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IL MONDO SI TROVA DI FRONTE AD UN BIVIO: NON FUNZIONA PIU’ NE LA DEMOCRAZIA NE LA DITTATURA.

 

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Ormai da molti anni mi spingo a dire, sostenuto dall’esperienza di vita abbastanza lunga (sono del 1935), che il mondo odierno non può più proseguire come ha fatto fino ad adesso.  Non servono infatti  più i regimi democratici concepiti a questo modo  o  quelli che, purtroppo, ancor ci sono come in Cina, Corea del Nord, Vietnam, Laos, Cuba, Bielorussia, Eritrea, Arabia Saudita, Iran, Kazakistan, Siria, Uzbekistan, Turkmenistan, Oman, Guinea Equatoriale, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Bahrain ed Azerbaijan ecc.ecc.. (li cito per rinfrescare la memoria a qualcuno),  in quanto , anche se pare che qualcosa si muova in senso positivo Fra Putin e Biden, ma solo per fronteggiare la Cina, esiste la constatazione concreta dell’impossibilità di un dialogo mondiale, quanto meno formalmente accettabile.  E siamo oltre il 2000 !

Evidentemente il termine, ma anche la effettiva efficienza della democrazia, hanno fatto il loro corso al punto tale da far scomparire gli ingredienti per farla funzionare nel rispetto dell’etimologia della parola stessa.  In Italia, tanto per citare le cose di casa nostra, la libertà di espressione si è trasformata in licenza di uccidere, purtroppo anche da parte dei giornalisti più quotati a livello mediatico, tanto da dover personalmente provare pena e commiserazione quando li vedo arrancare nelle emittenti televisive con lo scopo oggettivo di non far scendere il valore delle loro azioni personali (il Fatto Quotidiano ed i tre principali quotidiani, per non parlare di quelli all’opposizione,  emulano, quanto a toni, le performance prodotte dalla trasmissione “Non è l’Arena”.  Tutto ciò, a mio avviso, non risponde certamente al sostantivo “giornalismo”.

Per la politica sono costretto a dire, senza mezzi termini, che cani e porci, loro  sono più rispettosi nei confronti dei cittadini che danno loro da mangiare: essa, con le sue falsità fatte di doppiezza, ambiguità, ma anche illegalità, sta svuotando una società che si sta posizionando in una sorta di indifferenza che, per il momento, non  solo non giova  al benessere psico-fisico dei cittadini, ma che, a breve, anche con il concorso di tanti “maldestri” luminari della sanità, metterà tutti  improvvisamente di fronte all’imponderabilità  di parare subito gli eventi che verranno, come è successo anche per il Covid.

Anche la Chiesa è in crisi: i vescovi americani sfidano  il Papa. L’assemblea della conferenza episcopale Usa, a maggioranza conservatrice, ha votato  infatti a favore della creazione di linee guida sulla Comunione: una decisione controversa che potrebbe portare a limitazioni nei confronti di politici cattolici che, come il presidente Joe Biden o la speaker della Camera Nancy Pelosi, sono pro aborto. Questa scelta rende più profonda la spaccatura tra la Chiesa americana ed il Papa, che si è sempre detto contrario alla trasformazione della Comunione in uno strumento politico.

Detto questo, stante il fatto che nessuno più crede alla democrazia ne alla dittatura, ma soprattutto tenendo conto che andando avanti di questo passo le cose si complicheranno fortemente, tra l’altro per il momento sine die, dovremo prepararci ad un tale sconquasso planetario che potrebbe far riflettere sulla necessità di mettere insieme i principi democratici con la fermezza di quelli dittatoriali in quanto, come diceva anche Platone, la troppa libertà è finita per essere usata da profittatori, tanto da farmi fare un pensiero verso un potere forte e serio. Almeno, così si saprà di che morte si deve morire.

Sapeste con quale dispiacere, da amante della democrazia e delle sue istituzioni tutte, sono costretto a proferire tali pensieri, tuttavia, siccome il mondo sta cambiando da “oggi” a 360 gradi, io penso sia estremamente necessario creare nuovi sistemi di governo, filtrando ogni imperfezione, e ciò sino all’ultimo pulviscolo, allo scopo di fronteggiare questa nuova ed imponderabile era che, offrendoci tutto con una mano, ci  sta togliendo tutto con l’altra. Ma non sarà purtroppo così. Chi vivrà, vedrà.

Arnaldo De Porti

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