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IL PUNTO – ESTATE

n. 965 del 10 agosto 2024

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di MARCO ZACCHERA

Sommario:  Alla fine la magistratura di Genova ha ottenuto quello che voleva; le dimissioni di Toti con lo scioglimento della giunta regionale ligure ed allora, improvvisamente, dopo un’attesa a titolo indeterminato, poche ore dopo Toti è stato liberato. Giustizia o ricatto? Sicuramente tutto senza una condanna, senza un’accusa precisa, senza neppure un rinvio a giudizio: conta di più la volontà di una procura che il voto di un milione e mezzo di persone. Credo che dovremmo rifletterci anche perché a dirigere il gruppo presunto “corruttore” (ovvero la holding Spinelli) è stato scelto ora proprio David Ermini, ex deputato PD poi vice-presidente del CSM, poi nuovamente dirigente PD. Una specie di “parafulmini” anti procura? Di sicuro una scelta molto discutibile ed eticamente grave, ma che conferma una volta di più gli intrecci “politica & magistrati” che – anche grazie alla legge Severino – in pratica possono decidere chi fare o meno dimettere o candidare.

Poi notizie da Caracas, Parigi e da Washington

 

SIAMO TUTTI VENEZUELANI

Se l’opposizione a Maduro, il presidente-dittatore che da dieci anni comanda in Venezuela, raccoglie con il proprio candidato “di riserva” Edmundo Gonzales Urrutia almeno il 67% dei voti (alla candidata ufficiale Maria Corina Machado era stato impedito di candidarsi) significa che il regime bolivariano è agli estremi, eppure continua.

Nonostante l’evidenza, Maduro si è infatti auto-proclamato nuovamente presidente dichiarando di aver raccolto il 51% dei voti, ma neppure presentando i risultati elettorali.

Protestano (debolmente) l’Europa, l’Argentina, gli USA, tace invece l’ONU mentre perfino lo stesso “compagno” Lula – il presidente brasiliano – prende ora le distanze da Maduro rendendosi conto che non può più difendere l’indifendibile. Ma è repressione, guerra civile, espulsione di ambasciatori, proteste nelle piazze con almeno 22 morti dopo le elezioni, 1700 arresti “ufficiali” e un numero enorme di persone semplicemente sparite e di cui non si sa più nulla: giornalisti, deputati, oppositori, leader sindacali. Sono i desparecidos della “democrazia bolivariana” che tanto piace ai sinistri del mondo, ma che non indignano (quasi) nessuno.

Un mondo distratto, ma dovremmo invece sentirci tutti venezuelani.

 

BASTA OLIMPIADI?

Le olimpiadi perdono sempre più il loro spirito e così, anziché essere un evento di pace mondiale – almeno sportiva – rappresentano sempre di più gli eccessi, gli sprechi, lo show.

Le olimpiadi parigine della “grandeur” sono una mezza delusione dove l’unica cosa bella sono l’impegno e la fatica degli atleti (soprattutto in sport poco conosciuti, quelli che non fanno guadagnare e quindi sono negletti dagli sponsor) che però sembrano rimanere sullo sfondo, quasi fuori contesto.

I “giochi” non sono più per dilettanti ma per professionisti in una Francia che – nella sua smodata volontà di stupire e dimostrarsi multietnica ed inclusiva – ha sublimato anche tutte le contraddizioni demagogiche e genetiche che alla fine diventano discriminanti “al contrario”.

Si è parlato di pugili femmine a metà: nessuno che abbia sottolineato come nella boxe ci siano apposta 10 categorie determinate solo in base al peso, proprio per evitare combattimenti impari, eppure si arriva agli “intergender” pur di salvaguardare la deriva demagogica e il politicamente corretto.

Purtroppo le olimpiadi non sono state neppure una breve parentesi di pace: ci si è continuati ad ammazzare a vicenda senza scrupoli, morale o decenza. Lo spirito dei giochi olimpici è stato così violato fino in fondo e tutto è diventato solo una questione di immagine e di business. Hanno ancora senso, o è il momento di dire tristemente “basta” almeno ad Olimpiadi come queste?

 

LA SOLITA “MATRICE NEOFASCISTA”

Ma cosa vuol dire, nel concreto, “strage di chiara matrice neofascista”?

