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Pugni – al secolo Lorenzo Pagni – di giorno lavora come psicologo in una clinica psichiatrica, di notte scrive canzoni.

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Pugni – al secolo Lorenzo Pagni – di giorno lavora come psicologo in una clinica psichiatrica, di notte scrive canzoni.

Cantautore toscano di stanza a Torino, l’acqua – dell’Arno prima e del Po’ dopo – accompagna e spinge il suo viaggio interiore che sfocia in questo primo album, “Tuffo”.

Nove brani di un’onestà schiacciante che parlano di salute mentale, di morte e rinascita, di amore, talvolta spogliato della sua magia: svelato il trucco, nessun incantesimo esercita il suo fascino. Un salto nell’inconscio per dar voce alle storie che Lorenzo vive in prima persona e che si mescolano con quelle incontrate nelle sedute dove ritrova parti di sé, soprattutto quelle indesiderate che ci rifiutiamo di accettare.

Le basi musicali, alle quali Pugni ha lavorato con Kendo e Danny Bronzini (Jovanotti, Willie Peyote, Venerus ecc.), prendono le mosse da un culto viscerale per il grunge ma si aprono a influenze brit pop, folk e soul, per approdare ad un pop nel quale respirano gli ascolti di nomi come Bon Iver, Radiohead, Damien Rice.

A fare da collante la voce di Pugni che vive di opposti: sa essere sottile ma vuole anche urlare più forte che può, per rendere giustizia a ciò che è stato. Una voce che sgorga dall’anima e sa lasciare il segno, in tutta la sua dolce e potente ruvidità

La chitarra, tra le protagoniste assolute del disco, si mescola a volte con percussioni che richiamano il mondo tribale – dal quale Lorenzo è molto affascinato – altre volte, come in Foglie Morte, si apre in un assolo etereo di Bronzini che si sgonfia pian piano, come il dolore che ci portiamo dentro. Non mancano momenti con un vestito sonoro più scarno e acustico, o metriche serrate con un cantato dal sapore R&B quando i testi si fanno molto fitti di pensieri. Uno speciale skit di Francesco Fanucchi, comico in ascesa della nuova scena italiana, ci avvicina, con le sue parole, ad una terapeutica chiusura dell’album, dove le sonorità si fanno più distese e risolte.

“Tuffo” è un disco in cui ho cercato e ritrovato me stesso. Lavorando in una clinica psichiatrica, ogni giorno incontro storie al limite del credibile che, soprattutto all’inizio, mi hanno distrutto e poi ricostruito, in una forma nuova e più consapevole. Quello che osservo e ascolto durante i colloqui viene difficilmente accettato e integrato nella nostra – apparentemente – lucente società nella quale certi tipi di sofferenza rimangono un tabù. Nonostante si tenti di superare la logica manicomiale, ancora oggi il “pazzo” rimane un elemento da isolare e rinchiudere perdendo così la possibilità di conoscere la ricchezza che sta dietro alla “pazzia”, alla diversità. Sono sempre affascinato dalla possibilità di andare oltre le manifestazioni superficiali: spesso il vero significato di un comportamento è il suo totale opposto. Così, grazie a questo album, ho avuto la possibilità di dare spazio alla mie fragilità e paure, restituendogli il diritto di esistere come unico modo per accoglierle. E ho capito chi sono veramente quando ho smesso di raccontarmi per quello che credevo di essere. – Pugni

La tracklist si apre con Orchestra di Silenzi, un invito ad abbandonare l’immagine del maschio – figlio sano del patriarcato – che deve essere forte, stabile, che non deve aprirsi troppo perché fuori ruolo, per proseguire con Falco Ubriaco, un episodio realmente accaduto ad un Lorenzo caduto nell’Arno mentre una notte, barcollando, camminava sul muretto dell’argine del fiume. La successiva è Trentasette denti, cinque denti in più rispetto a quelli di cui ci ha dotato la natura, gli stessi che servono per costruire quegli enormi sorrisi dove si nasconde la tristezza più profonda. Spigoli l’amore lo abbraccia nella sua interezza: c’è la dolcezza, la passione, la disperazione, ma c’è anche la paura di lasciarsi andare e la rabbia di non riuscire a farlo. Il brano Foglie Morte ci spinge, poi, a fare come gli alberi che fioriscono più rigogliosi in primavera grazie a ciò che perdono in autunno, come a mettere nero su bianco che neanche il dolore è per sempre. Se solo fossimo capaci di ricordarcelo in quei momenti. In Amore Bisturi si cerca il coraggio di condividere con la persona che amiamo anche le nostre paure e le parti peggiori, senza il terrore che queste possano farla scappare. Protagonista della potente Inchiostro Blu (feat. Michael Sorriso) è un sistema che spesso relega le persone all’interno di una diagnosi e delle mura di cliniche e case di cura, mentre lo skit Ombra anticipa e completa la tematica di Plutone, in astrologia e in mitologia simbolo di trasformazione, morte e rinascita. Un brano sulla perdita dell’ego e sul coraggio necessario per cercarsi proprio laddove speravamo di non dover mai andare: tra le ombre.

