Finalmente in uscita il nuovo attesissimo libro
di Vincenza Palmieri
«Siamo Ragazzi, non siamo diagnosi»
(Armando Editore)
L’autrice: «Non solo un volume, ma una vera e propria Campagna Sociale: la Nostra Campagna Sociale»
Lo si attendeva da tempo, sia per l’importanza del tema – i “nostri Ragazzi”, come li chiama l’autrice, e la medicalizzazione forzata delle loro difficoltà nel percorso di crescita – ma anche per la portata sociale che sempre registra ogni libro della Prof.ssa Vincenza Palmieri.
«Siamo Ragazzi, non siamo diagnosi», infatti – edito da Armando e scritto per raccogliere l’esperienza di un decennio di storia dei Bambini e dei Ragazzi nel nostro Paese – rappresenta uno strumento non solo ideale ma anche concreto per Famiglie, Genitori, Insegnanti e chiunque si occupi di Bambini a vario titolo.
I numeri dei Minori diagnosticati in Italia – fonte ufficiale MIUR – raccontano l’eterna pandemia di un Sistema che non intende trovare una via alternativa ai corridoi in cui il disagio, la difficoltà o semplicemente le naturali manifestazioni della crescita vengono non osservate ma interpretate in chiave patologica e in cui la nostra Scuola appare sempre più sanitarizzata.
Sottolinea la stessa Prof.ssa Palmieri: «Dobbiamo riappropriarci dello spazio proprio dell’intelligenza creativa, delle competenze multiple, della capacità di osservare senza alcun pregiudizio e lavorare sulle performance dei ragazzi, sulla volontà di incentivare e incrementare le abilità che ognuno di loro ha anche quando è in difficoltà».
È un volume storico, dunque, «Siamo ragazzi, non siamo diagnosi», nell’accezione più ampia del termine; ma anche politico.
Perché le norme che hanno attraversato la Scuola hanno espresso in maniera inequivocabile una visione del mondo che non ha saputo cogliere gli aspetti fondamentali del mondo giovanile. Norme che hanno fatto eco alla strumentalizzazione e al processo mediatico a cui i nostri giovani sono quotidianamente esposti, attraverso l’enfatizzazione di comportamenti devianti o con l’esaltazione a tinte forti delle loro sofferenze; così come attraverso l’appiattimento di ogni loro originalità, liquidata come stranezza o allontanamento colpevole dai canoni sociali desiderati.
«Il risultato che ci è stato consegnato – continua l’autrice – è drammatico: strumenti autoritativi, tribunali nelle scuole a sostituire quello che, invece, deve essere il ruolo degli Educatori: il cammino dei ragazzi incanalati lungo corridoi labirintici senza uscita, del tutto immeritati».
Tiene a rimarcare un punto importante, Vincenza Palmieri: «questo volume vuole andare oltre la denuncia, ma offre spunti di riflessione e un vero e proprio modello di pensiero; così come indicazioni metodologiche per lavorare con i ragazzi e aiutarli a crescere per diventare adulti liberi e consapevoli».
Questo libro intende essere anche una Campagna Sociale che riguarda noi tutti, perché possiamo diffondere un’idea fondamentale: che c’è un modo alternativo di guardare ai ragazzi, di ascoltarli e di lavorare con loro sull’osservazione e performance piuttosto che sulla diagnosi.