Per me è una foglia di fico per coprire una grande ipocrisia. Chi ammazza ed uccide gente inerme con un attentato è ovunque e sempre un criminale, un delinquente, un vigliacco comunque venga dipinto. “Matrice neofascista” – termine tutt’altro che chiaro, visto che qualsiasi terrorista ha e aveva comunque poco a che fare con un regime finito 80 anni fa – serve spesso solo a generalizzare, banalizzare e giustificare i limiti di indagini che hanno qua e là scoperto gli autori materiali degli attentati (e non sempre, ho molti dubbi anche sugli esecutori effettivi della strage di Bologna del 1980) e quasi mai i veri mandanti. “Servizi deviati”, “Massoneria e loggia P2” ecc.ecc. sono poi altri teoremi (spesso indimostrati) usati soprattutto per coprire la nebbia.

Siamo sicuri che dietro tanti attentati negli anni ’70 ed ’80 del secolo scorso non ci sia stato semplicemente il “Potere” – chiamatelo come volete – ovvero la volontà di non cambiare – grazie al terrore – un sistema politico che stava già sgretolandosi, ma  immolando “gli opposti estremisti” per mantenere al potere la DC e i suoi alleati, compresa l’opposizione guidata dal PCI ?

Ho sempre avuto questo dubbio e quando sento parole ridondanti e scontate mi viene la nausea. Così come è assurdo dipingere gli attuali governanti come “eredi” o “continuatori” di quelle stragi (nel 1980 la Meloni non andava ancora all’asilo). Eppure, anziché avere il coraggio di verificare molte incongruenze di alcune sentenze come quella di Bologna (che pur vanno rispettate) c’è l’annuale e consueta strumentalizzazione di morti innocenti.

 

ELEZIONI USA: SOLDI SOLDI SOLDI

Il 90% dei media italiani sono ovviamente “pro-Harris” dipinta come l’eroina in chiave anti-Trump e che viene fatta passare come salvatrice della patria sottolineando anche le centinaia di milioni di dollari piovuti sulla sua campagna quasi a dimostrazione di un plebiscito in suo favore. Ma a pagare sono le aziende, le lobby, quelli che sperano in futuro favori.

A pensare che Toti è andato nei guai per “forse” 50.000 euro pur versati ufficialmente al suo comitato elettorale viene da sorridere.

Negli USA è infatti tutta una questione di soldi e quando sentite in TV di grandi donazioni credo che la gran parte dei lettori non abbia un’idea di cosa significhi la petulanza delle richieste che da noi sarebbero chiamato “stolking”.

Per esempio quattro anni fa mandai una breve mail allo staff degli allora candidati Biden e Trump chiedendo di essere informato sulla loro campagna elettorale e per ricevere programmi più dettagliati. Da allora e per tutta la durata della campagna (e anche dopo) nessuno mi spedì mai uno straccio di programma o dichiarazione politica, ma piuttosto iniziai a ricevere da entrambi richieste di finanziamenti in modo ossessivo.

Quattro anni dopo lo staff di Trump è per ora rimasto silenzioso e così quello di Biden fino al giorno in cui la Harris ha avanzato la sua candidatura.

Da quel momento in poi ogni giorno mi scrivono le persone più strane del partito democratico: da sconosciuti parlamentari, al governatore del Michigan che vende cappellini e chiede soldi per la Harris. Mi hanno scritto perfino  Obama, Bill e Hillary Clinton, ma loro reclamano offerte da 25 dollari in su. Ovvio che sono email-standard spedite a milioni di persone, ma in nome del “dio-denaro” tutto fa brodo.

Interessante come venga ben specificato che i contributi non possano essere dedotti dalle imposte, che sono congiuntamente versati al “Fondo Harris Victory” e ai vari comitati statali democratici, e che “I contributi saranno usati in connessione con le elezioni federali, ma possono essere spesi per qualsiasi attività come ogni comitato determina a sua esclusiva discrezione” Come dire “pagate, poi noi ci facciamo quello che vogliamo”.

Strano che solo con l’avvento della Harris sia contestualmente iniziata la pioggia di richieste segno della disponibilità automatica di indirizzi (privacy??) cui evidentemente il comitato di Biden precedentemente non aveva accesso, quasi che i democratici – o almeno la loro macchina propagandistica – avessero tenuto in serbo l’artiglieria pesante per l’inizio della campagna della vice-presidente.

 

ATTENZIONE

Se volete leggermi più spesso, su “Il sussidiario.net” trovate più volte la settimana miei articoli d’attualità. Intanto, come ogni anno, tra metà luglio e metà settembre IL PUNTO esce ogni due settimane. Ci risentiamo quindi verso il  24 agosto.

A chi le fa, BUONE VACANZE!

 

… E BUON  FERRAGOSTO  A  TUTTI !                                     MARCO  ZACCHERA

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