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Brutale esecuzione di 16 prigionieri, fra i quali una donna, in Iran nei primi due giorni di ottobre

 

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La signora Rajavi ha indicato che le esecuzioni e il bellicismo sono gli strumenti di Khamenei per contrastare la rivolta e il rovesciamento del regime. Ha invitato la comunità internazionale a sostenere la campagna contro le esecuzioni e a condizionare le relazioni con il fascismo religioso alla cessazione delle esecuzioni e della tortura.

 

Mercoledì 2 ottobre 2024, gli scagnozzi di Khamenei hanno impiccato sette prigionieri, tra cui una detenuta. Quel giorno sono stati mandati sulla forca Hamzeh Shahbazi, Fazlollah Pournasiri, Behnam Hosseini Dastjerdi e una donna che era stata imprigionata per otto anni, insieme ad altri due prigionieri a Qezelhessar e a Vahid Norouzi a Mashhad.

Martedì 1° ottobre, i carnefici di Khamenei hanno impiccato nove prigionieri, tra i quali Nima Moradi, Nosratollah Ne’mati e Mehdi Khorsan a Ilam; Rashid Sepahi a Saravan; Meysam Mozaffari a Kashan; Nasser Jamshidi e Dastgir Sasouli a Semnan; e altri due prigionieri a Kerman.

Domenica 29 settembre, sono stati impiccati Abdul Habibi a Kahnuj e Mojtaba Zafarani a Birjand.

Lunedì 30 settembre, oltre all’esecuzione pubblica di due prigionieri a Khomein, come precedentemente riportato, Nasar Ahmad Rahmati è stato impiccato a Zahedan.

Giovedì 26 settembre, oltre ai tre prigionieri di cui abbiamo riferito nei giorni scorsi, Shahin Yousuf Oghli è stato giustiziato a Tabriz.

Lunedì 23 settembre sono stati giustiziati sette prigionieri; oltre ai quattro dei quali era già stato reso noto il nome, sono stati impiccati Khodamorad Zandi a Boroujerd, Ramin Poursafar a Rasht e Mohammad Reza Nejati a Shiraz

La signora Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI), ha dichiarato che l’esportazione del terrorismo e del bellicismo, insieme alle esecuzioni e alla repressione in patria, sono gli unici strumenti di Khamenei per affrontare l’ondata di rabbia pubblica che da tempo cerca di rovesciare il regime. Come annunciato ieri al Consiglio d’Europa, la signora Rajavi ha nuovamente invitato la comunità internazionale a sostenere la campagna “No alle esecuzioni” e a condizionare le relazioni con il fascismo religioso alla cessazione delle esecuzioni e della tortura.

 

Segreteria del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)

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