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BERLINO, LA METRO, ALEXANDERPLAZ

di Giovanna Canzano

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26 ottobre 2024

(racconto)

Eccomi, sono a Berlino.

Giro come una trottola, che bello! La gente che volteggia con me per la strada, camminando chi veloce, chi lentamente, chi in un piccolo gruppo parlando tra di loro mentre passo dopo passo cercano di raggiungere la meta.

Io ci sono. Cammino, guardo la gente parlare in tante lingue: tedesco, turco, arabo, e, italiano! Forse altre lingue che non conosco, ma, come me, ci sono, vivono questo momento in sintonia con la mia passeggiata sui marciapiedi di Berlino.

Il sole accompagna i nostri passi, mi sento osservata, sento gli occhi… il sole… e… non lo so, mi sento quasi pedinata da tutto ciò che sta intorno a me!

Che corsa a casa per essere pronta per scendere, mi guardo nelle vetrine dei negozi, ho i pantaloni, le scarpe, il maglione, il giaccone, e, il mio immancabile zainetto e la borsetta, anche gli occhiali sono al loro posto, eppure non mancano gli sguardi che in modo discreto mi seguono… Niente, non mi sento sola, sono in una bellissima città e tutto la felicità di questo mondo è con me.

Scendo nella Metro U8, da Kottbusser Tor voglio arrivare ad Alexanderplaz, per, tra l’altro (?) fare alcune foto e metterle sulla mia ormai immancabile suegugio giornaliero che altri non è che Facebook!

Eccomi alla ricerca di una macchinetta per fare il biglietto. E mo? Guasta! Eppure i tedeschi sono efficienti… ma dove sarà un’altra? Vedo un uomo che guarda tutti quelli che passano in modo autorevole, chi sarà? Lo scruto e vedo che vicino alla cintura dei pantaloni ha un badge col nome, e, mi rivolgo a lui per chiedere come fare, il ‘tiket’, mi capisce e mi fa segno di scendere giù, vicino ai binari c’è una macchinetta. Ringrazio e proseguo a passo veloce in direzione U8. Scendo le scale, cammino nella panchina, ho i treni  alla mia destra e alla mia sinistra… ma, dove sarà la macchinetta per fare il biglietto? Eccola, in fondo. Mi avvicino, seleziono una corsa semplice…. caspita! Tre euro e cinquanta centesimi! Un po caro. Avvicino la mia Postepay, caricata di un pò di soldi per uso esclusivo per fare i biglietti a Berlino… qui le macchinette difficilmente accettano i contanti, ecco, avvicino la carta al contactless e, come per un incanto, vedo il biglietto, che bello… ha funzionato! Alexanderplaz, sto arrivando!

Inizio a camminare avvicinandomi ad altre persone che aspettano come me il treno. Cammino tranquillamente forse pensierosa, forse preoccupata, non so perchè… e, da dietro un ragazzo si avvicina mi guarda, si abbassa come per buttarsi quasi addosso, e, fa un gesto ‘bruttino’ nei miei confronti. Mi spavento, voglio scappare, poi sorride in modo cattivo e scompare, mi guardo intorno, ci sono altri ragazzi che hanno visto, mi avvicino a loro perchè ho paura ci guardiamo si guardano intorno per capire se c’è ancora pericolo e li vedo pronti a difendermi. Tutto tranquillo, lo strano ragazzo non c’è più, incomincio quasi a tremare, mi guardo intorno vorrei scappare, trovare un posto per nascondermi e tranquillizzarmi, dove vado, adesso mi sento al sicuro, quei ragazzi tranquilli mi proteggono con i loro sguardi e, hanno sotto controllo lo spazio che ci circonda proteggendomi da un apparizione improvvisa del ‘ragazzaccio’. Sono trascorsi forse secondi, pochissimi minuti e, vedo arrivare uomini decisi che si guardano intorno, guardano me e in modo professionale con sguardi allenati, circoscrivono la zona con i loro occhi, li guardo, vedo scritto sulle loro giacche ‘POLIZEI’.

Entro nel treno, no, Alexanderplaz sto arrivando! Poche fermate e scendo, non ho più paura. Sono le 11.00, c’è il sole, faccio le foto, le carico su FB poi su Instagram, la città è bella, io sono felice.

 

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