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Haiti: Save the Children, un bambino su sei a un passo dalla carestia

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Ad Haiti un bambino su sei è a un passo dalla carestia. Lo dichiara Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, sulla base di un’analisi degli ultimi dati dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC)[1].

Secondo le nuove cifre, in totale circa 2 milioni di bambini – quasi la metà di tutti i bambini del Paese – vivono ormai quotidianamente livelli di insicurezza alimentare critici o peggiori. Di questi, più di 760mila, ovvero un bambino su sei, sta affrontando livelli emergenziali di fame (IPC Fase 4), con malnutrizione acuta e un rischio molto alto di morire di fame[2]. Una crescita del 21% rispetto al marzo scorso[3].

Il rapporto dell’IPC evidenzia inoltre che 6.000 persone stanno già affrontando condizioni di carestia (IPC fase 5), in un Paese dilaniato dalla violenza tra bande, alle prese con un’illegalità crescente e disastri climatici che provocano gravi carenze alimentari.

I costi alimentari rappresentano oggi fino al 70% della spesa totale delle famiglie, con un’inflazione alle stelle. A questo si aggiungono le difficoltà per gli agricoltori di vendere i loro prodotti a causa dei blocchi stradali imposti dai gruppi armati intorno a Port-au-Prince, che impediscono l’accesso alle regioni circostanti.

La violenza armata e la mancanza di servizi e forniture disponibili stanno impedendo a Save the Children e ad altre agenzie umanitarie di raggiungere molti bambini e adulti in difficoltà.

“La realtà straziante di Haiti è che i bambini stanno pagando il prezzo più alto per una crisi alimentata dalla violenza e dall’instabilità – ha dichiarato Chantal Sylvie Imbeault, Direttrice di Save the Children ad Haiti – I gruppi armati sfruttano la fame e la disperazione dei bambini per reclutarli nelle loro fila. Mentre la fame minaccia il Paese, il futuro delle generazioni attuali e future sta scivolando via”.

“La violenza sta bloccando gli aiuti umanitari, impedendoci di raggiungere i più vulnerabili. Senza un accesso immediato agli aiuti salvavita, rischiamo di perdere un’intera generazione. Chiediamo ancora una volta il libero accesso agli operatori umanitari e di mobilitare urgentemente risorse per salvare vite umane”.

Save the Children lavora ad Haiti dal 1978, sia nelle comunità urbane che in quelle rurali.

L’Organizzazione chiede che gli operatori umanitari e le forniture salvavita abbiano pieno e libero accesso ad Haiti, soprattutto a Port au Prince, per combattere la fame e la malnutrizione acuta grave. Save the Children chiede inoltre a tutti gli attori in campo di fare il possibile per proteggere i bambini e alla comunità internazionale di aumentare urgentemente i finanziamenti umanitari per Haiti.

Save the Children sta fornendo assistenza in denaro alle famiglie sfollate nell’area metropolitana di Port-au-Prince che attualmente vivono nelle scuole trasformate in rifugi per aiutarle a trovare soluzioni abitative più dignitose, e contribuire allo stesso tempo alla ripresa delle attività didattiche. L’Organizzazione fornisce inoltre assistenza in denaro alle famiglie ospitanti nei dipartimenti di Grand’Anse e del Sud e, anche attraverso partner locali, sta lavorando per garantire l’accesso a un’istruzione di qualità e il sostegno psicosociale agli studenti nei dipartimenti Ovest, Grand’Anse e Sud di Haiti.

[1] https://www.ipcinfo.org/ipc-country-analysis/details-map/en/c/1157971/?iso3=HTI

[2] Secondo l’IPC, 2 milioni di persone (il 18% della popolazione analizzata) stanno affrontando livelli critici di insicurezza alimentare acuta, classificati come IPC Fase 4 (Emergenza). Dei 2 milioni di persone che si trovano ad affrontare la fase 4 dell’IPC, si stima che il 38% sia costituito da bambini, più di 760.000.

[3] L’aumento del 21% è calcolato sulla base dei bambini in IPC4+ nella release IPC di marzo 2024 e nell’ultima release, pubblicata a settembre 2024. Nel rapporto di marzo è stato analizzato il 91% della popolazione haitiana, mentre in questo rapporto è stato analizzato il 100% della popolazione, quindi parte dell’aumento potrebbe essere dovuto a un leggero incremento delle persone analizzate.

 

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