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Un’opera d’arte di Guadagnuolo rivela la più grave crisi idrica della storia della Sicilia

 

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Un dipinto-collage del rinomato pittore Francesco Guadagnuolo, realizzato per sensibilizzare la Nazione intera, su ciò che sta accadendo nella Provincia Nissena e in tutta la Sicilia.

 

            Abbiamo intervistato l’artista originario di Caltanissetta che lavora nell’ambito culturale tra Roma e New York, il quale così si è espresso: «Alle drammatiche notizie che mi arrivano ogni giorno sulla siccità a Caltanissetta e in tutta la Sicilia è veramente disperata, va oltre qualsiasi confine, portandomi dentro un grande sconforto. Non possiamo pensare che tutto ciò sia civile, ricordo che questo problema dell’acqua me lo porto da quando adolescente vivevo a Caltanissetta, e non è mai stato risolto, oggi questo è diventato la più grave crisi idrica della storia della Sicilia. I miei concittadini sono esasperati.

 

Ho voluto dedicargli una composizione pittorica, con la tecnica del collage, dal titolo: “L’infinita siccità a Caltanissetta e in tutta la Sicilia” per esprimere tutto il mio amore che ho per queste terre che contribuiscono a dare vita al mio stato d’animo emozionale. Al centro del paesaggio è rappresentato un bovino dalle espressioni quasi umane, cerca acqua in un antico abbeveratoio ormai secco, all’interno solo erbacce con un rubinetto che non funziona più. Alberi secchi un pò dappertutto.

La luminosità dell’opera risalta la resa atmosferica riportandoci, qualunque tratto del luogo, in uno scenario impregnato sì di natura, ma apocalittico, caratterizzato da colori forti e contrastanti per fare vedere il riscaldamento delle terre che si spaccano per mancanza di acqua. La desertificazione incede e la terra è ancora più spaccata dalle alte temperature, le piantagioni bruciate dall’aridità con uno scenario sempre più riarso. All’orizzonte un contadino, rimasto con la sua ultima pecora, non sa più cosa fare, svanisce nell’alba del giorno dopo.

 

Si possono osservare due prospettive, da consentire la percezione di lontananza e vicinanza in un’alternanza di alba e tramonto per far vedere lo scorrere delle giornate, sempre uguali, le stesse causate dall’infinita siccità. Ci si chiede: aspettare cosa? Che arrivi cosa? Un territorio che sa già di morte! I nisseni esasperati non ne possono più. È da sempre che sopportano questa reiterazione. Questo non si può chiamare più vita, è un calvario!

 

Ormai da tempo che le piogge scarseggiano, è la condizione, attualmente, più critica con l’avanzare dell’estate. Le capre indotte a bere nella fanghiglia specie nella provincia attorno a Caltanissetta.  Infatti, a sinistra dell’opera due capre sono già morte. Non è difficile per gli avvoltoi trovare gli animali morti. I mandriani macellano gli animali perché non sanno come alimentarli e dare loro da bere. Raccolti di frumento e fieno quasi cancellati. Laghi essiccati. Le coltivazioni sfiancate. Carenze su tutta la regione siciliana. Eppure nell’opera nasce ancora un fiore, per me non si può solo morire, si continua a vivere ancora di speranze.

 

L’insufficienza delle piogge è solo una parte della siccità in Sicilia. L’altro vasto dilemma sono le remote epoche di risoluzione e sostegno sulle reti idriche, fra dighe incompiute e strutture in rovina dov’è mancata, probabilmente, la manutenzione ordinaria e straordinaria. A questo s’immette anche la carenza di progetti opportuni per la messa in sicurezza dei rifornimenti per i territori più in pericolo. Anche il turismo è a rischio. Le città seguitano a patire sempre di più la restrizione dell’acqua. In certi territori tra Caltanissetta e Agrigento, l’esigua acqua che giunge, non è sempre bevibile. Che dire ancora…, una vergogna!

 

È molto malinconico considerare la Sicilia, così meravigliosa e leggendaria, si sia trasformata in questo modo, presumibilmente, per l’inettitudine di certi responsabili, ma il suo passato e il suo mito permarranno sempre parte essenziale della cultura siciliana. E che dire della grande dignità dei siciliani, nonostante questa sopportazione, sin da tempi remoti. Spero che con quest’opera che ho realizzato (dove non arriva la parola forse arriva l’immagine) possa concorrere a dire basta a questa situazione così imbarazzante da far mettere la mano sulla coscienza e cercare di concretizzare il tutto per tutto nell’urgenza, nell’emergenza, di cercare ciò che ancora si possa salvare, per il semplice diritto civile che l’acqua è una risorsa dove ognuno non può farne a meno per il nostro diritto alla salute».

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