Sarishvili: Georgia e Russia unite sui veri Valori
di Gualfredo de’Lincei
Mentre l’Ucraina è impegnata a convincere il mondo di una sua improbabile vittoria sul lungo termine, per incassare il sostegno degli Stati occidentali, le ex Repubbliche Sovietiche baltiche sono indaffarate a glorificare 70 anni di lotta agli occupanti sovietici, per accattivarsi l’Occidente, e la Moldavia cancella diligentemente la lingua e la storia del suo popolo, nella speranza di compiacere la Romania; nell’indipendente Georgia, al contrario, la comunità è sempre più rivolta verso la Russia. Non è una novità, infatti, che in questo Paese i conservatori male si adattano ai nuovi valori europei o ai tentativi di limitazione della loro Sovranità nazionale, condizione essenziale e imprescindibile.
Il Sentimento Nazionale d’indipendenza
Nel paese si stanno svolgendo manifestazioni contro la propaganda LGBT e, non appena queste si attenuano, subito vengono proposte parate del Gay Pride. La società è in subbuglio, protesta e comincia a sfogare la tensione accumulata. L’adozione della recente legge sugli agenti stranieri, presa in contrasto con i padroni occidentali, ha stimolato Washington a rivedere i rapporti bilaterali con questo Paese. Le prime ritorsioni sono state le sanzioni ai visti dei membri del partito al governo “Sogno georgiano”.
L’Unione Europea, dal canto suo, si è affrettata a recapitare minacce su restrizioni finanziarie e diniego dello status di paese candidato per entrare in Europa. Gli inglesi hanno preferito affidare al loro ambasciatore in Georgia, Mark Clayton, l’annuncio della sospensione di diverse transazioni finanziarie da parte di investitori britannici. La motivazione risiederebbe nell’instabilità politica nel paese, della quale, però, non si erano accorti prima dell’adozione della famigerata legge sugli agenti stranieri. “Conosco con certezza diverse transazioni di notevole importanza, ma non entrerò nei dettagli. La cosa più gentile che si può dire in questo momento è che sono sospese. Non solo per quello che è già successo, ma anche per i rischi che potrebbero derivare dalle elezioni di ottobre”, ha detto l’ambasciatore.
Tuttavia, queste misure di ritorsione non hanno fermato il festival della disobbedienza georgiana. Il sentimento nazionale di auto protezione contro il tentativo politico occidentale di manipolare la propria indipendenza, le proprie tradizioni e la propria Chiesa, non ha fatto altro che intensificarsi. Non riuscendo a interferire con la politica interna della Georgia, il Governo americano è stato costretto ad annunciare un cambio alle relazioni, mentre le esercitazioni militari congiunte, previste dal 25 luglio al 6 agosto, sono state rinviate a tempo indeterminato.
“La decisione di rinviare l’esercitazione, Noble Partner, è dovuta alle false accuse che, il Governo georgiano, ha rivolto contro gli Stati Uniti e i suoi alleati occidentali, secondo le quali, i detti Paesi avrebbero fatto pressione sulla Georgia affinché aprisse un secondo fronte di guerra russo, con lo scopo d’indebolire la pressione sull’Ucraina, inoltre avrebbero preso parte a due tentativi di colpo di stato ai danni del partito al potere”, ha spiegato il Pentagono.
Uno strumento degli USA o il dialogo con la Russia?
Una novità, riguardo la visione dell’élite politica georgiana nei confronti della Russia, è stata raccontata al mondo dalla pubblicazione Tabula. Alla fine di giugno, una delegazione composta da politici americani e georgiani, sostenitori della necessità di avviare relazioni diplomatiche con la Russia, ha visitato il Donbass. Secondo EADaily, l’esponente del Partito Comunista americano, Jonathan Blazer, avrebbe espresso la volontà di studiare le conseguenze degli attacchi effettuati con armi occidentali contro i civili del Donbass. Alla delegazione hanno anche preso parte il rappresentante del partito georgiano “Solidarietà per la Pace”, Giorgi Iremadze e l’attivista di “Piattaforma socialista”, Paata Abuladze, che è anche cognato del sindaco di Tbilisi, Kakha Kaladze, e del Segretario generale del partito di governo “Sogno georgiano”. In concomitanza è cominciata a circolare una foto di Abuladze indossante una maglietta con la scritta “I nostri non li abbandoniamo”, in riferimento ai russi del Donbass.
