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IL PUNTO  n. 983 del 10 gennaio 2025

di MARCO ZACCHERA

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SOMMARIO: Mentre il governo Meloni e i Servizi meritano un elogio per come hanno risolto la vicenda Sala a Teheran, vi propongo una piccola riflessione dando poi spazio al gran pasticcio in Sardegna, mentre dal Colle giungono solo tante parole scontate e poca solidarietà a chi cerca di difendere i cittadini ma non è tutelato.   Ritorna in TV la mia trasmissione di storia.

 

PICCOLA RIFLESSIONE SETTIMANALE

E’ cominciato l’anno nuovo e tutti ci siamo scambiati gli auguri nella speranza che sia migliore di quello vecchio. Ma il mondo è fatto da tutti noi e allora ciascuno di noi e individualmente che cosa fa, concretamente, perché il mondo sia un po’ migliore? Nessuno di noi può condizionare i presunti grandi della terra, ma ciascuno può fare qualcosa di buono per chi ha intorno a sé. Facciamolo, e allora l’anno sarà comunque migliore, o almeno un po’ meno peggiore.

 

PASTICCIO SARDO

“Le sentenze si applicano, non si commentano” Parole sante dette tante volte dalla Schlein o da Conte, ma evidentemente solo quando gli faceva comodo. La prova è il loro silenzio alla notizia che la Corte d’Appello di Cagliari ha dichiarato decaduta la presidente della Regione Autonoma della Sardegna Alessandra Todde (5 Stelle) verso la quale, invece, hanno offerto “solidarietà” e non chiedendo le sue conseguenti dimissioni.

Un voto che l’anno scorso era finito in un casino generale con ricorsi e controricorsi tuttora parzialmente pendenti, perché – dopo innumerevoli liti sulla scelta del candidato – il centro-destra riuscì a perdere delle elezioni teoricamente già vinte con il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, appoggiato da Fratelli d’Italia, ma di fatto non sostenuto da chi avrebbe invece voluto la ricandidatura del presidente uscente Christian Solinas (del Partito Sardo d’Azione e vicino alla Lega). Finì che Truzzu raccolse solo 331.099 voti contro i 334.160 della Todde, anche se le liste a lui collegate (centrodestra) raccolsero 338.240 voti contro i 293.288 della Todde (centrosinistra, più “campo largo” e M5S) e con ben 21.412 voti per la presidenza dichiarati “non validi”.

Per il sistema elettorale sardo alla vincitrice furono comunque assegnati i 36 seggi di maggioranza pur avendo preso meno voti e solo 24 a tutte le altre liste messe insieme. A parte le liti sulle attribuzioni dei seggi, sorse poi subito il problema personale della Todde che – dimostrando per lo meno una dabbenaggine da principiante – fece di tutto per auto-distruggersi.

Cominciò infatti a non nominare il “mandatario elettorale” previsto dalla legge (ovvero la figura che amministra la campagna elettorale di ogni candidato e ne risponde per eventuali abusi), non aprì il previsto (ed obbligatorio) conto corrente bancario specifico a dimostrazione di contributi e spese e – secondo i giudici – non divise così i costi della sua personale campagna elettorale da quelli del M5S che l’appoggiava e comunque superando i limiti di legge.

Di qui la sentenza di decadenza del Collegio regionale di Garanzia elettorale istituito preso la Corte d’Appello di Cagliari, con mandato al Consiglio Regionale di ratificare la sentenza.

Da sottolineare che la Todde ha rilasciato in argomento dichiarazioni e interviste palesemente contraddittorie tra loro e in merito ha quindi sicuramente mentito.

Ma qui scatta il nuovo problema, che è tutto politico: se il Consiglio Regionale (come è assolutamente probabile) respingerà “politicamente” l’atto della Magistratura, la Todde sarà decaduta per la legge ma non per il Consiglio, continuerà nel suo mandato e sulla sua decadenza si avvierà quindi un contenzioso legale presso la Magistratura ordinaria, procedimento che presumibilmente durerà l’intera legislatura.

Questo perché approvare la decadenza della Todde implicherebbe il contestuale scioglimento del Consiglio Regionale e quindi gli stessi consiglieri decadrebbero dal loro incarico faticosamente conquistato l’anno scorso, figurarsi quindi se lo faranno…

Resta quindi non solo il nodo politico sulla correttezza o meno dell’intero processo elettorale sardo, ma soprattutto l’amara conferma per il centro-destra che – se avesse litigato di meno – avrebbe probabilmente vinto, soprattutto vista la pochezza dell’avversaria, dimostrata anche da queste recenti e sconcertanti vicende.

 

L’AGENDA “CONCRETA” DEL COLLE (O SOLO FIERA DELL’OVVIO?)

