A ottocento anni dalla stesura del Cantico delle Creature di San Francesco, Papa Francesco ha espresso il proprio incoraggiamento all’iniziativa che si è svolta a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede attraverso un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin.
Bisogna proseguire “l’opera di sensibilizzazione nella cura del creato”, “c’è un grande insegnamento in quella preghiera che da otto secoli non ha mai smesso di palpitare e che San Francesco compose sul finire della sua vita”, così si è espresso il pontefice.
Il Cantico delle Creature è una grande lezione sulla cura del creato, ma è anche un fondamento della lingua italiana.
E in occasione della XXIV° Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, in collaborazione con il Cortile dei Gentili, ha ospitato un evento di approfondimento e celebrazione dell’ottavo centenario della celebre composizione di San Francesco di Assisi, moderato dalla giornalista Grazia Serra.
Tra i relatori c’è stato Roberto Antonelli, presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, che ha parlato della stesura e del valore letterario del testo del santo di Assisi, noto anche come Cantico di frate sole. Ha ricordato che la semplicità del sentimento espresso è rispecchiata da una sintassi semplice e che i versi sono raggruppati in piccoli blocchi tematici che la critica moderna ha riabilitato come raffinati e attenti, non ingenui come si pensava in epoca romantica.
Lo spessore poetico del Cantico, un inno alla fratellanza, è emerso nelle parole dell’intervento di Davide Rondoni, presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni dell’ottavo centenario della morte di San Francesco.
Rondoni ha sottolineato il richiamo di san Francesco al valore di un’umanità che deve restare tale, rifiutandosi di ridurre le persone a fruitori di tecnologia e conservando il senso di fratellanza che il santo ha vissuto sulla sua pelle e che proprio definisce l’umano.
Il testo del Cantico – ha spiegato – era fornito di accompagnamento musicale, composto dallo stesso Francesco e oggi perduto, ma conserva il valore poetico, in particolare nella forma di “prosa ritmica assonanzata”. Il Cantico, dunque, ha affermato Rondoni, suggerisce anche che alla ricchezza poetica non si può rinunciare.
Nell’intervento del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, si è rivissuto l’eco della ricchezza culturale e spirituale della composizione del poverello d’Assisi che attraversa i secoli, a partire dalla meraviglia per la creazione, da non perdere.
Il cardinale Ravasi ha citato tra gli altri i riferimenti dei Salmi che hanno rappresentato le fonti di ispirazione del Cantico, in un viaggio meraviglioso di riferimenti e curiosità, dando il senso di quell’orizzonte cosmico in cui le creature sono le “lettere del creato”, che dunque è come un libro aperto.
La parola è impotente a esprimere la grandezza di Dio, ma dalla bellezza delle creature cosmiche si giunge all’artefice.
Il Cantico, inno a Dio e alle sue creature diventa anche un inno alla vita. Il cardinale Ravasi ha sottolineato anche come la preghiera di san Francesco sia permeata da una visione positiva della natura, poiché nel creato è riflessa l’immagine del Creatore. Da ciò deriva il senso di fratellanza fra l’uomo e tutto il creato.
Il sentimento di meraviglia di fronte alla natura che permea il Cantico, dovremmo conservare oggi, ha raccomandato il cardinale, sottolineando l’importanza di non perdere la meraviglia e non solo le meraviglie del creato.
E a tal proposito penso che non guasti ricordare in conclusione, dulcis in fundo, l’opera portata in scena, di Roberta Arduini, che ha seguito questo evento e che aveva già colto l’importanza di tutti questi aspetti del Cantico delle Creature mettendoli in evidenza nella sua creazione “Echi Antichi nella Voce di Madre Terra”, spettacolo teatrale di Parole e Musica, un viaggio nel proprio io, che ha al suo interno una recitazione appassionata del Cantico delle Creature.
Un commovente spettacolo di alto valore ambientale, sociale e umano, quantomai attuale e in questo momento di grande sofferenza del nostro pianeta.
Un recital musicale ‘catartico’, per osservare la paura dell’ignoto, la sofferenza, i conflitti, le contraddizioni di questo momento storico. Una domanda di senso che stimola alla trasformazione, alla guarigione e al cammino verso una umanità più libera e consapevole che culmina con una sublime recitazione del Cantico delle Creature, visibile nel trailer presente nel link seguente https://www.youtube.com/watch?v=E0ddMgbbpNM .
Vito Piepoli