispetta tutti quelli del Centrodestra ma nessun leader potrebbe teleguidarlo e fargli fare cose che non vuole, farebbe tutto di testa sua”. Effettivamente potrebbe essere un problema.
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