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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani propone la memoria di un sacerdote impegnato e compassionevole, che viveva l’apostolato come operosità e slancio verso il prossimo, che riteneva giusto accompagnare la sua gente in un cammino di fede e di giustizia, vivendo nella e per la legalità: Don Costantino Stella. Le circostanze del suo assassinio, avvenuto il 6 luglio 1919 a Resuttano in provincia di Caltanisetta, a distanza di oltre un secolo non sono mai state chiarite fino in fondo anche se il delitto era di matrice mafiosa.

Oggi la sua tragica vicenda rivive attraverso le parole della studentessa Gloria Petrucci, della classe III sez. C, del Liceo scientifico Filolao di Crotone:

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Don Costantino Stella morì il 6 luglio 1919 in provincia di Caltanissetta, nel corso della sua vita ebbe un’instancabile volontà di aiutare il prossimo e chiunque fosse in difficoltà. Si occupò di offrire benessere all’intera comunità offrendo loro due opportunità importanti: il Monte Frumentario, per concedere ai contadini i concimi prima del loro raccolto, successivamente fondò la cassa rurale e artigiana per il benessere della comunità grazie alla quale migliorò notevolmente le condizioni economiche della zona. Si dedicò anche al giornalismo e alla politica locale. Il suo attivismo svegliava le coscienze dei cittadini che diventavano meno vulnerabili e meno prede dei mafiosi. Costantino fu accoltellato dalla mafia sulla porta della sua abitazione, morì 18 giorni dopo l’accaduto a soli 46 anni. Ancora oggi non si conoscono i mandanti e gli assassini e anche il ricordo dell’arciprete sembra ormai sbiadito. In realtà Don Stella è uno dei primi martiri della legalità che ha lottato con coraggio per migliorare le condizioni sociali ed economiche di un territorio assai arretrato, in un periodo in cui, in Italia, si credeva che la mafia non esistesse. Don Stella merita di essere ricordato per il suo impegno nel sociale e il suo coraggio a distanza di un secolo un  esempio per le generazioni presenti e future, perché la mafia, in tutte le sue forme e in tutte le sue espressioni dalle più violente a quelle camuffate dietro valori stravolti e riadattati ai loro interessi quali lavoro, famiglia, rispetto è ancora presente non solo in Sicilia anzi si è estesa in maniera capillare un po’ ovunque, un po’ dappertutto che ormai non ce ne rendiamo più neanche conto di quanto sia radicata nel tessuto sociale. Per tutte queste ragioni ricordare Don Stella e tutti i martiri della legalità nelle scuole, nei nomi delle piazze, nei nomi delle strade, attraverso articoli, attraverso il cinema vuol dire iniziare a creare nelle nuove generazioni una cultura della legalità che si contrapponga a quella dell’illegalità, diffusa dalla mafia.

Don Costantino Stella fu uno dei primi sacerdoti a sacrificarsi per difendere gli interessi dei suoi concittadini; fu uno dei primi a concepire il messaggio cristiano anche come riscatto dall’oppressione e dall’ingiustizia; fu uno dei primi a non piegarsi rispetto alle intimidazioni. Oggi il suo nome merita tutta l’attenzione e il rispetto degli studenti per tutto quello che ha rappresentato e rappresenta.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

 

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