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L’omaggio ad Emidio Greco, con la proiezione speciale del suo film d’esordio L’invenzione di Morel, si terrà alla 21° edizione delle Giornate degli Autori, sezione autonoma della Mostra di Venezia che proprio lo stesso regista fondò nel 2004 con Citto Maselli, l’ANAC e l’API. L’evento, organizzato in collaborazione con la famiglia Greco e la società di distribuzione VIGGO Srl, si terrà il 27 agosto alle ore 17.00 presso la Sala Laguna.

Presentato cinquant’anni fa, nel 1974, alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes e riconosciuto come uno dei migliori esordi italiani degli anni Settanta, il film è tratto dal romanzo omonimo di Adolfo Bioy Casares, vede nel cast Giulio Brogi, Anna Karina, John Steiner, Roberto Herlitzka e si avvale delle musiche di Nicola Piovani.

Un evaso approda in un’isola deserta, dove scopre un palazzo apparentemente abbandonato, eppure popolato di gente che vi conduce una vita eccentrica e dissipata. Incuriosito e attratto da una delle donne, Faustine, il naufrago cerca di avvicinarsi a lei, ma invano: la donna non mostra di vederlo, è come se egli non esistesse… Cinquant’anni prima, lo scienziato Morel ha costruito una macchina capace di registrare il tempo. In tal modo ha fissato per l’eternità una settimana di vita di alcuni suoi amici, e quella settimana va ora perpetuamente rivivendo. Il naufrago, assuefatto dalla contemplazione, cerca di farsi “registrare”, ma ben presto si rende conto che l’immortalità meccanica inventata da Morel è solo un ingannevole artificio…

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Il regista raccontava così la genesi del film: «Ho letto Borges che avevo 18 anni e sono stato folgorato. Ma Borges è difficile da portare al cinema. Quando nel 1967 ho letto L’invenzione di Morel di Casares vi ho ritrovato la visione del mondo di Borges in una dimensione narrativa e ho colto la sfida».

Girato tra Malta e gli studi di Cinecittà, L’invenzione di Morel è un film magnetico, psichedelico, allucinatorio, che dematerializza i luoghi e rende ogni situazione narrata intangibile. Un esordio folgorante che rilegge e riscrive la fantascienza in un viaggio spazio-temporale che è in realtà una riflessione sulla storia, sulla morte, sull’immagine e in fondo sul cinema stesso.

Il figlio di Emidio, Alessandro Greco, produttore e fondatore della società Morel Film, commenta così l’omaggio delle Giornate degli Autori al padre: «L’idea che L’invenzione di Morel venga proiettato nuovamente dopo cinquant’anni dalla presentazione al Festival di Cannes, e che questo avvenga proprio alle Giornate Degli Autori, è una cosa che ci riempie di orgoglio e di gioia. Emidio ne sarebbe assolutamente felice. Si tratta della sua opera prima, ed è un film nel quale, da subito, si intuiva la sua idea di cinema e del rapporto fra il cinema e la realtà. Alla fine, il cinema e la macchina inventata da Morel sono strumenti simili: sono entrambi un tentativo di vincere il passare del tempo».

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