Valencia, G. Mancini (studente ERASMUS) : Ci sono zone di Valencia senza luce e gas dal 29 ottobre, la gente non può mangiare e bere. C’è molta frustrazione e rabbia ma anche coraggio e speranza
“In questo momento la situazione è grave. Moltissimi volontari si stanno riversando nelle zone più colpite dall’inondazione, e altri sono in città per distribuire cibi di prima necessità e acqua. In particolare le zone a sud-est di Valencia sono senza luce e gas dal 29 ottobre e le persone non possono né mangiare né bere”. Queste le prime parole di Gianluca Mancini, studente ERASMUS residente a Valencia, ai microfoni di Radio Cusano nel corso della trasmissione ‘5 Notizie’ condotta da Gianluca Fabi riguardo l’alluvione che ha colpito la città. Lo studente commenta poi le contestazioni ai reali di Spagna ad opera dei cittadini “dobbiamo metterci nei panni di persone che hanno perso le loro attività, che ora sono sommerse dal fango. Anche perché la cittadina di Paiporta, che è la più colpita, è una realtà industriale e agricola. La gente ha il morale a pezzi, ma il problema principale è economico. L’indignazione rispetto ai fatti ha portato a una grave frustrazione, che poi è sfociata nella rabbia del popolo spagnolo come si è visto. Quello che vedo io però – precisa- è oltre a tanta rabbia anche molto coraggio e tanta speranza. Il giorno dopo l’inondazione, il 30 ottobre, mi sono recato a Paiporta e ho visto molti giovani spagnoli che esultavano e si abbracciavano dopo aver tolto una macchina dal fango. C’è sicuramente molta disperazione, ma anche tanta speranza”.
Mancini conclude il suo intervento commentando le azioni delle istituzioni valenciane in merito alla tragedia “onestamente credo che da parte della comunità di Valencia, soprattutto da parte del Presidente Carlos Mazon, ci sia stata una sottovalutazione del problema. Tutti quanti abbiamo visto un suo video in cui, durante il giorno della catastrofe, affermava che la pioggia sarebbe calata a breve dove invece è accaduto il disastro. I soccorsi stanno facendo il possibile -conclude Mancini- ma il grosso lo stanno facendo i volontari. Loro vanno a portare il cibo e a spostare le macchine, facendo il grosso del lavoro. Senza l’aiuto dei volontari la situazione sarebbe indubbiamente ancora più drammatica. L’aiuto delle persone colma e ristora alcune palesi lacune, sia amministrative che politiche, delle istituzioni spagnole”.