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Grazie Presidente Mattarella

L’Italia può ripartire con Lei e con il Presidente Draghi

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La rielezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica, pur costituendo un’eccezione alla prassi e comportando un enorme sacrificio personale per il Presidente, rappresenta per il Paese una garanzia di stabilità e di tenuta del suo ruolo nell’Unione europea. Anche il governo può emergere rafforzato sotto la guida di Mario Draghi, perché di fronte al fallimento e alla miopia di alcuni leader dei partiti dell’attuale maggioranza è emerso chiaramente che non esistono vere alternative all’attuale assetto di governo.

 

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Ancora una volta la crisi della politica e dei partiti italiani è emersa in tutta la sua evidenza in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica. Il Paese ha corso il forte rischio di avvitarsi in una crisi politica che avrebbe messo a rischio il percorso fatto sinora a livello nazionale e in Europa con il Next Generation EU.

 

Proprio lo spettacolo dell’irresponsabilità di molti leader e le tensioni tra e nelle forze politiche in un momento così delicato e importante per l’Italia ha fatto emergere con ancora maggior forza la figura del Presidente Mattarella. Nel suo settennato appena conclusosi, come è stato riconosciuto da tutti, il Presidente Mattarella ha assicurato, nell’esercizio del suo potere di indirizzo politico costituzionale, che l’Italia mantenesse saldo il proprio impegno nella costruzione europea: l’obiettivo che si vede dalla più alta delle finestre dell’edificio costituzionale, come scrisse Calamandrei. Sappiamo che questo impegno oggi è ancora più rilevante. Per questo al Presidente Mattarella si è dovuti tornare come garante della stabilità del Paese e della continuità del Governo Draghi, che, come si è visto in questa settimana, non ha alternative e rappresenta la sola possibilità in questo momento per l’Italia di mantenere i propri impegni verso i partner dell’UE e di lavorare per il bene dei cittadini e il futuro delle giovani generazioni.

 

Dopo questo tormentato passaggio, è ancora più impellente anche la necessità di affrontare i nodi della crisi del nostro sistema politico che mette a dura prova la tenuta stessa della nostra democrazia; ma ancora una volta, sono l’Europa, e le responsabilità europee dell’Italia che costituiscono la vera bussola di questo processo. L’Italia soffre prima degli altri partner europei l’inadeguatezza della politica ancora confinata al solo livello nazionale, quando le sfide sono globali e continentali; ma in generale, solo in un’Unione europea finalmente approdata ad un’unione politica federale la politica democratica potrà tornare ad essere all’altezza delle aspirazioni e delle esigenze dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese, dei giovani. Per questo è così importante il passaggio che l’Unione europea sta facendo con lo svolgimento della Conferenza sul futuro dell’Europa, che apre la possibilità di una profonda riflessione sulle riforme necessarie per arrivare all’unione politica federale.

 

L’Italia è quindi chiamata oggi ad una triplice sfida: quella di utilizzare le risorse europee e di realizzare il PNRR con successo, perché da questo dipende, insieme al nostro futuro, anche quello del processo di integrazione europea, inclusa la possibilità di una nuova governance economica europea, con la creazione di un potere di bilancio autonomo dell’ UE; quella di superare le tentazioni populiste e nazionaliste, anche relegando le forze che cercano il consenso su questo piano ai margini della vita politica; infine, quella di lavorare attivamente per il successo del processo avviato con la Conferenza, per costruire un’Europa sovrana e democratica su basi federali.

 

Tutte e tre queste sfide è essenziale che siano affrontate da un governo sostenuto da una larga maggioranza, a significare che l’impegno europeo, pur con le inevitabili distinzioni, è condiviso da gran parte del paese. Ma ancora più importante è che il ruolo di garante supremo dell’attuazione dei principi costituzionali sia ricoperto da una persona saggia, stimata ed esperta come il presidente Mattarella.

 

Grazie Presidente, a nome di tutti i federalisti europei

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