E’ possibile restare sereni davanti alle tragedie nel mondo?
Trascrivo dala pagina Facebook dello scrittore Michele Giovagnoli:
Carmelo Dini: “Io insisto, anche se difficilmente il signor Michele leggerà. Sono persuaso che i suoi discorsi sarebbero un po’ diversi se avesse dei figli”.
Michele Giovagnoli: “Carmelo Dini salve! Soprattutto se avete dei figli vi invito a essere sereni e presenti. I figli sono spaesati in questa era…ma sono forti!”
Maura Gerbaudo: “Carmelo Dini i nostri figli ci prendono a esempio e un base a come noi affrontiamo la vita, loro si calibrano. Se ci vedono sicuri e sereni, anche loro lo sono. I tempi non sono facili, ma ancora di più dobbiamo dimostrare centratura e forza”.
Credo che né Giovagnoli né la signora Garbaudo abbiano capito il senso dell’osservazione di Carmelo Dini che, rispondendo a Giovagnoli scrive: “Gentile Michele Giovagnoli la ringrazio per la risposta, però credo non abbia ben compreso il senso della mia osservazione. Quando, come il sottoscritto, si è vissuti da piccoli durante una guerra, e si hanno dei figli o nipotini, necessariamente non si può avere l’atteggiamento che lei consiglia di avere riguardo a ciò che succede nel mondo. È vero che certi accadimenti sono inevitabili, ma è proprio questo che accresce la preoccupazione e l’ansia per le creature amate”.
A Carmelo Dini, domando: “Sicuro che certi avvenimenti siano sempre inevitabili? Mi sembra ci sia una sorta di rassegnazione all’avanzata del male. Non ci si rassegnò, ad esempio, al progetto criminale di Hitler. Credo, però, che l’osservazione di Carmelo Dini sia più che giusta. Non si può restare sereni (esenti da preoccupazioni), “alti”, come dice Giovagnoli, quando c’è il rischio che i propri bambini siano “spappolati”, sempre come dice Giovagnoli, dalle bombe. Inoltre: l’invito a restare sereni, vale solo per noi, oppure anche per le madri palestinesi?
Renato Pierri