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IL PUNTO   n. 957 del 31 maggio 2024

di MARCO ZACCHERA

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Sommario: Niente da fare, la violenza umana è inaudita e si parla solo di armi, di morti, siamo davvero tutti fuori strada! Intanto si avvicinano le elezioni europee, ma pochi si chiedono QUALE Europa si vorrebbe, votando di conseguenza. Mentre a Milano il degrado è evidente (ma non se ne parla) l’approfondimento è sulla assurda demagogia che accompagna la presunta “par-condicio”, altro che “Telemeloni!” Il governo intanto ha varato una proposta di mini-riforma della Magistratura: finalmente! (ma vedrete quanti ostacoli, perché chi tocca il potere dei giudici in Italia si brucia)

 

PER FAVORE, FERMATEVI!

Basta con il dire “vogliamo la pace” se poi la discussione è solo su come continuare la guerra. Fermiamoci, a Gaza come in Ucraina! Cominciamo con un “cessate il fuoco” temporaneo per due tregue umanitarie. L’ONU a Gaza controlli che Hamas non sfrutti i profughi e cominci a rilasciare ostaggi, mentre la NATO (alleanza “difensiva”!) non spinga solo per usare altre armi in Ucraina: che senso ha una “Conferenza di pace” in Svizzera senza invitare anche la Russia (il che non vuol dire accettare il suo punto di vista) a rischio fallimento prima ancora di cominciare? Si dice “Se ci fermiamo adesso i russi sono avanzati troppo…” Ma allora non si poteva proporre PRIMA un “cessate il fuoco”? Quante volte l’ho scritto? Valeva due anni fa, l’anno scorso, il mese passato, macchè… Ma comunque, PROPONIAMOLO ADESSO, subito! Invece no: avanti, testardamente, con i “falchi” come Stoltenberg che sfasciano tutto (il suo slogan «Al male reagiremo con più democrazia e più umanità» mi sembra una grande ipocrisia) mentre si sta avvitando – anche per responsabilità occidentale – una escalation pericolosa e assurda. E’ una spirale di odio che va spezzata e visto che la maggioranza degli europei NON vuole più questa guerra perché i governanti non ascoltano anche le persone, i singoli cittadini, il buonsenso e non solo i generali e i fabbricanti di morte?

 

MA CHE EUROPA VOGLIAMO?

Credo che chi voterà domenica prossima alle “Europee” darà soprattutto un approccio “nazionale” alla sua scelta, ma ciascuno di noi dovrebbe invece chiedersi soprattutto quale Europa vorrebbe e votare di conseguenza.

Per esempio ecco 10 temi su cui si dovrebbe discutere per valutare una scelta:

– Vogliamo un’Europa che si occupi sempre di più di tutto al posto dei singoli governi nazionali o l’opposto?

– Un’Europa che abbia un esercito comune, e chi dovrebbe poi comandarlo?

– Un’ Europa che dipenda di più o di meno dalle scelte economiche della BCE?

– Un’Europa dove si voti solo per il parlamento europeo, ma dove poi tutte le altre cariche siano nominate indirettamente (come avviene ora) o invece vorremmo l’elezione diretta di tutti i vertici?

– Un Europa che (fatto salvo che tutti vogliamo preservare l’ambiente) sia sempre più “spinta” su questa strada o invece dove si ragioni maggiormente tenendo conto del rapporto costo-benefici anche in campo ambientale e condizionando i sacrifici e le scelte a regole mondiali?

– Un’Europa che strategicamente sia amica ed integrata con una Russia democratica o invece privilegi il rapporto (o sudditanza) con gli USA ?

– Un’ Europa strettamente legata al “G7” o più aperta alla BRICS ?

– Un’Europa che accetti o meno l’energia nucleare?

– Un’ Europa che si apra anche ad altri paesi (Ucraina, Georgia, Moldavia ecc.) oppure resti com’è?

-Quali atteggiamenti e/o limiti deve imporre o proporre l’Europa sulle questioni “gender”, matrimoniali, sessuali ecc.ecc. ?

Queste sono le questioni sulle quali si dovrebbe dibattere e di cui invece si parla poco. Personalmente io NON sono contento dell’Europa di oggi che è diventata molto burocratica, poco trasparente e verticistica, una UE che non lascia – in pratica – spazio ai cittadini (e ai singoli stati) di dissentire visto l’attuale “blocco” popolari-socialisti-green-liberali. Temo che la maggioranza non cambierà, salvo che il Partito Popolare europeo – visti i risultati elettorali – non decida di scegliere altri alleati (per esempio il gruppo conservatore) per una maggioranza magari allargata ai liberaldemocratici, ma anche guardando a destra pur con tutte le liti “nazionali” che si ripercuoto all’interno dell’ europarlamento (ad esempio Macron che non accetta “a prescindere” un’ intesa con la Le Pen temendo per le prossime elezioni presidenziali),  imponendo reciproci veti e così facendo il gioco della sinistra.

 

VERGOGNA A MILANO

Nei giorni scorsi ho accompagnato degli importanti ospiti stranieri a Milano che sono rimasti stupiti e sconvolti dal degrado della città. In particolare mi sono profondamente vergognato dovendoli “scortare” al posteggio di Milano Lampugnano che da tempo si è progressivamente trasformato in un suk tra gente che dorme per terra, questuanti e venditori, sporcizia ovunque, orinatori all’aperto, con la gente che usciva dalla metropolitana – e non erano ancora le 21, era ancora giorno – riunendosi a gruppi per andare insieme verso il parcheggio e non rischiare di essere assaliti.

Non un vigile, un poliziotto, un controllo.