 

Tracklist:

1.Orchestra di silenzi

2.Falco ubriaco

3.Trentasette denti

4.Spigoli

5.Foglie morte

6.Amore bisturi

7.Inchiostro blu (feat. Michael Sorriso)

8.Ombra – skit (feat. Francesco Fanucchi)

9.Plutone

 

BIO

Lorenzo Pagni, in arte Pugni, nasce nel 1993 a Pisa, sulle sponde di un fiume, e cresce navigando sulle sue acque. Di giorno fa lo psicologo, di notte scrive canzoni.

Si avvicina alla musica fin da piccolo attraverso i dischi del padre, comincia a suonare la batteria e poi la chitarra. Al tempo stesso, diventa un campione di canottaggio, rappresentando anche l’Italia ai campionati europei e mondiali. Ogni giorno passa ore seduto in silenzio, sorretto dall’acqua e circondato dagli alberi dell’Arno, ripetendo e affinando lo stesso gesto milioni di volte. Ed è così che arriva a comprendere quella musica di cui si era innamorato: scandendola nel ritmo cadenzato dalle remate. Dai 16 anni inizia a esibirsi nei locali e poi a scrivere canzoni, che per anni però restano nascoste in camera sua. Comincia a lavorare nei locali notturni come barman, musicista e dj e recupera – forse pure troppo – la mondanità e il divertimento perso durante un’adolescenza guidata dal senso del dovere. Ogni tanto canta qualche canzone inedita, ma di quelle che non parlano di lui, di quelle scritte col freno a mano, che non impegnano troppo. Nel 2018 entra nella band Scarlett con cui inizia a suonare in giro per l’Italia, con qualche uscita in Francia e Olanda. Con loro produce qualche brano, che farà poi uscire col nome di Pugni una volta sciolto il gruppo.

Nel 2020 saluta il mare e i pescatori per spostarsi sulle sponde di nuovi fiumi, a Torino. È qua che  inizia a esprimersi per quello che è: il remo si trasforma definitivamente in una chitarra e la fatica fisica in quella necessaria per la conoscenza dell’animo umano. Ma la sua città natale gli dà ancora qualcosa: l’incontro con Danny Bronzini (Jovanotti, Willie Peyote, Venerus), suo concittadino trasferitosi anche lui a Torino, è determinante nel suo percorso di crescita artistica e nell’adozione di una visione matura del processo creativo. Danny, così come Kendo – produttore torinese con cui Pugni scrive e produce in grande sinergia – gli offrono nuovi stimoli che lo portano a liberarsi dalle proprie rigidità e avviare un processo di ricerca tutt’ora in corso. Processo che si mescola profondamente alla sua attività di psicologo: dopo la laurea inizia a lavorare in una clinica psichiatrica, dove ascolta storie di vita al limite del credibile. La complessità delle persone che incontra gli fornisce il materiale emotivo per scrivere, che diventa non solo una necessità espressiva, ma un vero e proprio strumento terapeutico con cui poter esorcizzare il dolore.

Il 5 marzo è uscito il primo singolo, Orchestra di silenzi, seguito da Spigoli e Falco Ubriaco. Nel frattempo Pugni è in tour come corista con Willie Peyote, che lo coinvolge insieme a Fudasca nel suo singolo Bloody Mary, uscito a luglio. Il successivo è Foglie Morte, l’ultima canzone che ha anticipato l’album d’esordio Tuffo pubblicato l’11 ottobre con distribuzione Believe Music Italia e il supporto manageriale di Costello’s Records.

Crediti:

Testi di Lorenzo Pagni, ad eccezione di “Falco Ubriaco” e “Inchiostro Blu”, scritte insieme a Michael Lorenzelli, “Ombra – skit”, scritta insieme a Francesco Fannucchi, e “Plutone”, scritta insieme a Bruno Chiaffredo.

Musiche di Lorenzo Pagni, ad eccezione di “Orchestra di silenzi” e “Inchiostro blu”, scritte insieme a Bruno Chiaffredo, “Falco ubriaco” e “Foglie morte”, scritte insieme a Danny Bronzini, “Trentasette denti”, scritta insieme a Zeno Marchi e Bruno Chiaffredo, “Spigoli”, scritta insieme a Nicola Meloni, “Amore bisturi, scritta insieme a Zeno Marchi, “Plutone”, scritta insieme a Nicola Meloni e Bruno Chiaffredo.

Prodotto da Lorenzo Pagni, ad eccezione di “Falco ubriaco”, prodotta insieme a Danny Bronzini e Bruno Chiaffredo, “Trentasette denti”, “Amore bisturi”, “Inchiostro blu” e “Plutone”, prodotte insieme a Bruno Chiaffredo, “Spigoli, prodotta insieme a Danny Bronzini e Kendo, “Foglie morte”, prodotta da Danny Bronzini.

Mix: Peppe Petrelli

Master: Giovanni Versari

Hanno suonato (in ordine di tracklist): Lorenzo Pagni, Remo Ascani, Luca Romeo, Lillo Dadone, Mario Brondolo, Zeno, Danny Bronzini, Luca de Maria, Nicola Meloni, Sara Sibona, Ruggero Zanni.

 

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FOTO Cover Tuffo – artwork di Alice Bazzini

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