Sul “Corriere della Sera” (come quasi ovunque) ci si è a lungo complimentati con  il Presidente Mattarella per il suo discorso di Capodanno definito “L’Agenda Concreta del Colle” riportandone addirittura i brani in neretto per sottolinearne appunto la Sua presunta “concretezza”. Ve li ripropongo integralmente e giudicate voi se vi sembrano “concreti” o se invece sono solo dell’ottima acqua fresca, condita con la consueta adulazione giornalistica. Non vi pare tutto un “si si, ma però”.

Perché “Si tratta di abbandonare la rendita di facili ideologismi di maniera e di affrontare la realtà dei problemi con idee, proposte, onestà intellettuale, anche con la dialettica propria delle democrazie, ma senza il polverone di inutili conflitti. Questo per liberare il nostro Paese dalla bolla ideologica che rischia di soffocarlo. Il patriottismo allora non è una sciabola con la quale menare fendenti, né, tantomeno, una parola vuota da liquidare con sufficienza. (…) La pace non ha alternative ma non può essere serva di chi vuole sottomettere altri Paesi con le armi. Da noi, scienza, ricerca e tecnologia sconfiggono le malattie e allontanano la morte, ma ci sono lunghe liste d’attesa che costringono chi non ha i soldi a rinunciare alle cure. L’occupazione cresce, ma i salari sono bassi, si accompagnano alla precarietà e spingono alle fughe all’estero, spesso dei giovani migliori mentre le morti sul lavoro sembrano inarrestabili. (…) Il Sud paga la disuguaglianza con il Nord. La necessità dell’integrazione bussa alle nostre porte. Il clima cambia, e le alluvioni, ormai frequenti, richiedono prevenzione. (…) Bullismo, risse, uso delle armi, alcol e droghe travagliano la quotidianità dei più giovani. L’invecchiamento della popolazione e la crisi delle nascite appaiono irreversibili. Carceri sovraffollate rendono inaccettabili le condizioni dei detenuti e dei lavoratori penitenziari. Sempre più ragazze e ragazzi chiedono di fermare lo scandalo dei femminicidi. La sicurezza rimane un’esigenza di tutti, le truffe agli anziani sono una vergogna contro quella parte di cittadini che tanto contribuiscono, economicamente e non solo, alla crescita e alla protezione di figli e nipoti. Sembrano sfide senz’altro impegnative, ma relativamente affrontabili da un Paese che ha le risorse economiche, culturali e sociali del nostro…”

Dopo cotanta concretezza, meno male che il Presidente ha concluso ricordandoci che quest’anno ricorrerà l’ 80° anniversario della Resistenza.

 

W I CARABINIERI

Proprio Mattarella avrebbe potuto invece ricordare con ben maggiore fermezza l’assurdità di quanto sta accadendo nei confronti delle Forze dell’Ordine e solidarizzare con loro. Carabinieri e poliziotti minacciati, insulti in piazza, provocazioni e infinite critiche dai media.

E’ incredibile che da una parte tanti cittadini si lamentino per l’insicurezza delle proprie città e poi siano messi in croce proprio quelli che cercano di contenere la delinquenza.

Il caso di Milano dove 8 carabinieri sono indagati per la morte di un egiziano che non ha rispettato l’alt a un posto di blocco (dopo una probabile rapina, visto quello che aveva addosso) ed è morto schiantandosi dopo un inseguimento notturno in scooter durato venti minuti e dopo otto folli chilometri. In TV La 7, il “Corriere” ecc. hanno pubblicato un video agghiacciante dove l’audio vuole trasformare i carabinieri in insensibili sanguinari senza tener conto dei rischi che stavano correndo. Non una parola è stata spesa a criticare chi colpevolmente fuggiva contromano, ma criminalizzando chi lo inseguiva a rischio della propria vita. Così come a Rimini dove un altro carabiniere è accusato di omicidio per aver sparato a un folle che aveva già ferito gravemente con un coltello 4 persone lo stava accoltellando.

Credo che molti agenti si domandino “Ma chi ce lo fa fare?” e davvero non hanno torto visto che sono assurdi capovolgimenti delle responsabilità, dove si incrimina chi difende la legge: è veramente assurdo. Per questo desidero esprimere loro solidarietà senza “”se e senza “ma”!

 

TORNA LA “MIA” STORIA A TELE VCO

Riprende questa settimana la mia rubrica “Pillole di Storia Locale” su TELEVCO-AZZURRA TV con prima programmazione il sabato alle 13.30, e poi (in replica) la domenica alle ore 9 e 18, il lunedì alle 11, il martedì alle 23 e il giovedì alle 21.30.

Chi non riceve il segnale (canale 17 in Piemonte) può seguirmi sempre su www.vcoazzurratv.it e, aperta la pagina iniziale, cliccando poi su “pillole di storia locale”. Per le puntate ante 2022 la rubrica era titolata “Le lezioni di UNI 3”.  Grazie dell’attenzione: graditi suggerimenti, critiche e domande.

 

RINNOVO GLI AUGURI A TUTTI                                               MARCO  ZACCHERA

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