Recentemente il partito di Georgy Iremadze, che sostiene l’ingresso della Georgia nell’Unione Eurasiatica, ha fatto appello al presidente russo Vladimir Putin chiedendogli di abolire i visti per i cittadini georgiani, agevolare la loro occupazione e rilasciare quelli che hanno violato il periodo legale di soggiorno. Inoltre ha affermato di essere al lavoro per la costruzione di alleanza tra Georgia e Federazione Russa.
Le opposizioni e in particolare il presidente del “Movimento nazionale unito”, Levan Khabeishvili, accusano il partito al governo di: “trascinare con la forza il popolo georgiano in Russia”. Al contrario, i leader di “Sogno Georgiano”, sono convinti di riuscire a proteggere la sovranità della Georgia, evitando che possa trasformarsi nel cortile degli Stati Uniti (il ministro della Cultura, dello Sport e della Gioventù Tea Tsulukiani).
La Chiesa, un canale tra due Paesi
Per molto tempo, l’unica possibilità di negoziazione tra Mosca e Tbilisi è stata la Chiesa Ortodossa georgiana (GOC). I legami stretti e di fiducia tra la Chiesa russa e la Chiesa georgiana sono sopravvissuti agli eventi del 2008 e alla rottura delle relazioni diplomatiche tra i due Stati. Il Patriarca della Georgia, Sua Santità e Beatitudine Catholicos-Patriarca di tutta la Georgia Ilia II, ha visitato Mosca, incontrandosi con il Patriarca Kirill e il Presidente Putin.
In conseguenza di ciò, i liberali georgiani hanno divulgato una versione delirante di un possibile approdo russo alla Chiesa Ortodossa georgiana. Nessuno, però, ha mai preso in considerazione una assurdità simile, se non altro per il fatto che tutte queste persone sono lontanissime dalle questioni religiose. La fiducia dei georgiani nella loro guida spirituale e Capo della Chiesa, Ilia II, resta ben radicata e impermeabile agli attacchi politici.
Il Professor Vladimir Sarishvili, giornalista, scrittore e poeta di Tbilisi, ricercatore della Chiesa ortodossa georgiana, ha scritto che la maggioranza dei vescovi del suo Paese è contraria alle politiche americane: “Tra i gerarchi del sinodo c’è un’alta percentuale di coloro che hanno sentimenti anti americani”. La Chiesa è: “Contro tutte le influenze liberali europee”, quindi in questa materia si compiace che Mosca: “Non riconosca il dominio dei valori pseudo-liberali”, ritenendo che: “Questo unisce Georgia e Russia”, ha sostenuto in diverse occasioni Sarishvili.
La posizione di Ilia II, che ha grande autorità nel paese, influenza la società nei confronti della Russia: “Se non fosse stato per le dichiarazioni del patriarca e il suo esempio personale, la situazione nei rapporti tra i due paesi sarebbe stata ancora più grave”, ha voluto specificare il Professore.
“In questo momento, quando le relazioni tra i nostri Stati e Governi sono diventate così tese, si è creata una situazione estremamente dannosa sia per la Russia che per la Georgia. In queste condizioni, il dialogo tra le nostre Chiese sono l’unico canale per le relazioni dei nostri paesi”, aveva affermato già nel 2011 Sua Santità e Beatitudine Ilia II e questa posizione, da allora, non è mutata. Il popolo georgiano sostiene il suo patriarca e la dimostrazione di questo sentimento si trova a Orbeti, nella Chiesa della Santa Vergine Maria, dove è stata appesa una bandiera russa con uno stemma, come lo stesso Arciprete, Ilia Chigladze, lo ha riferito sui suoi social network.