PA e digitalizzazione: il processo deve essere centralizzato e non appaltato
I diritti dei cittadini sono a rischio
Il ministro della Pubblica Amministrazione promuove il successo della digitalizzazione vantando gli ingenti investimenti di un Terzo del Pnrr destinato alle nuove tecnologie. Considerando lo scandalo corruzione emerso dall’indagine sulla Sogei riguardanti le banche dati di Stato, lo scenario è preoccupante. Potevano uscire dati sensibili scomodi a livello sanitario, visto che la Sogei gestiva anche il sistema elettronico della carta sanitaria. Commenta il Segretario nazionale REA, Gabriella Caramanica.
“Il problema di fondo di questo sistema – sottolinea Alexandro Ladaga, Responsabile Dipartimento transizione digitale REA- risiede nel fatto che sia gestito da appalti esterni. Basta guardare lo Spid è diventato una burla. Lo puoi fare ovunque nei tabacchi, cartolibrerie o addirittura nei bar. E’ impensabile. E’ lo Stato che deve gestire internamente e solo attraverso la gestione centralizzata possiamo avere le garanzie e le tutele necessarie”.
“Nessuno viene mai a conoscenza delle molte aziende che vengono sanzionate regolarmente – prosegue Ladaga. Questa transizione fisicamente non dovrebbe essere data in mano a società private. Nessuno si è mai sognato di dare ad un’azienda privata l’appalto della stampa dei soldi della Zecca. Anche i data center della pubblica amministrazione dovrebbero stare nel territorio nazionale. Si sta parlando di 15 miliardi di investimenti in data center, come riporta Milano Finanza. Possiamo ragionare sui servizi ma non sui dati dei cittadini e puntare su investimenti per Data Center italiani e non esteri”.
“Alla vigilia dell’introduzione del Portafoglio digitale IT Wallet assistiamo a un far west con addirittura la violazione di brevetti. Chi fa ID Wallet? Un’azienda privata o è lo Stato che lo sta facendo. Dove saranno collocati i nostri dati? Chi garantirà la sicurezza dei nostri dati, che non ci sia fughe? Conclude il Segretario nazionale REA.