Quando tempo fa – vedendo immigrati che saltavano allegramente i tornelli senza pagare il biglietto – mi ero rivolto ad un dipendente ATM presente chiedendogli che ci stesse a fare, mi ha risposto: “Venga a vedere!” mostrandomi il suo gabbiotto con i vetri infranti e dove un suo collega era stato aggredito quando aveva cercato di opporsi.

Lampugnano è dove arrivano i bus da mezza Italia e dove c’è il parcheggio-hub dell’intera zona a nord-ovest della città, ma è off-limits, indecente, invivibile appena fa scuro (e anche prima). Queste sono realtà visibili, quotidiane, assolute, alla faccia del sindaco Sala e delle chiacchiere “green-progressiste” che sembrano l’unico problema cittadino. Vergogna, vergogna, vergogna!

 

Approfondimento: TELEMELONI?  W L’IPOCRISIA…

L’Italia è il paese dell’ipocrisia che si sublima in campagna elettorale.

Valga ad esempio il no al dibattito in RAI tra la Meloni e la Schlein per la “par condicio” perché non avrebbero visti presenti gli altri candidati.

Intanto fiorisce la polemica, da tempo sollevata dal PD e seguito a ruota dalle altre opposizioni, che da settimane va sostenendo che la RAI è diventata una sorta di “Telemeloni” dando troppo spazio alla premier.

In realtà in RAI ha sempre prevalso nei TG il rapporto “un terzo (del tempo) al governo, un terzo alla maggioranza, un terzo all’opposizione” quest’ultimo ridottosi quando FdI era unico partito ufficialmente all’opposizione di Draghi. Di fatto una situazione che andava benissimo al Partito Democratico quando era al governo, ma che ora va stretta.

Se comunque il PD ha da lamentarsi per la RAI, basterebbe ascoltare le altre TV generalizie per verificare come il sostenere che il mondo delle televisioni sarebbe succube alla Giorgia nazionale è cosa che fa sorridere, ma alla fine anche indignare i suoi supporter, soprattutto in tempi di campagna elettorale dove lo spirito se non la lettera della legge è spudoratamente violato.

Mentre Mediaset – orfana di Berlusconi – è un po’ spenta e defilata, non prendiamoci in giro: i lettori hanno tutti la possibilità di controllare e di valutare già da stasera non tanto i secondi assegnati nei TG alle varie parrocchie, ma come siano trattati i temi di attualità anche e soprattutto nei programmi di intrattenimento, nei talk-show o nei dibattiti dove lo strapotere della sinistra su alcune reti è totale.

Ma vi capita di ascoltare i dibatti di La7, oppure quelli su NOVE, dove non solo la par-condicio è una burla. ma dove la scelta dei conduttori, ospiti, giornalisti, autori, professori e commentatori invitati è, appunto, spudoratamente squilibrata?

Il trucco è semplicemente di non far parlare la Schlein ma i suoi portavoce, oppure dare spazio nelle “rassegne stampa” praticamente solo ai giornali politicamente schierati (a sinistra).

Ascoltate la rassegna stampa de La7 alle 7 (di mattina) dove sono praticamente citati solo La Repubblica e la sua fedele fotocopia La Stampa (o viceversa) con Flavia Fratello che cita le testate di centro destra addirittura ironizzando sui loro titoli. Se non vi basta pensate, sulla stessa rete, a David Parenzo, Gramellini, Telese, Gruber, Cazzullo, Sardoni… tutti conduttori che trasformano ogni dibattito in evidente dis-condicio, eppure questo non solleva alcun commento di AGCOM solo perché ufficialmente i “politici” non ci sono.

Adesso si è aggiunta NOVE dove sono arrivati i vari transfughi RAI da Fazio alla Littizzetto e avanti così.

Il tutto si allarga addirittura ad intere testate (vedi “Rai Storia”) dove tutto ciò che è schierabile è schierato, dalle ricostruzioni storiche sul comunismo alle “ragioni” dei conflitti allo scontato e ripetitivo antifascismo. Perfino l’almanacco quotidiano che ricorda i vari personaggi nati o morti nel giorno è politicamente targato sia nella scelta dei personaggi che nei commenti su di loro.

Nei giorni scorsi ho ascoltato Maurizio Gasparri su La7 tentare una difesa di Toti: letteralmente Parenzo non gli ha lasciato aprire bocca e – appena Gasparri ha potuto esprimere un pensiero compiuto – è stato interrotto per mandare in onda la pubblicità.   Certo le TV commerciali sono gratuite e dipende dalla volontà del teleutente vederle o meno, ma è evidente come non ci sia una informazione o dei commenti super-partes, altro che “Telemeloni”!

Ma attenzione: la “scelta di campo” non è solo di carattere politico-partitico ma su tanti temi, dall’Europa alla politica di gender, dall’attualità alla geopolitica.

Morale: o si ha il coraggio di ammettere che la par-condicio normata così è semplicemente ridicola e va soppressa o dovrebbe essere estesa a tutti i dibattiti informativi, almeno in periodo pre-elettorale, con sanzioni a chi non rispetta le norme.

Visto che siamo in democrazia e ciascuno (ma allora tutti, però) può e deve dire quello che vuole, sia abbia il coraggio di togliere la foglia di fico della forma, smetterla con l’ipocrisia e si ammetta semplicemente la sostanza: l’informativa televisiva è di parte – e se appena può – lo è in termini di sinistra anti-meloniana, oltre che (peggio ancora) anti-Salvini e relativi alleati.

 

 

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BUONA SETTIMANA A TUTTI                                      MARCO ZACCHERA

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