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Sud Sudan: Save the Children, le massicce inondazioni in arrivo rischiano di portare il Paese sull’orlo della carestia

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L’Organizzazione lancia l’allarme sul rischio di disastro umanitario e climatico nei prossimi mesi

 

Il Sud Sudan rischia di dover affrontare un disastro umanitario e climatico nei prossimi mesi: si prevede infatti che il Paese sarà colpito dalle più gravi inondazioni degli ultimi 60 anni[1], che spingeranno alcune zone del Paese sull’orlo della carestia. È l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, alla luce dei nuovi dati pubblicati dal Famine Early Warning Systems Network[2], che mostrano come le massicce inondazioni contribuiranno al rischio di carestia in Sud Sudan dal giugno 2024 al gennaio 2025.

Le famiglie delle aree che secondo le previsioni saranno maggiormente colpite, sono già state funestate da anni di conflitti, fame, aumento dei prezzi dei generi alimentari, precedenti inondazioni e, più recentemente, dal crescente flusso di rifugiati e rimpatriati a causa del conflitto che da 15 mesi imperversa in Sudan.

Nonostante l’accordo di pace raggiunto in Sud Sudan nel 2018, infatti, il Paese sta ancora affrontando una delle crisi umanitarie più gravi al mondo, con circa 9 milioni di persone[3] – il 75% della popolazione – tra cui quasi 5 milioni di bambini, che necessitano di assistenza umanitaria.

Nel rapporto di FEWS-NET, lo Stato di Unity in particolare, situato nella parte centro-settentrionale del Paese, frequentemente soggetto alle inondazioni, è stato classificato come particolarmente vulnerabile alla carestia. Già nel febbraio del 2017, in questa zona quasi 80.000 persone[4] hanno dovuto affrontare condizioni di carestia e molte vittime sono state salvate solo grazie a una risposta umanitaria efficace e rapida.

La carestia prevista è in parte determinata da un grande evento alluvionale, che sarà più imponente di quelli del 2020 e del 2022. L’attuale livello delle acque del lago Vittoria, una delle sorgenti del Nilo, ha raggiunto il massimo degli ultimi 128 anni e il governo del Sud Sudan ha lanciato l’allarme sul pericolo che le acque del lago possano inondare vaste zone del Paese nella seconda metà di quest’anno. Secondo le stime di FEWS-NET, l’area colpita dalle inondazioni potrebbe superare i 65.000 chilometri quadrati, ovvero l’equivalente dell’intera superficie dello Sri Lanka.

“In Sud Sudan si sta delineando uno scenario terribile. In gran parte del Paese le inondazioni sono già parte della vita della popolazione, ma in questo periodo saranno talmente estreme e su aree talmente vaste che intere comunità rimarranno isolate e prive di assistenza. In alcuni villaggi, le famiglie non potranno raggiungere in barca luoghi in cui procurarsi cibo o un reddito per mesi”.

“Con i livelli già estremi di fame e malnutrizione nei bambini in tutto il Sudan meridionale e un conflitto di massa oltre il confine, che costringe centinaia di migliaia di persone in campi profughi affollati, con ogni probabilità vedremo sempre più bambini colpiti da malattie legate alla fame a causa delle inondazioni”, ha dichiarato Pornpun Jib Rabiltossaporn, Direttrice di Save the Children in Sud Sudan.

“Save the Children sta lavorando ad un piano di risposta alle inondazioni, preparando le comunità e dando priorità alle aree più vulnerabili e ad alto rischio. Tuttavia, il nostro allarme rischia di rimanere inascoltato. Le comunità del Sud Sudan sono minacciate da un disastro imminente, ma senza un aumento degli aiuti, le prossime alluvioni sono destinate a creare caos nel Paese. Assisteremo alla distruzione di un gran numero di case, all’allagamento di strade e insediamenti a bassa quota e a gravi aumenti dei livelli di fame”.

Dall’altra parte del confine, in Sudan, i combattimenti scoppiati nell’aprile dello scorso anno non accennano a diminuire, con notizie di numerose vittime e danni ingenti alle infrastrutture critiche.  Secondo le Nazioni Unite, più di 700.000 persone[5] hanno attraversato il Sud Sudan nel tentativo di sfuggire alle terribili violenze in uno dei conflitti a cui il mondo dedica meno attenzione. Quasi tutti hanno attraversato il valico di frontiera di Joda per entrare nella contea di Renk, nel Sud Sudan, già alle prese con una crisi alimentare.

Oltre allo Stato di Unity, le inondazioni dovrebbero interessare gli Stati di Jonglei, Bahr el Ghazal settentrionale, Nilo superiore e Warrap, dove la gran parte della popolazione è già vulnerabile a causa di precedenti allagamenti, conflitti, sfollamenti, insicurezza alimentare e afflusso di rifugiati e rimpatriati in Sudan.

Save the Children lavora in Sud Sudan dal 1991 per fornire l’accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria e al supporto nutrizionale ai bambini e sicurezza alimentare e assistenza alle loro famiglie. Nel 2023, i programmi dell’Organizzazione hanno raggiunto oltre 1,9 milioni di persone, tra cui 1,1 milioni di bambini, mentre quest’anno conta di raggiungere 1,4 milioni di persone nel Paese.

Per informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children

Tel. 3316676827 – 3409367952 – 3385791870 –3389625274
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it

[1] https://www.unocha.org/news/todays-top-news-occupied-palestinian-territory-haiti-south-sudan-ukraine-0

[2] https://reliefweb.int/report/south-sudan/south-sudan-food-security-outlook-june-2024-january-2025-forecasted-severe-flooding-elevates-risk-famine-ipc-phase-5-flood-prone-areas

[3] https://www.unocha.org/south-sudan

[4] https://www.un.org/unispal/wp-content/uploads/2024/03/IPC_Famine_Factsheet.pdf

[5]https://data.unhcr.org/en/situations/sudansituation

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