Maryam Rajavi: Nessun cambiamento nel regime iraniano e nel suo nuovo governo
Maryam Rajavi: Nulla è cambiato nel governo e nella dirigenza dei mullah, e nulla cambierà
- Per quanto riguarda il suo nuovo gabinetto, Pezeshkian ha detto quello che non avrebbe dovuto dire, ammettendo che Khamenei seleziona e approva personalmente i ministri e che tutto viene fatto in coordinamento con “le organizzazioni di sicurezza, l’IRGC, l’Organizzazione di Intelligence e tutti coloro con cui si deve raggiungere un accordo”. Del resto, Pezeshkian aveva inizialmente dichiarato di essere entrato nell’amministrazione perché vedeva il regime in pericolo e che la sua agenda era l’attuazione delle politiche di Khamenei.
- Tuttavia, l’agenda del popolo iraniano è smantellare l’apparato di Khamenei e l’intero regime del Velayat-e Faqih (“Tutela del Supremo Giureconsulto”)
- Le 124 esecuzioni effettuate solo nell’ultimo mese dicono molto sullo stato del regime e del suo nuovo presidente
Nel mezzo di una nuova ondata di esecuzioni, il nuovo presidente iraniano, evidenziando la lealtà sua e dei suoi ministri al Velayat-e Faqih, ha fatto appello disperatamente al Majlis (il “parlamento” iraniano, in realtà Assemblea Consultiva Islamica) affinché approvasse il suo gabinetto per affrontare le crisi in corso. Ha affermato: “Dubito che potremo uscire da queste crisi”, senza tale approvazione.
Nel tentativo di ottenere l’approvazione delle fazioni del regime in lotta per il potere, Pezeshkian è stato costretto a sollevare il velo e ad esporre la mano di Khamenei, dicendo: “Perché mi fate dire cose che non dovrei?”. Ha aggiunto: “Non abbiamo fatto nulla senza coordinamento, sia con i comitati inferiori che con quelli superiori [con Khamenei], con coloro con cui dovevamo coordinarci… Abbiamo concordato con tutti coloro con cui dovevamo farlo, comprese le organizzazioni di sicurezza, l’IRGC, l’Organizzazione di Intelligence e tutti coloro con cui avevamo bisogno di essere d’accordo”.
Pezeshkian ha ammesso, ad esempio, che con un ordine telefonico Khamenei ha nominato il ministro della Cultura, e che l’unica donna presentata come Ministro delle Strade e dello Sviluppo Urbano in questo gabinetto è stata scelta perché, come ha detto, “È stata la Guida stessa a dire che lei doveva essere nominata”. Allo stesso modo, “Araghchi, il ministro degli Esteri, è stato il primo ministro da lui [Khamenei] approvato. Lo ha approvato ancora prima che fosse discussa la lista dei ministri”.
La signora Maryam Rajavi, presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran, ha osservato che tutto ciò dimostra chiaramente che il nuovo governo dei mullah, come le amministrazioni precedenti, è semplicemente uno strumento nelle mani di Khamenei e dell’IRGC (il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche. Non mostra alcuna divergenza dalle politiche chiave del regime, soprattutto in termini di repressione, saccheggio, progetti nucleari, terrorismo e bellicismo. Non sorprende che oggi Pezeshkian si sia rivolto al parlamento del regime parlando di sé e dei suoi ministri: “Abbiate fiducia in noi; non è che se qualcuno si opponesse alla Guida io scenderei a compromessi con loro”. Ha addirittura giurato: “In nome di Dio, siamo risoluti nel realizzare la visione stabilita dalla Guida Suprema”.
Segreteria del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)