DISASTRI ALLUVIONALI, PER ZAIA I COLPEVOLI SONO NUTRIE, TASSI, ISTRICI E VOLPI. LA REPLICA DI OIPA
Invece di stanziare fondi per mettere mano alle vere cause – fiumi tombati, cementificazione dei canali, mancata manutenzione del territorio – il presidente della Regione se la prende con le specie fossorie
I colpevoli delle disastrose conseguenze di alluvioni e inondazioni? Per il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sono tassi, volpi, istrici e nutrie che, con le loro tane, indebolirebbero gli argini di fiumi e canali e che dunque vanno “eradicati”. Lo stesso principio ispiratore dell’accordo siglato lo scorso novembre tra la Provincia di Ravenna e il relativo Ambito territoriale di caccia (Atc) e per la cui realizzazione sono stati stanziati 76 mila euro equamente divisi tra il 2023 e il 2024. Lo rende noto l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).
Invece di stanziare fondi per mettere mano alle vere cause dei disastri dovuti ad alluvioni e inondazioni – fiumi tombati, cementificazione dei canali, mancata manutenzione del territorio il presidente Zaia sogna l’eradicazione delle specie fossorie dichiarando che nutrie, tassi, istrici e volpi «stanno distruggendo il patrimonio idraulico del Veneto» e che contro le nutrie «bisogna introdurre il principio di eradicazione totale (…) noi vogliamo dichiarare guerra a nutrie, tassi, istrici e volpi che stanno distruggendo il patrimonio idraulico del Veneto».
L’Oipa ricorda come già la Provincia di Ravenna ha preferito erogare lo scorso anno 76 mila euro ai cacciatori per le spese di quanto necessario alla cattura degli animali e per l’acquisto di altro materiale di consumo (per esempio proiettili, armi da fuoco o ad aria compressa, trappole). Con gli stessi fondi si potranno affrontare le spese di smaltimento delle carcasse ed eventuali spese del personale di ruolo alle polizie provinciali impiegato nelle attività di controllo.
A strage fatta, ci si accorgerà che il vero problema non sono le “specie fossorie” ma l’uomo e la sua malagestione del territorio, chiosa l’Oipa.